mercoledì 5 novembre 2014

Sicilia - cronistoria viaggio dal 25 al 28 settembre 2014

Benvenuti in Sicilia!

Giovedì all'alba (ore 4,45) ritrovo all'aereoporto di Orio: siamo in 12 :
Elio e Maria, Fausto e Mariella, Riccardo, Tino e Lori, Renzo e Albe, Betti,  Giampietro e Rina.
Il terminal brulica di gente e dopo aver depositato le valige al check-in e passato i controlli ci sediamo in attesa della chiamata all'imbarco.
Selinunte: il Tempio di Era
Alle 6,35 decolliamo e dopo un volo tranquillo atterriamo a Palermo Punta Raisi alle 8,10.
Siamo tra i monti ed il mare, il  cielo è scuro e minaccia pioggia, infatti prendiamo qualche goccia nel breve tratto che percorriamo a piedi dall'aereo al terminal. Sorpresa: le valige sono già sbarcate e senza perdere tempo procediamo all'uscita dove ci attende con un pulmino da 15 posti  Francesco.  Saliamo sulla superstrada E90 a Terrasini e poi la seguiamo passando da Alcamo, Nuova Gibellina, Castelvetrano fino a Selinunte dove arriviamo verso le 9,30. Il paesaggio è molto bello e nelle zone coltivate notiamo grandi estensioni di vigneti curatissimi. Il tempo migliora e appare il sole che comincia a scaldare la giornata. Ci fermiamo al bar dove proviamo i dolci caldi tipici con ricotta ed il vino bianco fresco. L'entrata al sito archeologico,  grazie al recentissimo decreto Franceschini  che ha eliminato le agevolazioni per i pensionati, ci costa il prezzo pieno del biglietto. E' proprio vero che delle buone intenzioni della sinistra è lastricato l'inferno.
Lezione all'aperto
La nostra guida, una signora minuta, molto preparata,  ci illustra la storia della colonia greca e poi cartaginese e ci conduce al tempio di Era rimesso in piedi dopo i terremoti. Passiamo poi alle rovine imponenti del tempio di Giove. Riprendiamo il pulmino che ci porta sull'acropoli poco distante dove visitiamo gli scavi in corso lungo la via principale Le rovine dominano il mare ed un bel vento mitiga il sole a picco. Guardiamo la curiosa vasca da bagno punica sorprendentemente moderna e poi usciamo dall'area archeologica e andiamo al ristorante che ci è stato riservato.
Sciuri sciuri
Ottimo pranzo con inatteso intermezzo di due bravi musicisti con chitarra e fisarmonica , i viddaneddi,  che con l'aiuto prima di Lori e poi di Rina che suonano il tamburello a sonagli, ci cantano Sciuri Sciuri (fiori, fiori) e Vitti na crozza. Poi accennano un'improbabile canzone per i giapponesi fatta da quattro parole: Arigatò (grazie),  Konnichiwa (ciao) , Sony, Suzuki. Infine attaccano con Noter de Berghem che cantiamo tutti in coro.
Risaliamo sul pulmino e andiamo a Erice dove arriviamo alle 17,00. Passeggiamo nelle vie del centro medioevale e visitiamo il Duomo. E' un edificio severamente normanno gotico all'esterno ma  molto scenografico  all'interno, rivestito di stucchi chiari secondo il gusto neogotico nella seconda metà dell '800.
Il duomo di Erice
Torniamo poi a Palermo dove arriviamo verso le 18,30  all' Hotel Ibis Style in via Crispi, davanti al porto.
La camera è confortevole, silenziosa e la vista spazia sul molo dei traghetti Grandi Navi Veloci che arrivano la sera e scaricano centinaia di auto e TIR.
Ceniamo a buffet in Hotel al ristorante al settimo piano. La location è bella ma il cibo, fornito da un catering esterno è scarso: riso scotto, qualità bassa e poca scelta.
Usciamo per fare quattro passi dopo cena ma la zona del porto è vuota e piazza Politeama lontana, per cui torniamo a casa e andiamo a dormire.
Venerdì  mattino la colazione a buffet è molto soddisfacente e abbondante, la vista dal settimo piano spazia su tutta la città, e dalla terrazza si gode la vista della costa e del porto.
Alle 9,00 ci imbarchiamo con una nuova guida, un attempato signore con il piglio di un professore di liceo. Arriviamo a Monreale ed entriamo nel magnifico Duomo pieno di turisti. Ascoltiamo l'approfondita lezione di storia dell'arte seduti in fondo alla chiesa, e siamo rimproverati come studenti quando dopo mezz'ora di attenzione diamo segni di insofferenza.
Il chiostro a Monreale
la foto creativa
Finalmente ci alziamo e ammiriamo i mosaici, le statue e quanto di bello ci circonda  e poi usciamo nella piazza. Ci sediamo al bar e dopo esserci rinfrescati andiamo a visitare il magnifico chiostro medioevale dove Giampietro dà sfogo al suo estro fotografico inquadrando tutti con la fotocamera di traverso.
Torniamo a Palermo per visitare il  palazzo dei Normanni, la cappella palatina e l'appartamento reale.
Finalmente andiamo a pranzo in centro in un ristorante tipico. I primi sono eccellenti, ma il secondo è una delusione: spezzatino grasso di manzo. Scorrendo il menu, in realtà ci sarebbe stata una grande scelta di piatti della ricca tradizione palermitana, un'occasione mancata.
La chiesa della Martorana
La sposa 
Nel pomeriggio passeggiando arriviamo alla famosa chiesa della Martorana che visitiamo, poi assistiamo all'arrivo della sposa e dei suoi invitati per il matrimonio. Ovviamente le signore si divertono a commentare le acconciature e gli abiti delle invitate, mentre l'abito della sposa raccoglie unanimi consensi.
Poi andiamo verso il porto vecchio passando a lato dei magnifici giardini dove ci attende il pulman da quaranta posti che sostituisce il pulmino da 15 in avaria. Salutiamo e ringraziamo Francesco che ci lascia.
I giardini con alberi secolari
Il nuovo autista con la guida ci porta alla cattedrale la cui facciata è coperta da cartelloni che nascondono i ponteggi del restauro in corso. All'interno mi sorprende che le  tombe di Federico secondo e Ruggero secondo richiedano un biglietto per la visita . L'antico e imponente edificio evidenzia la necessità di restauri anche all'interno e forse di un maggior controllo dei visitatori, non sempre decorosamente vestiti.
Il mercato nei vicoli
Visitiamo poi il vicino mercato che sostituisce la famosa Vucciria, chiusa per il recupero edilizio del quartiere.
Vicoli stretti, banchi di frutta e carne ricchissimi, spazzatura accumulata negli angoli, ragazzini che corrono, motorini che si infilano tra la gente. Passeggiando tra le bancarelle arriviamo ad una chiesa aperta per la festa della contrada che è piena di luminarie per l'occasione. Riprendiamo il bus fino al  Teatro Massimo dove sostiamo per qualche foto.
Il teatro Massimo
 E' in programma la Tosca e sulla scalinata dell'ingresso tra la folla arrivano gli spettatori in abito da pomeriggio. Veniamo portati poi a piazza Politeama, piena di ragazzi. A piedi torniamo in hotel passeggiando lungo la centralissima via Vittorio Emanuele con le vetrine più di moda della città. Nella via trafficatissima i marciapiedi sono pieni di folla che si accalca ai semafori degli incroci. Scendendo verso il porto piano piano i marciapiedi si svuotano e ai lussuosi negozi fanno posto bar, pizzerie, antiquari. Mariella entra in un negozio di giade cinesi e non resiste all'acquisto dell'ennesimo gufetto della sua collezione.
Sabato mattina sveglia e colazione, alle 9,30 siamo sul pulman dove ci attende la nuova e giovane guida. Partiamo per Cefalú dove arriviamo dopo un'ora abbondante di autostrada.
Il Duomo normanno
La giornata è bella, vediamo dall'alto la zona industriale di Termini Imerese e iniziamo la nostra visita nelle pittoresche stradine del centro cittadino, fino al famoso Duomo normanno. Anche qui dopo la visita arriva una bella sposa accompagnata all'altare dal padre. Andiamo poi a visitare il caratteristico lavatoio medioevale e poi ci accomodiamo sulla terrazza del caffè a fianco della spiaggia affollata di bagnanti.
La spiaggia
Prendiamo l'aperitivo e aiutiamo Tino a sbloccare il cellulare chiamando il figlio a casa per ottenere il PUK liberatorio. Le signore fanno acquisti e poi andiamo tutti a pranzo al ristorante 'La galleria" un bel locale dove gustiamo un'ottima cucina tipica siciliana di mare. Soddisfatti usciamo nella via e ritorniamo passeggiando per i vicoli fino al parcheggio dove ci aspetta il nostro simpatico autista.
Torniamo a Palermo dopo un'ora di viaggio per salire sul monte Pellegrino al Santuario di Santa Rosalia. La strada che sale è stretta e a tornanti ed in molti punti è problematico l'incrocio tra pulmann, così salita e discesa sono sincronizzate con le corse degli autobus di linea. Inoltre è periodo di festa e per evitare ingorghi  un'auto dei vigili non permette alle auto private di salire. Invece il nostro bus  viene lasciato passare e così, ci godiamo una salita molto panoramica sulla città e sul mare. La strada incrocia il sentiero nel bosco dove molti pellegrini devotamente salgono a piedi.
Il Santuario di Santa Rosalia
Finalmente arriviamo allo spiazzo sotto il Santuario costruito addossato alla parete di roccia.
Saliamo la scalinata ed entriamo nello spazio antistante la grotta e procediamo all'interno della stessa dove sono custodite le ossa della ' Santuzza ' protettrice della città.
La teca con le reliquie
Molto strano l'effetto dell'icona blu sopra l'altare  e della grande teca illuminata con la statua d'oro della Santa. Rientriamo in Hotel, e ci prepariamo per la cena serale. Partiamo quindi per Mondello dove passiamo davanti alla spiaggia del Charleston e poi lasciamo il bus ed andiamo a piedi in salita fino al ristorante che abbiamo prenotato: il Me Cucina dove abbiamo cenato all'aperto benissimo. Ottimo staff, eccellente cucina siciliana, piatti sfiziosi ed abbondanti. Ritorniamo nel buio al bus posteggiato vicino ad un rumoroso locale da ballo dove vediamo  gruppi di giovani e belle  ragazze in minigonna arrivare per divertirsi. Al rientro il bus  passa dalla bellissima strada nel bosco sfiorando ville liberty e  stadio di calcio.
Domenica carichiamo le valige in pulman e partiamo per Segesta dove incontriamo la nostra guida che ci accompagna alla visita del tempio ben conservato.
Il Tempio di Segesta
Per salire dal tempio alla cima dell'acropoli prendiamo un bus navetta che poi ci riporta alla base della collina. Splende un bel sole caldo e cerchiamo riparo all'ombra. Poi proseguiamo verso Erice dove andiamo a pranzare alla Pentolaccia, affollatissima ma molto rapida nel servizio. Ottimo cibo tipico. Dopo pranzo passeggiamo fino ai giardini del castello.
Il castello di Erice
Il sole è forte ma guardando verso la piana di Trapani ed il mare si nota una leggera nebbiolina. Scendiamo poi con il bus ed andiamo alle saline, dove si coltiva il sale con il metodo tradizionale. E' finita l'attività che va da luglio a settembre  e le vasche di decantazione  sono occupate da stormi di uccelli.
Le saline
Notiamo che sui cumuli di sale a lato delle vasche  vengono posate delle tegole per proteggere il prodotto dalle piogge invernali. Passeggiamo e notiamo un banchetto che vende piccoli manufatti creati con il sale: modellini di barchette, mulini.
 E' presto e decidiamo di visitare Trapani dove restiamo sorpresi dalla bellezza del centro storico.  Passeggiamo visitando prima la chiesa del Purgatorio dove ammiriamo i gruppi di statue seicentesche a grandezza naturale che rappresentano le stazioni della via crucis. Visitiamo la bella cattedrale sul corso ed infine ci sediamo ai tavolini di un moderno bar e ordiniamo i vari tipi di ottime granite siciliane.
Il centro di Trapani
La grande e bella via, al nostro arrivo deserta, alle 17,00 come d'incanto si anima e arrivano al passeggio famiglie e frotte di giovani per lo struscio pomeridiano. A malincuore ripartiamo verso l'aereoporto Falcone e Borsellino di Punta Raisi dove arriviamo con il buio. Mangiamo una fetta di pizza all'unico bar aperto all'interno. Lasciamo i bagagli al check-in, passiamo dal controllo di polizia e arriviamo al gate molto affollato.
L'aereo parte leggermente in ritardo ma arriva in anticipo prima di mezzanotte a Orio, dove ci salutiamo.
Alla prossima!








lunedì 8 settembre 2014

Da Leon a Sarria 19 - 27 agosto 2014

Da Leon a Sarria 185 Km. a piedi


Lunedì 18 agosto

Ritrovo alle 16,00, mettiamo scarpe,  bastoncini e beauty case  con i coltelli svizzeri nel borsone (che va come al solito sopra il limite dei 15 Kg).  Pesiamo gli zaini 7-8 kg l'uno. Andiamo in aereoporto affollatissimo e carichiamo il borsone senza che al check-in ci venga fatto alcun rilievo. 
Decolliamo con Ryanair da Bergamo alle 17, 50 e dopo un volo tranquillo atterriamo a Santiago con 25 minuti di ritardo alle 20,40. All'arrivo nell'aereoporto di Santiago deserto, non troviamo l'ufficio della Solmar, la società di autonoleggio che quest'anno abbiamo preferito alla Hertz. Chiamiamo al telefono ed in pochi minuti veniamo prelevati da un pulmino e portati al garage esterno all'aereoporto dove ci viene consegnata una Suzuki 4S ampia e comoda.
Sanpaio - pulpo a feira y mariscos
Carichiamo i bagagli e decidiamo di andare a cena al ristorante Sanpaio  di Lavacolla che conosciamo bene e dove gustiamo gli ottimi piatti (sopa de pescado e pulpo a feira ). Ripartiamo per Lugo dove arriviamo alle 23,30 e dove il navigatore ci fa vagare nei dintorni alla vana ricerca dell' Hotel Santiago in carretera de Santiago. Peccato che di vie con quel nome ce ne siano più di una e dopo due tentativi con il tom-tom, chiamiamo la reception dell'hotel per avere indicazioni. Neanche con quell'aiuto riusciamo a districarci, addirittura ci viene consigliato di chiamare i vigili urbani che dovrebbero aiutare i turisti in difficoltà.  Poi per fortuna troviamo un bar aperto ed un gentile cameriere che ci indirizza diritti all'hotel non lontano. Andiamo a dormire passata l'una.

Martedì 19 agosto Virgen del camino-Villavante Km 23
La Virgen del Camino - Leon

Dopo colazione proseguiamo per Leon e verso le 10,00 arriviamo alla periferia della città alla Virgen del Camino, moderna basilica dove incontriamo un gentile frate domenicano che, quando sente che siamo italiani, ricorda con nostalgia i suoi 45 anni di insegnamento di Filosofia  a Roma alla Pontificia Università, la sua passione per la nostra lingua e la nostra letteratura. Ci mette il primo sello sulla credencial e ci augura buon camino. Alleggeriamo gli zaini tenendo lo stretto necessario per 2 giorni e mettiamo il resto nel borsone in auto. Facciamo scorta di acqua e prendiamo a sinistra verso Villar de Mazarife. La strada è sterrata e un venticello fresco ci accompagna nel cammino.
verso Villar de Mazarife
Dopo 2 ore di cammino entriamo nel paese e ci fermiamo a pranzo sul prato di un piccolo albergue a lato della strada dove ci rifocilliamo con una buona insalada mixta e un paio di birre gelate. Incontriamo una giovane coppia di Bergamo che alla prima esperienza, si ferma nell'albergue mentre noi riprendiamo il cammino verso Hospital de Orbigo a circa 15 Km. Il sole comincia a picchiare e la strada è asfaltata e completamente diritta e senza ombre, contornata dai canali di irrigazione dei campi di granoturco. Dopo altre 2 ore di cammino faticoso  imbocchiamo una carrareccia dove sotto una pianta c'è un pellegrino sdraiato in posizione fetale e la sua  giovane e bella compagna lo assiste. Scherzando chiedo in inglese 'Dead?' al che il morto si alza e risponde che vorrebbe esserlo. Ridiamo delle battute e chiedo da dove vengono: dalla Francia! E allora gli chiedo perchè mai quando un'italiano ed un francese si incontrano in Spagna parlano inglese? Proseguiamo perciò il discorso in francese e discutiamo sulla distanza ancora da percorrere che ci auguriamo breve. Li salutiamo e proseguiamo..... per quasi 2 ore sotto il sole sulla strada sterrata fino a che arriviamo a Villavante dove troviamo il bar e ci fermiamo distrutti. 

Villavante il bar
Siamo a 4 km dalla meta, ci facciamo due limonate ghiacciate allungate con acqua e poi chiamiamo il taxi che ci riporta velocemente alla Virgen del Camino. Riprendiamo la nostra auto e arriviamo a Hospital di Orbigo dove troviamo alloggio all'Hotel del Paso Honroso. Doccia e riposo. Decidiamo di andare ad Astorga a 15 km per cena. Arriviamo al tramonto nella piazza principale davanti alla magnifica cattedrale ed entriamo in un  ristorante molto invitante sulla piazza. Sopa de pescado con un forte sapore di stoccafisso e un piatto di pesce a la plancia. Niente di eccezionale. Ai tavoli diversi italiani, facciamo così quattro chiacchiere con una simpatica coppia di turisti lombardi. Rientriamo in Hotel e confermiamo la camera anche per la sera successiva. Decidiamo di alzarci presto e di camminare solo fino alle 3 evitando il caldo del pomeriggio.

Mercoledì 20 Agosto Hospital de Orbigo - Astorga km. 16
Ma i danni sono fatti, io ho una bolla dolorosa sopra il mignolo, Daniele un graffio sulla caviglia e Fermo mal di gambe. Visita in farmacia con compeed e crema labiale per l'herpes che mi sta dando molto fastidio. Dopo colazione zaino in spalla, prima andiamo sul duecentesco Puente del paso Honroso, dove nel medioevo un cavaliere spagnolo, per conquistare la sua dama sfidò a duello per una settimana tutti i cavalieri che volevano passare sul ponte e secondo la leggenda ne sconfisse 300.
Puente del Paso Honroso

A san Justo de la Vega
 Io devo tornare in albergo a riprendere il telefonino che ho dimenticato in camera. Poi procediamo verso Astorga, 15Km e quattro-cinque ore di cammino. Il sentiero è bello e si sale e scende a fianco della strada. Facciamo circa 1 km ogni 10 minuti. Buona media e finalmente arriviamo a vedere Astorga nella valle sotto di noi.
Passiamo da San Justo de la Vega e poi entriamo nella città e andiamo a pranzare in un bel locale. Io ordino il piatto regionale: il cocido Maragato. In effetti è un bollito misto molto abbondante di varie carni con una salsa a parte di senape. A seguire prevede un piatto di ceci e cavolo lessato ed infine un piatto di brodo con spaghettini spezzati per digerire il tutto. Alla fine avevo le visioni. Molto prudentemente Daniele e Fermo hanno invece ordinato altro (Baccalà alla romana e Ternera). Fermo ha il morale basso per la fatica e discutiamo sulla sua condizione psicologica cercando di stimolarlo a cambiare atteggiamento.
La piazza di Astorga
Dopo pranzo andiamo alla stazione dei bus ma dovremmo aspettare 3 ore per ritornare. Richiamiamo il taxi del giorno prima che ci riporta felicemente all'Hotel. Doccia e riposo, la sera ci fermiamo a cena nel restaurante dell'hotel, ceniamo con del risotto di mare e dell'insalata mista. Incontriamo un simpatico Senegalese con la cittadinanza italiana che, ha  lavorato 18 anni  come responsabile della linea di produzione del Filadelfia alla Galbani di Misano in provincia di Bergamo. Quando la società è passata prima alla Kraft e poi alla Nestlè è stato trasferito con tutti i macchinari in Spagna. Ricorda con nostalgia il periodo passato in Italia. Aveva la famiglia in Africa e stava mantenendo i figli all'università.
Che storie si incontrano sul cammino!

Giovedì 21 agosto Murias de Rechivaldo - Rabanal del camino km 16
Sveglia presto, con l'auto andiamo ad Astorga dove facciamo colazione  e proseguiamo fino alla periferia lasciando l'auto a Murias de Rechivaldo.
Murias de Rechivaldo

Prendiamo gli zaini e attraversando un bel paesaggio verde camminiamo nel fresco mattino di buon passo. Passiamo da Santa Catalina de Somoza e da El Ganso e saliamo dolcemente fino a Rabanal dove entriamo nel primo Hostal che troviamo sulla calle mayor, contrattiamo 35 euro per notte con il desayuno (la colazione) e dopo la doccia verso le 15 scendiamo in ciabatte a gustare un'ottimo pranzo. Come l'anno scorso mi viene assegnata la mansarda, con tre letti,  il tetto spiovente e tre abbaini in vetro dai quali vedo il cielo. Il fratello della titolare dell'hostal, ingegnere che lavora normalmente a Madrid, mi dà un passaggio chiacchierando piacevolmente sulla fiat panda fino a Murias per recuperare l'auto. Al ritorno approfitto per salire fino al culmine della montagna ed esplorare il percorso fino alla croce di ferro.
Il pomeriggio andiamo al convento di San Salvador e nella chiesa romanica del X secolo assistiamo ai Vespri in latino ed alla benedizione dei pellegrini. Il gentile priore ci mette il sello sulla credencial.  In questo piccolo paese sostò Filippo II nel suo pellegrinaggio a Compostela.
Rabanal del camino

 Mentre Daniele fuma il suo toscano facciamo quattro passi in mezzo al verde della montagna. Cena e buona notte. In questi villaggi di montagna le luci sono poche e fioche ed il cielo notturno è stupendamente nero con miliardi di stelle.

Venerdì 22 agosto Foncebadon - El Acebo km 12

Di buon mattino, dopo l'ottima colazione ci spostiamo a Foncebadon dove lasciamo l'auto e cominciamo la salita verso la Croce di Ferro, dai 1430 mt di Foncebadon (2 abitanti) fino agli oltre 1500 dell'altura delle Encruciadas dove si trova la croce di ferro, luogo simbolo del cammino.
La cruz de ferro

Lasciamo un sassolino sul cumulo di pietre che circonda l'alto palo di  legno in cui è infissa la piccola croce e le nostre firme sullo steccato a lato che circonda la piccola hermita adiacente. Ritroviamo il pellegrino spagnolo che pranza seduto fuori dalla chiesa che abbiamo soprannominato el cucador perchè cerca di rimorchiare  le pellegrine straniere attempate e sole. C'è un notevole numero di pellegrini che arriva e chiacchieriamo con due ragazze tedesche di Monaco molto carine.
Poi iniziamo la discesa  a lato della strada. Arriviamo a El Acebo un piccolo paese molto ben curato dove decidiamo di fermarci.
El Acebo - le rondini
All'uscita c'è un Albergue tipo resort turistico, modernissimo con piscina, chiediamo 3 camere e ci rimandano alla casa del pellegrino, una hostal tipico in centro con tre belle camere. Chiamiamo un taxi che ci riporta a recuperare la nostra auto. Il loquace tassista ci consiglia di andare a cena a Molina Seca, un bel paesino a fondo valle da Ramon. Prendiamo possesso delle nostre belle camere, pranziamo piacevolmente all'esterno osservando il via vai di pellegrini. Ci riposiamo e poi io e Daniele prendiamo l'auto e andiamo a Molinaseca facendo 8 km di strada di montagna molto impegnativa. Il paese è idilliaco, sotto il ponte medioevale e sulle rive del fiume ci sono molte famiglie che prendono il sole e bimbi che giocano.
Molinaseca

Andiamo in farmacia e compriamo dei compeed anche per la caviglia di Daniele dove si è formata una piaga dolorosa. Anch'io ho scoperto oltre alla bolla sopra il mignolo un'altra bolla sotto il medio del piede sinistro e finalmente curandola potrò camminare con meno fatica.

Ponferrada il castello templare
 Poi andiamo a Ponferrada che è a 4 km. e facciamo un giro nella città vecchia alla ricerca di un negozio di scarpe per Daniele che sta camminando con i sandali di Fermo.  Non la troviamo e osserviamo che la crisi ha inciso pesantemente sui negozi e sulle abitazioni, ovunque serrande chiuse e cartelli di se alquila e se vende. Al ritorno a El Acebo troviamo Fermo arrabbiato con noi perchè avremmo dovuto svegliarlo visto che siamo andati a Ponferrada. Dopo un'accesa discussione, per farlo contento riscendiamo in auto a Molina Seca e andiamo a cena da Ramon, ottimo ristorante anche se la cameriera che ci serve è decisamente scortese. Poi andiamo a Ponferrada, parcheggiamo al castello dei templari e giriamo per la città vecchia molto animata la sera. I locali sono pieni e la gente è allegra nonostante la crisi.
Rientriamo nella notte sulla stradina di montagna e riposiamo nelle nostre belle abitaciones.

Sabato 23 agosto Cacabelos - Pereje 14 km

Colazione spartana presto, poi andiamo in auto oltre Ponferrada fino a Cacabelos. Il mattino è limpido ma fa freddo. In centro non c'è nessuno tranne sotto i portici dove davanti ad una churreria c'è un andirivieni di persone che escono con dei sacchetti in mano. Daniele si incuriosisce ed entra scoprendo così i churros, bastoncini di farina estrusa fritti nell'olio e mangiati caldi con il caffè del mattino. Ne acquistiamo un sacchetto che ci dividiamo con gusto. Poi ci facciamo il sello grazie alle signore che stanno pulendo la chiesa parrocchiale e partiamo per Villafranca del Bierzo.
Cacabelos - il ponte all'uscita

 I primi chilometri sono sulla strada che per fortuna è poco trafficata. Sul percorso siamo sorpassati di corsa da due angeliche ragazzine che portano zaini che pesano il triplo dei nostri. Poi finalmente arriviamo a Villafranca del Bierzo, una città antica, con varie chieseed  il castello perfettamente conservato.
Villafranca del Bierzo - il castello

 Proseguiamo per la calle dell'agua contornata da palazzi antichi pieni di simboli nobiliari e passiamo davanti al palacio de Torquemada. Finalmente sbuchiamo sul ponte del rio Burbia e proseguiamo lungo la via sotto  i viadotti dell'autostrada che incombono sulla statale sottostante a fianco della quale, protetto dai new-jersey passa il nostro percorso. A sinistra nella valle sottostante scorre il  rio Valcarce con belle viste. Finalmente arriviamo a Pereje abbastanza stanchi, è ora di pranzo e ci facciamo tentare da un bar dove su di un prato all'ombra di grandi ombrelloni ci sediamo e dopo le canoniche birre ghiacciate, mangiamo delle tortillas ovvero frittate di patate. Poi Fermo e Daniele si mettono in siesta mentre io chiamo un taxi che mi riporta a riprendere l'auto. Al ritorno li raccolgo  e in macchina andiamo in avanscoperta fino al Cebreiro, il passo che divide le regioni di Leon e Galizia. Passiamo da Pedrafita do Cebreiro sulla strada ampia e saliamo fino ai 1296 metri del passo.
La chiesa di o' Cebreiro

 Facciamo fatica a riconoscere il luogo, diventato molto turistico, poi imbocchiamo una strada e proseguiamo scendendo in una vallata laterale dove ci perdiamo finendo in piccole frazioni con strade strettissime e ripide. Poi pian piano con l'intuito ed la posizione del sole riusciamo a ritornare alla strada principale e scendiamo fino a Las Herrerias dove inizia il sentiero a piedi e troviamo uno splendido hostal El capricho de Josana con 3 camere per noi.
Las Herrerias - el Capricho de Josana 
L'ambiente è rustico-raffinato, i soffitti sono a travi di legno. Ci riposiamo e poi scendiamo per cena.
La cucina è veramente buona ed il cuoco è il proprietario Josè che con la moglie Ana conduce l'hostal. A cena incontriamo una coppia di cinquantenni milanesi che sta compiendo tutto il camino. La signora bella e gentile è architetto e hanno lasciato a casa i due figli trentenni che sentono ogni sera, lui è molto atletico e si fa carico anche dello zaino della moglie trascinandosi un carrello monoruota con il bagalio.
Fa freddo e corriamo sotto le coperte. Alle quattro del mattino vengo svegliato dal rimbombo sul soffitto di due scarponi che camminano pesantemente. Per fortuna la cosa dura dieci minuti e poi posso riprendere sonno.

Domenica 24 Agosto Las Herrerias - O Cebreiro Km 8

Al mattino di buon'ora sveglia, colazione, zaini in spalla e partiamo alla conquista del passo. La giornata è splendida ma nel fondo valle all'ombra fa freddo.
Si parte per la scalata del Cebreiro
Il primo tratto è impegnativo ma su strada asfaltata e ombrosa a lato del fiume. Poi saliamo con fatica ed il sole ci scalda facendoci spogliare i maglioni. Poi a la Faba prendiamo una mulattiera sassosa che si inerpica faticosamente sul colle. Veniamo sorpassati da un pastore a cavallo seguito dai suoi cani. A metà ci fermiamo ad un bar e prendiamo due limonate Kas gelate e ci riposiamo.La vista è meravigliosa su tutta la regione di Leon. Ad una curva sul sentiero sulla costa del pendio una signora offre spremute fresche di aranci in cambio di un euro. Fermo è davanti a noi e non lo rivedremo che al passo, io e Daniele poi usciamo dalla mulattiera e preferiamo salire sulla strada asfaltata con i ciclisti, anche loro appiedati dalla pendenza ripidissima.
In cima al passo O' Cebreiro
Finalmente arriviamo in cima al passo e ci godiamo l'aria fresca ed il meraviglioso scenario della Galizia e del Leon a perdita d'occhio. Poi scendiamo nel paesino di pietra con la chiesa romanica, il convento e un sacco di negozietti turistici con una folla di ciclisti, pellegrini e visitatori.
Il villaggio in pietra e paglia di O' Cebreiro
Troviamo Fermo in chiesa dove ha già fatto mettere il sello al  frate francescano alto e segaligno che sorveglia il luogo sacro.
Poi con Daniele chiamiamo un taxi (il mitico Luis sparso su tutti i pali della zona) e arriva la sua signora che ci riaccompagna a las Herrerias.
Mangiamo due tortillas con due belle birre da Josana. Ritorniamo in auto a prendere Fermo e andiamo a Triacastela, il paesino  galiziano ai piedi del Cebreiro. Troviamo 3 abitaciones a casa David in centro, ci laviamo e riposiamo. Poi vado in farmacia preoccupato perchè l'herpes mi da sempre più noia mentre le bolle sul piede sono in via di guarigione e comincio a camminare bene. Chiedo l'aciclovir, ma la farmacista mi da delle pillole omeopatiche. Io non ci credo, però le prendo e devo dire che nei giorni seguenti piano piano l'herpes è migliorato molto.
A cena andiamo a Samos nel ristorante dell'hotel dove già nel 2009 abbiamo fatto un ottimo pranzo.
Arriviamo alle nove di sera ed è ancora chiuso, lo aprono per noi mentre gli altri avventori arrivano intorno alle dieci.
Ceniamo ottimamente, torniamo a Triacastela e dormiamo tranquillamente.

Lunedì 25 agosto da Triacastela a Samos km. 12 

Dopo la colazione frugalissima, ci incamminiamo lungo la statale tra rocce a strapiombo ed il Rio Oribio. Camminiamo in silenzio e passo passo distanzio i miei due compagni e cammino solitario abbandonando la strada asfaltata per passare nei paesini di San Cristovo do Real, Lusio. Imbocco un bellissimo sentiero ombroso sulla destra della valle tra prati e casolari sparsi nel verde.
San Cristovo do real
Incontro poi due operai cantonieri che manutengono il percorso pulendolo dalla spazzatura lasciata dai passanti e falciando la vegetazione troppo sporgente. Li saluto e cammino di buon passo fino ad una discesa molto ripida dove vengo quasi investito da tre pellegrini ciclisti che non riescono a controllare la bici sulle pietre della mulattiera. Poi finalmente arrivo a San Martin, dove scorgo il cartello Samos a 500 metri. In realtà al monastero mancano ancora un paio di chilometri.
Un chiostro del monastero di Samos
Arrivato al monastero attendo l'arrivo dei miei due amici e  insieme andiamo all'entrata  dove frate Lorenzo ci accoglie nel negozietto di ricordi e ci vende i biglietti per la visita del complesso monastico. Sono in tutto 11 frati ed il convento è splendido, recuperato dopo un devastante incendio che lo aveva distrutto nel 1959 quando erano scoppiati i magazzini di alcohol della farmacia. Ritroviamo la coppia di milanesi che esce dalla visita precedente e ci salutiamo. Facciamo la visita con la guida del frate priore, insieme ad un gruppo di spagnoli, ad una coppia di Firenze (lei galiziana con spiccato accento fiorentino) e ad una simpatica ragazza neozelandese di Wellington, che non capisce una parola delle spiegazioni in spagnolo e per cui le faccio da interprete con il mio pessimo inglese . Alla domanda ma come ti è venuto in mente di venire in Spagna dall'altra parte del mondo? Risponde con un bel sorriso, per colpa di Shirley Maclein l'attrice che in una trasmissione televisiva ha  raccontato l'esperienza del cammino. Perciò ha lasciato il  lavoro da un mese e  deciso di girare il mondo, dopo la Spagna pensa di andare in India. Che tipo! Alta un soldo di cacio ma piena di ottimismo. Osserviamo i singolari affreschi moderni che non piacciono neanche al nostro priore e usciamo sulla piazza dove troviamo subito un taxi con il quale torniamo a Triacastela a recuperare l'auto e depositiamo finalmente gli zaini!
All'arrivo nel 2014

Alla partenza nel 2009

Abbiamo completato il cammino e ci abbracciamo. Facciamo una fotografia al cartello Samos che fa il pari con quella di 6 anni fa.
Portomarin - Igrexia
In auto andiamo a Sarria girando nella parte storica. La parrocchiale è chiusa e ci facciamo mettere il sello dall'Hostal vicino. Poi Fermo ci spinge ad andare a Portomarin a pranzo nel ristorante di 6 anni fa, ci sono sempre giovani ragazze che servono e si mangia bene a buon prezzo guardando il lago sottostante.
Partiamo poi in auto verso Santiago e qui la mano di San Giacomo ci assiste, improvvisamente mentre guido ho un colpo di sonno, e l'auto sbanda. Daniele mi scuote e riesco istantaneamente a riprendere il controllo fermandomi in uno spiazzo a lato della strada. Per fortuna non veniva nessuno dall'altra parte. Lascio subito il volante a Daniele e salgo sul sedile posteriore ringraziando Santiago.  Andiamo all'Hotel Ruta Xacobea di Labacolla che conosciamo bene. Essendo pellegrini invece di 66 euro a notte paghiamo 49 compresa la ricca colazione. La sera andiamo a cena al Sanpaio a farci la sopa di pescado e l'arroz con mariscos.

Martedì 26 agosto 2014 Santiago

Colazione alle 9,30 e poi passiamo in auto sul Monte di Gozo solcando i pellegrini in marcia  e andiamo in città parcheggiando vicino a plaza de Galicia. Piove e passiamo sotto i portici fino alla cattedrale. restiamo di stucco vedendo sui terrazzi della casa di fronte statue nude di uomini massicci con enormi membri esposti.
Davanti alla cattedrale
Non siamo bacchettoni ma la provocazione ci sembra senza senso e  fuori luogo. Sono le 11, con Fermo entro nella cattedrale  ci sediamo in attesa della messa del pellegrino mentre Daniele esce per lo shopping. Prima che inizi la funzione vengono allontanati i turisti e chiuse le porte. Vengono citati i numeri dei pellegrini tra i quali un gruppo di coreani con i loro sacerdoti che concelebrano la messa. Questa volta non c'è la suora con la voce d'angelo, ma un baritono ben impostato. Alla fine del rito, con grande sorpresa di tutti viene sollevato il botafumeiro che  mi sfreccia a lato e si innalza nella navata. ! La sorpresa e l'emozione sono intense e non penso di fotografarlo, conservando così solo nella mia memoria questo momento fantastico.
Il bar - ristorante in centro

Andiamo poi a pranzo in un bar ristorante classico, come nei romanzi di Hemingway con boiserie scura, specchi, lampadari, poltrocine fine secolo. L'attesa del servizio è lunga ma poi mangiamo bene.
Giriamo per acquistare piccoli ricordi e qualche cartolina e poi torniamo in hotel a riposare.
Dobbiamo rinnovare le chiavi elettroniche per rientrare in camera.
La sera andiamo a Vilanova de Arousa sull'oceano e ceniamo al club della vela. Poi torniamo tranquillamente a dormire.


Mercoledì 27 agosto 2014 - Fermo rientra - andiamo a La Coruna

Ci alziamo tardi, il cielo è nuvoloso e dopo colazione riempiamo gli zaini e aggiungiamo a Fermo le racchette e poche altre cose nel borsone.
Un'edificio della citade
Poi insieme andiamo a vedere la cidade de la cultura: una serie di edifici monumentali di uno dei progetti più ambiziosi della regione: i documenti, i reperti e i libri della cultura galiziana in un unico grandioso complesso, costruito dall'architetto statunitense Peter Eisenman, sulle pendici del Monte Gaiás, alle spalle della Cattedrale di Santiago. Passeggiamo fuori dagli edifici deserti e poi entriamo nell'immensa biblioteca semivuota.

La torre dell'agua

Visitiamo la cafeteria  'più bella del mondo' , i plastici del progetto, le torri con l'installazione dei sacchetti trasparenti pieni d'acqua ed infine una bella mostra sull'agua douce dove su quattro piani si trovano quadri e installazioni interessanti. Sono un po' sconcertato soprattutto perchè l'opera è stata bloccata a metà per il triplicamento dei costi. Sono stati completati due edifici su quattro e alcune finiture delle vetrate con il silicone mi ricordano stranamente i supermercati Lidl.
Terminata la visita ritorniamo a Lavacolla a pranzo al Sanpaio.
Nel pomeriggio passiamo dalla Solmar a prolungare il noleggio dell'auto per ulteriori 5 giorni compresa la casco senza franchigia:  in  totale 176 euro. La metà circa di quanto ci sarebbe costata la Hertz.
Portiamo Fermo in aeroporto, e verso le 18 lo salutiamo. Prendiamo l'autostrada e in un'ora arriviamo a La Coruna,  andiamo ad alloggiare all'Hotel Plaza vicino al porto e parcheggiamo l'auto  in un garage vicino. Ceniamo parcamente nella cafeteria dell'Hotel.

Giovedì 28 agosto La Coruna - Muxia  - Fisterra

Dopo colazione alle 9,30 portiamo gli zaini in macchina e poi a piedi partiamo alla scoperta della città. Prima passiamo per il porto, poi attraversiamo il quartiere del vasco antiguo e arriviamo alla baia con il lungomare che fa un semicerchio intorno alla grande insenatura.
la Coruna - lungomare
Ovunque vediamo vie con più saracinesche abbassate che negozi aperti. Restano le insegne di centinaia di attività chiuse dalla crisi, un sacco di cartelli con si affitta e si vende, molti edifici praticamente abbandonati e fatiscenti. Intorno la gente cammina come sempre.
La Coruna - il centro
Pochi questuanti e quasi tutti spagnoli anche giovani, che con aria rassegnata ma dignitosa  tirano sera con i pochi spiccioli racimolati nella giornata. Con l'aiuto del telefonino ci dirigiamo poi verso la torre di Hercules, uno dei luoghi da visitare per il panorama sulla città. Sul lungomare molti runners e ciclisti in allenamento. La torre, di origine romana svetta sulla cima di una collina in mezzo ad un parco molto grande. Giriamo ai piedi della torre e poi ritorniamo con un lungo cammino fino alla macchina. Lungo la via Daniele vede un negozio di scarpe dove sono esposti i mocassini blu da barca. Entriamo e li compriamo in saldo per 29,99 euro.  Usciamo dalla città e prendiamo la strada per Muxia che dista una novantina di chilometri. Alle 14,00 ci fermiamo sulla strada a Coristanco in una birreria con cucina. Servizio approssimativo e  cibo dozzinale non sono esattamente quello che cerchiamo.
Muxia il faro
Ripartiamo e arriviamo agevolmente a Muxia. Parcheggiamo e assaporiamo il vento che ci porta l'odore dell'oceano. Onde bianche e spumeggianti si infrangono con fragore sulle rocce.
Muxia la Virgen de la barca
Il tetto della chiesa della Virgen della Barca è in restauro dopo l'incendio causato da un fulmine e intorno pochissimi pellegrini e turisti. Ci godiamo il momento magico. Poi andiamo verso capo Finisterre e ci fermiamo a Sardineiro al solito El Merendero.
Il proprietario è sempre quello e ci da due camere adiacenti a piano terra. La sera ottima parillada di pescado con patate e insalata mixta.
El merendero

La notte passeggio davanti al mare e cerco di identificare le stelle con l'aiuto dell'applicazione di astronomia dell'Ipad. Il cielo è nerissimo e nel buio profondo brillano tutte le stelle mentre la via Lattea, che guida i pellegrini è una  grande striscia luminosa da est a ovest.
La marea sta rimontando e si sente distintamente lo sciabordio delle onde che risalgono. In lontanza la luce del faro intermmitente  segnala le rocce alle poche barche di pescatori con le lampare in cerca di  polpi e calamari.

Venerdì 29 agosto  Finisterre - Muros - Ames casa Gasamans

Facciamo colazione e alle 9 e mezza siamo già a capo Finisterre.

Capo Finisterre - il faro
L'oceano sotto il faro è molto agitato. Lo spettacolo è bellissimo e la giornata stupenda. Rari pellegrini girano sulle rocce e l'aria è frizzante. Ci facciamo fotografare da una giovane pellegrina di Monaco di Baviera davanti al cippo del km. zero. Poi in auto saliamo per una stradina asfaltata che passa in parte al parcheggio dei camper e si inerpica sulla collina finendo davanti ad una postazione radar abbandonata. Il panorama spazia sui promontori e sulle cittadina della costa. Lasciamo il capo e entriamo in paese a Fisterra. Sulla via per il porto c'è il mercato e veniamo deviati su una laterale dove troviamo parcheggio. Siamo di fronte al piccolo castillo posto a guardia del paese sul promontorio. Un gentile signore ci chiede se vogliamo visitarlo e ci introduce nel cortiletto di entrata portandoci in una grande sala dove c'è il piccolo museo del pescatore. 1 euro per la visita.
Museo del pescatore Fisterra
Dentro ci sono una decina di persone che ascoltano in spagnolo spiegazioni sugli attrezzi di pesca in mostra. Conclusa la loro visita la guida e custode del museo ci accompagna nella stanza ed in italiano e spagnolo ci spiega in modo appassionato strumenti e tecniche di pesca del mare cantabrico e l'evoluzione nel tempo: le nasse per granchi, aragoste e polipi, i rastrelli per i cannolicchi, i palamiti per i pesci più grossi, le reti per i banchi di sardine. E' un ex pescatore e con competenza risponde alle nostre domande. Alla fine lo ringraziamo e gli chiediamo un ristorante buono ma non caro in paese e ci indica il Don Percebe di cui ci lascia un cartoncino. Passiamo dal mercato e poi passeggiamo per il porto davanti al quale si affacciano ristoranti e bar tipici. Poi risaliamo verso la strada nazionale, dove su indicazione di una gentile passante troviamo il ristorante. Ci facciamo una parillada di più di un chilo di pesce buonissimo e senza spine. Pian piano il locale si riempie e tutti prendono come antipasto il percebe, un piccolo crostaceo che esiste solo in Galizia e in Portogallo, difficilissimo da pescare e che bisogna imparare ad aprire per poterlo gustare. L'abbiamo provato a Viana e non ci fa impazzire. Facciamo poi una passeggiata digestiva ritornando alla macchina e Daniele propone per la sera di trovare un posto sull'oceano dove dormire.
Muros il porticato in pietra
Puntiamo su Muros a sud facendo la bella strada costiera e dopo più di un'ora di viaggio arriviamo in paese. E' un tipico villaggio di pietra, con portici imponenti. Guardiamo i possibili alloggi ma li scartiamo per cui proseguiamo. Passiamo da Noia un bel paesotto ma con Daniele alla fine decidiamo di puntare verso Santiago. A venti chilometri dalla città ci fermiamo sulla nazionale per bere ed andare in bagno. Consulto sull'Iphone l'app di trip advisor che consiglia nei dintorni  una casa rural per la notte.
Invece dell'oceano saremo in mezzo alle colline ed al verde. Andiamo ad Ames e poi ci perdiamo in una serie di stradine tra case sparse sulla collina. Non c'è in giro nessuno, fortunatamente vediamo una casetta con l'uscio aperto e ci fermiamo per chiedere. Busso ed entro chiedendo permesso fino a che non mi viene incontro un uomo che con fare diffidente ed aggressivo mi chiede 'que pasa?'. Faccio vedere sul Iphone il nome e l'indirizzo che cerchiamo e subito cambia atteggiamento e gentilissimo ci fornisce le indicazioni.
Amès - Casa Gasamans
Casa Gasamans è un insieme di case rurali in pietra e legno completamente ristrutturate con ampio verde ed una piscina. Ci danno un open space con due vani al primo piano di una casa vicina  con un letto matrimoniale nel primo spazio e tre letti singoli in quello adiacente. Ceniamo nel ristorante con alcune famiglie con bambini. La cameriera è molto gentile e finiamo per fare quattro chiacchiere dopo cena poi tutti a letto.


Sabato 30 agosto Ferrol

La mattina ci alziamo verso le nove e dopo colazione decidiamo di andare ancora al mare e puntiamo verso Ferrol la cittadina a nord di La Coruna. Seguiamo la bella strada nazionale fino a Betanzos una grossa cittadina alla confluenza di due fiumi con un porto fluviale a pochi km. dal mare. Cerchiamo l'hotel a quattro stelle indicato dall'Iphone ma è collocato accanto ad una casa popolare enorme e fatiscente vicino alla palude. Per cui ripartiamo e andiamo direttamente a Ferrol. Arriviamo diritti in Plaza de Espana e parcheggiamo sotto la vicina stazione.
Plaza de Espana - Ferrol

Ci orientiamo e andiamo al vicino quartiere storico della Maddalena costituito da varie vie parallele al mare intersecate da traverse perpendicolari che scendono dalla collina.
Ferrol -  il porto turistico
La maggior parte del grande porto è riservato all'arsenale dell'Armada, la marina Spagnola e infatti notiamo numerose navi militari alla fonda. Passeggiamo per le vie e oltre ad una normale animazione notiamo anche qui i segni della crisi, molti negozi chiusi e case in vendita.
Ferrol - La cattedrale
Notiamo diverse chiese importanti e l'atmosfera è gradevole. Andiamo a pranzo in un locale tipico alla Hemingway e poi su consiglio dell'Iphone troviamo l'hotel Odeon quattro stelle a prezzo contenuto vicino ad un grande centro commerciale con multisala in periferia.
La sera usciamo ed andiamo verso il porto e cerchiamo il ristorante 'O camino Ingles' vivamente consigliato. Fa freddino, e sono disponibili solo posti al bancone o all'aperto sulla piazzetta antistante.
Ci rassegnamo  e  andiamo a cena al ristorante dell'albergo.

Domenica 31 Agosto   Ferrol - Lugo - Lavacolla

Dopo colazione, carichiamo gli zaini e torniamo al porto turistico parcheggiando sotto gli alberi.

 Prendiamo la nave e facciamo il giro della grande baia e del porto osservando dal mare i forti seicenteschi messi a difesa della città e l'arsenale con le navi da guerra alla fonda.
Ferrol - Arsenale Militare
Andiamo di nuovo al ristorante el Camino Ingles e troviamo finalmente l'unico tavolo non riservato. In effetti è ottimo: ci viene servito un piatto particolare e leggero di pesce crudo e poi scegliamo una tartare di carne fresco e deliziosa.






Lugo.
 La città arrivando da nord presenta un muro impressionante di nuovi edifici sul fianco della collina. Entrati in città si sale fino alle mura che circondano la città vecchia. Entriamo a piedi dalla porta nuova e andiamo fino alla cattedrale il cui interno è grandioso. Saliamo poi sopra le mura e percorriamo tutta la cinta che chiude tra alte torri la città antica e si affaccia sugli edifici della città moderna.
Poi riprendiamo la strada fino a Lavacolla e ritorniamo al solito hotel Ruta Xacobea.
Ceniamo per l'ultima volta al Sampaio con l'ottimo arroz di mariscos.


Lugo le mura
Lugo - la cattedrale


Lunedì 1 Settembre   Santiago de Compostela- volo

Andiamo in centro a Santiago e dopo aver parcheggiato in plaza de Galicia, facciamo il giro esterno ed entriamo dai mercati generali, passiamo per l'università e scopriamo un lato monumentale della città che non conoscevamo.
il Coro di San Martin Pinario
Entro nell'imponente chiesa di San Martìn Pinario ed è una visita spettacolare al museo del  Seminario minor. Poi andiamo verso la cattedrale e troviamo casualmente un ristorante consigliato dalla guida Michelin nella Rua di Troya dove pranziamo.  Dopo pranzo facciamo un giro in auto sul monte di Gozo in  cerca di un posto all'ombra per la siesta ma poi torniamo al bar dell'hotel dove beviamo due limonate e passiamo il tempo sotto l'ombrellone sul prato. Alle 17,30 riportiamo l'auto alla Sol-mar dopo aver fatto il pieno prescritto e veniamo accompagnati velocemente all'aereoporto. Partenza in orario, volo tranquillo e atterraggio con 20 minuti di anticipo alle 23,12. Abbiamo solo bagaglio a mano e troviamo subito all'uscita Mariella che ci porta casa.



Il percorso 'pedibus calcantis'


Che dire, il percorso fatto in questi sei anni, visto sulla cartina sembra incredibile, facendo i conti ci abbiamo messo 30 giorni di effettivo cammino per circa 740 km, ai quali si aggiungono i circa 140 Km fatti sul cammino portoghese da Puente de Lima in altri 7 giorni.
Al di la di questi numeri  è un'esperienza che ti cambia in meglio! Non si può spiegare a parole l'emozione dell'arrivo a Santiago la prima volta, la serie di incontri con gli altri pellegrini, la condivisione della fatiche e delle gioie con i compagni d'avventura, la determinazione e la pazienza che occorre mettere in campo per guardare il mondo  a passo d'uomo. Si entra in una dimensione diversa del tempo.
Questo avevo scritto nel 2009 all'inizio:

Uno dei desideri che da sempre sono sepolti nel profondo sopiti dalla frenesia tutta occidentale del nostro vivere, è improvvisamente riemerso : il viaggio ..... ma non quello solito da turista, ma quello del pellegrino con la bisaccia in cerca di sè stesso e di una lontana meta che si perde all'orizzonte......
Più prosaicamente con tre amici vorrei percorrere una piccola parte del cammino di Santiago , praticamente quello che si può fare in una settimana a piedi e cioè 100-120 km.
.....camminando ..... camminando..... camminando.... mi aspetto di riscoprire la dimensione del tempo legata al passo dell'uomo come è stato per millenni.

Curare così la fatica del vivere che ci ha bruciato in un attimo tutto il passato e sedersi sulla riva del tempo, apprezzando ogni nuovo attimo senza fretta.

Avere il tempo di vedere dentro me stesso sperando di non trovarmi davanti ad un abisso vuoto coperto solo dalla sottile superficie del vivere quotidiano.

Nella fatica del viaggio e degli incontri completamente casuali con gli altri , che siano pellegrini, abitanti dei luoghi o passanti, avere la possibilità di ricercare una realtà più vicina all'essenza della vita.

Ovviamente gustare anche il polipo alla Galliega, il vino di Rioja, e tutto quello che la grande tradizione popolare della Spagna offre ai pellegrini di Santiago .

Tutte queste aspettative si sono realizzate durante il cammino anche se con molta più fatica ed intensità di quanto mi potessi immaginare. 

L'anno prossimo abbiamo promesso alle nostre mogli di rifare il percorso in auto insieme per condividere i luoghi dell'avventura.
Poi inventeremo nuove mete.
 Ad maiora!