mercoledì 14 agosto 2013

da Burgos a Léon 21-30 giugno 2013


Da Burgos a Leon 178 KM a piedi



Burgos affresco in cattedrale


21 giugno venerdì
L'anno scorso le tappe da Estella a Burgos ci sono rimaste impresse per il sole ed il gran caldo, così verifichiamo il meteo che prevede bello stabile e l'altimetria del percorso che è praticamente piatta. Non ci preoccupiamo però del fatto che cammineremo sulla Meseta settentrionale, l'altopiano mediamente a 800 metri sul livello del mare nè che le temperatura minime sono previste intorno agli 8 gradi. Notiamo invece che le massime sono intorno ai 20-25 gradi con un po' di vento:  ottimali per camminare. Perciò facciamo un grande errore, nello zaino solo magliette leggere e senza maniche. Solo all'ultimo momento prendo il giubbettino con le maniche lunghe che poi mi diventerà indispensabile. Ci imbarchiamo e  tutti  insieme mettiamo nel borsone comune le racchette, i beauty case e le scarpe di ricambio. I 15 kg di bagaglio in stiva ci costano la bellezza di 50 euro e per fortuna al check-in qualche ettogrammo in più non ci viene contestato per cui ci imbarchiamo regolarmente. Volo tranquillo e quando atterriamo a Saragozza siamo in perfetto orario. Vado immediataamente  Hertz per evitare le immancabili code mentre Fermo attende il bagagli. Al solito,  invece della Ibiza prenotata mi accordo per una Nissan-Juke spendendo 5 euro al giorno in più. E' più grande e comoda della piccola Ibiza ma il bagagliaio è comunque insufficiente e così dovremo tenere uno zaino sul sedile posteriore. L'auto è maneggevole, comoda, abbastanza veloce e silenziosa.
Con nostra sorpresa a Saragozza non si muore di caldo come l'anno scorso, c'è una temperatura ottimale. In auto abbiamo due navigatori: il Tom tom di Daniele ed il Garmin che ho comprato per 68 euro, visto che il noleggio dello stesso alla Hertz costa 14 euro al giorno. Dopo un giro vizioso tra le rotonde fuori dall'areoporto, prendiamo l'autostrada e andiamo speditamente a nord. 

La nostra auto
Verso l'una ci fermiamo all'autogrill Medas di Calahorra e pranziamo.
Arriviamo a Burgos passando in parte dai luoghi che l'anno scorso abbiamo percorso a piedi. Troviamo quasi subito l'hotel Boutique Fernan Gozales  a pochi metri dal fiume e dal ponte che porta alla cattedrale. Io e Daniele abbiamo dimenticato la nostra credenziale per cui andiamo direttamente all'Albergue de Peregrinos  dove ce ne rilasciano una nuova. Fa freddo e tira un vento gelido, tutti quelli che incontriamo sono vestiti pesante, con cappotti, giacche a vento e felpe.
Con Fermo  decidiamo di  visitare la cattedrale con le sue incredibili ricchezze mentre Daniele passeggia all'esterno.  All'uscita dallo splendido tempio, Fermo trema di freddo per cui cerchiamo un negozio che abbia maglioni con la sua taglia. Non è facile ma alla fine lo troviamo e ne compra uno bello pesante. Mettiamo l'auto faticosamente nel parcheggio sotterraneo dell'hotel che è strettissimo. La prossima volta parcheggeremo in quello pubblico sotto il Museo de l'evolucion humana che è lì  vicino. Andiamo poi a cena in un ristorante, il 24 de calle Paloma a fianco della cattedrale. All'entrata capiamo che è di alto livello ed infatti, oltre che una buona cena e del buon vino c'è anche un conto adeguato: 40 euro a testa. Passiamo nella fredda sera sul paseo dell'Espolon lungo il fiume Arlanzon e poi andiamo a dormire.



Burgos La puerta de Santa Marìa

22 giugno sabato




Al mattino, dopo colazione portiamo l'auto lungo il fiume  fino al ponte del pellegrino e la parcheggiamo all'ombra. Zaino in spalla iniziamo il Camino. Passiamo dall' Hospital del Rey, sede della facoltà di diritto e riconosciamo il cancello dove si svolge una delle scene del film 'ìl Camino per  Santiago' di Estevez.



Il cancello di Estevez
La strada è piacevole e le uniche salite sono al cavalcavia dell'autostrada. C'è vento fresco e il passo è leggero, Passiamo per Tardajos dove sostiamo vicino ad una fontana con altri pellegrini e poi entriamo nella regione degli altipiani e passiamo per piccoli paesi rurali in mezzo ai campi di grano ancora verde mentre sul ciglio del sentiero fioriscono papaveri e fiordalisi. Incontriamo uno strano pellegrino che va in senso opposto al nostro, sembra uscito da un film sul medio evo!
Pranziamo e nella Taberna notiamo una ragazza che in un fluente spagnolo dialoga con due commensali. Poi ripartiamo e la ritroviamo sotto un albero a riposare. Quando arriviamo ad Hornillos del Camino, teoricamente la fine della prima tappa di 18 km, decidiamo di proseguire ancora, non siamo stanchi, è presto e non fa caldo, così arriviamo dopo altri 16  km ad Hontanas, un paesino di 65 abitanti. Siamo stanchi e ritroviamo Lee, la bella ragazza americana di Nashville che avevamo incontrato prima  mentre si riposava beatamente sotto l'ombra di un albero. 



Hontanas - Lee

Ci dice di essere fotografa e infatti passerà la notte nella meseta a fotografare al chiaro di luna. Ci sediamo al bar della locanda e chiacchieriamo con la locandiera, chiedendole come funzionano le cose in un paese rurale di 65 abitanti. Ha la nostra età, figli e nipoti sono in città e lei ormai con il marito anziano è rassegnata a quella vita. Chiamiamo un taxi che ci riporta a Burgos all'auto. Con il mio piccolo Ipad  cerchiamo un hotel per la sera e prenotiamo al Galeries fuori città. Impostiamo la via sul Garmin che ci fa girare a vuoto per più di mezz'ora, lo spegniamo e proviamo il tom tom che si perde anch'esso. Li accendiamo tutti e due ed è una babele di indicazioni contraddittorie. Guardiamo la cartina della città e decidiamo di andare verso il centro lungo il fiume, riaccendiamo il tom tom che rinsavisce e ci porta diritti all'hotel. Esibiamo la prenotazione sul nostro tablet e ci vengono assegnate le nostre camere. Doccia, ottima cena con una buona bottiglia di rosso ed un bel sonno.

23 giugno domenica

Dopo colazione, prendiamo l'auto e andiamo diretti a Castrojeritz, 4 km dopo Hontanas. Parcheggiamo in piazza, diamo uno sguardo al paese, ai resti del castello e davanti alla chiesa di San Juan ci affardelliamo, Fermo fa scorta di bottigliette d'acqua in un bar di Calle Real facendo indispettire Daniele. Tira un bel vento freddo anche se il sole è limpido. Attraversiamo la valle del rio Odrilla e cominciamo a salire faticosamente sulla cuesta de Mostelares, oltre un km di sterrato al 12 % . Durante la salita veniamo superati da due italiani e da un anziano pellegrino che sale con passo rapido. 



Dalla cuesta de Mostelares verso ovest


Arrivati in cima accaldati siamo sferzati da un  un forte vento freddo per cui ci rifugiamo sotto la tettoia. Il paesaggio è fantastico, a est la valle con il fiume e Castojeritz mentre ad ovest tutta la nuova mesa  sulla quale ondeggiano al vento immensi campi di grano ancora verde. Scendiamo sull'altipiano e arriviamo all'albergue di San Nicolas, gestito dalla Confraternita di Perugia.


San Nicolas a Puente Fitero
Non c'è nessuno, aprirà dopo le 3 del pomeriggio. Passiamo il rio Pisuerga sul medioevale ponte Fitero ed entriamo nella provincia di Palencia. Subito dopo arriviamo a Boadilla del camino e ci fermiamo a pranzo nell'ostello rurale sulla strada. All'entrata l'impressione non è buona, siamo quasi ignorati ed il locale è dispersivo, ma poi ci riprendiamo, servizio solerte, piatti freschi, buon cibo e qualche sorriso. Riprendiamo gli zaini e arriviamo al canale di Castilla che costeggiamo per alcuni Km. Incontriamo dei pescatori di anguille e finalmente lo superiamo nella zona delle chiuse ed entriamo in Fromista. Abbiamo percorso 25 km. Alloggiamo all'ottimo Hostal San Martin davanti alla chiesa.

San Martin a Fromista

Doccia, passeggiata in ciabatte e Cerveza grande ai tavolini nella piazza per ristorarci. Ottima cena e buen reposo.

24 giugno lunedì


La piazza a Poblacion de Campo

Colazione al bar e via con gli zaini a spalla.  Fa freddo ed il cielo è terso. Lungo strade rurali, attraversiamo piccoli paesi di Poblacion de Campos, Revenga e Villarmentero dove ci fermiamo a rifornirci d'acqua e a rifocillarci.



Santa Maria la Blanca
Arriviamo infine a Villalcazar de Sirga, una cittadina di 200 abitanti fondata dai templari e visitiamo l'imponente chiesa fortezza di Santa Maria la Blanca, dove sono conservate alcune tombe reali. Incontriamo due minute ed attempate pellegrine con zaini enormi. Sono sorelle e scambiamo quattro chiacchiere rispolverando il nostro francese con soddisfazione. 
Poi proseguiamo lungo la statale asfaltata per un'altra ora e mezza e finalmente arriviamo alla nostra meta del giorno: Carrion de los Condes dove davanti alla Iglesia de Santa Maria  prendiamo alloggio all'hostal la Corte. Ci riceve una frizzante e giovanissima signorina dai modi cortesi e spicci. Doccia con sorpresa:  gli asciugamani sono molto umidi e freddi. Pranziamo molto bene nella locanda, ci riposiamo e poi usciamo per il paese.


Carrion de los condes - San Zoilo
Io mi fermo in farmacia per acquistare dei cerotti e la crema per i piedi. Infatti le scarpe nuove mi hanno provocato delle bolle non sotto le dita, bensì al di sopra. La crema del dr. Scholl è stata miracolosa, dopo la prima applicazione ha sgonfiato le bolle e attutito l'irritazione. Prendo anche qualche pastiglia per la tosse che comincia a darmi fastidio la notte. Anche Daniele lamenta tosse e malessere generale per cui si consiglia con il farmacista per avere qualche rimedio. L'unico senza problemi è Fermo. Recuperiamo l'auto a Castrojeritz e la parcheggiamo davanti alla chiesa. Fermo va alla messa del pellegrino. Nel tramonto  dalle panchine della piazza davanti alla chiesa con tutte le porte spalancate si può vedere e ascoltare la funzione mentre gli uccelli entrano ed escono dal tempio. Ceniamo sempre all'hostal che ha un ottimo ristorante.

25 giugno martedì



La mattina dopo colazione, faccio fatica a mettere le scarpe, e decido di non camminare subito. Mentre Fermo e Daniele partono con gli zaini, io faccio gasolio alla nostra Nissan  e giro per la cittadina che è veramente bella, con i giardini lungo il fiume Carrìon ed il grande monastero di San Zoilo. Poi supero i due amici a piedi e vado ad attenderli come convenuto alcuni km più avanti. Lungo la strada però incontro le due signore francesi che mi chiedono aiuto: la più giovane ha dimenticato all'Albergue il cellulare. Le carico, le riporto a Carrion  dove con sollievo recuperano il telefonino, poi le riporto sulla via con i loro enormi zaini. Mi ringraziano e se ne vanno. Carico a bordo Daniele e Fermo ed andiamo tutti a Terradillos de los Templarios da dove ripartiamo a piedi. In effetti saltiamo circa 17 km, 4 ore di di strada polverosa tra i campi al sole. Camminiamo di buon passo, e più cammino meno sento il dolore alle dita dei piedi.




La Virgen del Puente
 Dopo una fermata alla Virgen del Puente dove tra due colonne è indicato il centro geografico del Camino arriviamo a Sahagun (16 Km) e dopo qualche ricerca, troviamo ospitalità all'hostal Domus Viatoris che confina con l'omonimo Albergue dove in uno stanzone vediamo decine di letti a castello per i pellegrini ruspanti. Per noi tre camere singole con bagno. Recupero l'auto con un taxi. Incontriamo due pellegrini  italiani che si fermeranno due giorni per riprendersi prima di continuare nel camino. Hanno deciso di usare il servizio di navette che trasportano i pesanti zaini da una tappa all'altra per pochi euro e di camminare con piccoli zaini leggeri.  Poi facciamo amicizia con un medico anestesista vicentino, che viaggia su di una strana bicicletta a tre ruote dove si pedala sdraiati. Ci mostra un libro che parla dei miracoli, e discutiamo da posizioni opposte su vari argomenti. Alla fine restiamo ovviamente ognuno convinto delle proprie idee e ci beviamo una birra insieme.
Visitiamo il centro storico con le varie chiese, le imponenti rovine del monastero di San Benedetto con  l'arco di entrata al convento ed il ponte medioevale sul rio Cueza.



Sahagun Arco di entrata al monastero
Andiamo a cenare su consiglio dell'ipad all'hotel San Facundo dove incontriamo 2 toste pellegrine bresciane che cenano con un'amica inglese. E' un locale in una dimora medioevale famosa e ci vengono mostrati tutte le parti storiche dell'architettura romanico-Mudejar. Ceniamo ottimamente. Torniamo all'hostal per la notte.


26 giugno mercoledì

Fuori città il Cammino si svolge  lungo una strada con la sua pista pedonale sterrata fiancheggiata da piccoli platani appena piantati sul lato sinistro per proteggere dal sole. L'orizzonte è piatto, Daniele procede a piccoli passi e così ci distanziamo parecchio. Ogni tanto la strada scende in  avvallamenti dove scorrono piccoli corsi d'acqua. Passiamo da Bercianos del Real Camino, 200 abitanti e poi continuiamo sulla strada monotona fino ad arrivare verso le 3 del pomeriggio a El Burgo Ranero,  un paese agricolo al centro della mesa che sembra infinita. All'inizio del paese entriamo nella grande stazione di servizio circondata da un enorme piazzale pieno di autotreni. La struttura comprende il motel  El castillo, la cafeteria e un restaurante per camionisti. Prendiamo tre camere tipo Motel Agip di buona memoria, facciamo la doccia e poi scendiamo a pranzare. Recupero con un taxi la macchina a Sahagun e poi vado in avanscoperta fino a Mansilla de las Mulas la prossima tappa.

Mansilla la porta di Santiago
La sera decidiamo di andare tutti  insieme a Mansilla per ispezionare il percorso e magari cenare fuori. Cerchiamo un ristorante consigliato in una strada che il navigatore non ci riesce ad indicare, per cui ci fermiamo in un Hostal dove vediamo una partita della Confederation Cup mentre ceniamo. Torniamo poi al Motel per la notte.

27 giugno giovedì



Dopo colazione saliamo in auto e facciamo pochi Km oltre il paese fino a che un anziano pellegrino ci fa segno di fermarci. Pensando abbia bisogno di aiuto scendiamo dall'auto, è un inglese che vuole solo sapere di essere sulla strada giusta. Fermo e Daniele decidono di proseguire a piedi e si mettono gli zaini in spalla, mentre io proseguo con l'auto. Arrivo a Mansilla de las Mulas, una bella città murata sulle rive del fiume Esla e vado subito in farmacia, mi sta scoppiando un forte herpes sulle labbra e chiedo sia la crema antierpetica che pastiglie di aciclovir per metterlo sotto controllo. Poi guido  fino alle porte di Leon e verifico che il percorso sia effettivamente come specificato nella guida, uno dei tratti più pericolosi del cammino che si svolge su asfalto e senza protezioni  lungo la nazionale 120  che attraversa vari paesi ed è trafficatissima. Ritorno a Mansilla e passeggio per le vie e nel parco sul fiume in attesa dei due pellegrini che finalmente entrano nel Borgo dalla porta di Santiago.


Leon la cattedrale
Ci rifocilliamo e poi decidiamo di arrivare a Leon in auto.
A Lèon parcheggiamo in centro e visitiamo la vicina e splendida cattedrale gotica. Ascoltiamo la sua appassionante storia, dalla fondazione nel '200 alla posa di una cupola nel 600 che con il suo peso rende instabile struttura. Il successivo restauro nell' 800 con la demolizione della cupola e l'impianto di un'impalcatura all'interno per ripristinarne la stabilità. Infine  la ricollocazione di tutte le magnifiche vetrate ed il ripristino dello spazio originale con la rimozione del retablo e delle divisioni barocche. Proseguiamo il giro ed entriamo nella basilica di San Isidoro con il pantheon reale,  la cappella Sistina di Spagna, molto reclamizzata e di grande significato storico ma esteticamente deludente. Pranziamo in piazza e poi decidiamo di fare i turisti ed andare al mare, per cui  prendiamo l'autostrada che ci porta a Gijon. 


Gijon il porto turistico
Bella cittadina con grandi spiagge, con il tablet prenotiamo in centro un piccolo hotel della catena Celuisma e poi passeggiamo per la bella cittadina con caratteristici negozi. Una ferramenta ci attira in particolare, le vetrine sono piene di vecchi oggetti strani, di cui si fa fatica a capire l'uso. Poi acquistiamo dei fazzolettini di carta in una profumeria. Daniele attacca bottone con una splendida ragazza rumena, cui chiede informazioni. E' stata in Italia a Milano, ora è proprietaria del negozio e chiacchiera con piacere in italiano con noi. La sera ceniamo con ricchi piatti di pesce nella sidreria sul Porto. Fermo prova il sidro, tipica bevanda del luogo, che gli viene servito in una curiosa bottiglia e che ovviamente da buon italiano trova imbevibile.
Dormiamo confortevolmente, Daniele si è un ripreso dalla debolezza e ora lamenta solo tosse notturna.

28 giugno venerdì



Al mattino partiamo per Aviles, pensando ad Avila, la città di Santa Teresa che però e da un'altra parte della Spagna. Aviles è un centro siderugico tipo la Ilva di Taranto, per cui ce ne allontaniamo velocemente e andiamo a visitare la vicina Oviedo, la capitale delle Asturie, splendida cittadina e splendida cattedrale.



Oviedo
Grande monumento al Re Pelayo che dal suo rifugio nei Picos de Europa con trecento irriducibili cavalieri sbaragliò l'esercito musulmano nella battaglia di Covado,  prima vittoria della reconquista. Pranziamo in un bar molto sfarzoso, con grandi affreschi alle pareti e buon cibo locale.
Poi proseguiamo verso Santander passando da splendidi panorami lungo l'autostrada da dove intravediamo i Picos de Europa.
Anche a Santander prendiamo le camere all'Hotel Celuisma in centro e visitiamo la città vecchia partendo dal porto. Grandiosa la passeggiata a mare piena di gente e di turisti. Vediamo dall'esterno la cattedrale fortezza, sotto la quale un gruppo di attivisti fa partire un corteo ritmato da tamburi con slogan per l'aborto libero. Poi entriamo in una piazza vicina dove un pubblico composto ascolta un'orchestra di musica classica. Passiamo nella grande piazza successiva dove è disposto un enorme palco ed ascoltiamo un gruppo rock che spara i suoi decibel sulla folla.


Santander la cattedrale
Tira un bel vento freddo, torniamo sulla passeggiata a mare  e ci rifugiamo per cena in un ristorante svizzero, tipo bella epoque pieno di attempati signori ed eleganti signore di antica bellezza. Infine durante la notte sentiamo urla nella strada sottostante, una lite tra spacciatori del porto, ma poi velocemente tutto ritorna silenzio.

29 giugno sabato



Dopo colazione sotto un cielo nuvoloso andiamo a vedere i lussuosi quartieri bene di Santander e le belle spiagge oltre il promontorio che ospita il palazzo reale. Splendide ville immerse nel verde davanti al mare, sembra di essere a Biarritz. Ripartiamo verso Burgos lungo un affascinante percorso tra valli e cittadine in una giornata che diviene soleggiata e tersa. Arriviamo verso le 11 in tempo per i festeggiamenti di San Pietro.







Burgos l'infiorata
Lasciamo i bagagli allo splendido 'hotel Abba, sulla collina a due passi dalla cattedrale dove ci assegnano tre fantastiche suites. In città ferve la festa, tra la folla vediamo una lunga processione di associazioni e paesi del contado con abiti tradizionali, bande musicali che entrano dalla porta ad arco della città e depongono fiori  sotto la statua quattrocentesca  di Santa Maria la Mayor esposta per l'occasione sul sagrato davanti alla cattedrale. Giriamo  in città tra la folla festante, proviamo tutti i tipi di  tapas in uno dei tanti banchetti nelle piazze e poi, per evitare la folla torniamo in Hotel dove gustiamo in tranquillità un pranzo eccellente.  Ritorniamo nel centro affollatissimo e passeggiamo lungo il viale dell'Espolon. Da un grande palco un cantante ed il suo gruppo esegue musiche tradizionali e la gente balla in piazza.  La sera Daniele decide di tornare in albergo mentre io e Fermo andiamo a cena al Rincon de Espana dove mangio con gusto la medioevale  sopa castillana, una zuppa bollente e piccante con salsiccia, uovo in camicia e pane raffermo. Fantastica! Usciamo e andiamo sul lungofiume, che viene chiuso e  dove  ammiriamo lo stupendo spettacolo dei fuochi artificiali. Torniamo poi in albergo a dormire..

30 giugno domenica
Partiamo per tornare a Saragozza lungo un bel percorso su strade con pochissimo traffico tra paesaggi meravigliosi. Verso mezzogiorno siamo in città, la temperatura è più calda ma sempre gradevole. Entro nella grande cattedrale che posso visitare con calma ed attenzione. Poi mentre Fermo e Daniele preferiscono oziare in centro io vado a visitare il palazzo de l'Alaferjia, la reggia fortificata dai mori ed ora  sede del parlamento della regione.

interno dell'Alaferjia a Saragozza
Arrivo appena in tempo, la domenica chiude alle 14,30 ma in compenso la visita è gratuita. Magnifico palazzo all'interno, pieno di giardini e di decorazioni arabe e severa fortezza all'esterno. Al mio ritorno
Pranziamo in un locale in un vicolo e passeggiamo sulla piazza. Arriviamo alle 17,00 in aeroporto, restituiamo le chiavi dell'auto e ci imbarchiamo. Il volo è al completo, senza problemi arriviamo in orario a Bergamo dove ci aspetta Emilio. 






Sintesi:
Cammino di Santiago 178 Km di cui  120 a piedi e  58 in auto.
In automobile, totale  percorsi 1360 km
Spesa circa 1200 euro a testa
Come al solito ho usato tutta la biancheria e metà del resto. Non devo fare più l'errore di portare un solo paio di scarpe e di dimenticare il maglione.
Accenniamo  i piani per il prossimo viaggio, da Leon a Sarrìa 186 Km in 10 giorni.... a Dio piacendo!












martedì 6 agosto 2013

Rajastan - il viaggio aristocratico





In Italia sono tempi bui: privilegi, caste e tasse sempre più alte per mantenere sprechi non più sostenibili. L'unico possibile sollievo, fin che si può, è viaggiare lontano e vedere gli altri paesi del mondo.
Dopo un po' di sogni ad occhi aperti su Cina e Giappone (lontani), Hawaii e Australia (lontanissimi), ci accorgiamo che nel viaggio in Thailandia, ultima terra visitata a est,  abbiamo scavalcato l'India, più vicina e mai vista. Sapendo che Piero e Baby sono anni che ci tornano entusiasti, li incontriamo per farci raccontare le loro esperienze. Guarda caso sono in partenza per il loro quarto viaggio in India, ci trasmettono il loro entusiasmo e ci consigliano di rivolgerci a Noemi dell'agenzia Gattinoni di Bergamo, impareggiabile organizzatrice di viaggi da favola per quella regione. Così scopriamo che i due viaggi sono sovrapponibili, e dopo pochi giorni mettiamo a punto il programma con l'agenzia: 15 giorni in Rajastan con auto, autista e guida nello stesso periodo dei nostri amici. Partenza il 17 di gennaio da Milano alle 21, 25 con volo diretto della Jet Airways e arrivo a Delhi alle 9,55 del 18 gennaio.

A: Delhi, B:Agra, C:Samode, D:Jaipur, E:Puskar, F:Udaipur, G:Jodhpur, H:Jaisalmer, I:Bikaner, L:Mandawa
Venerdì 18.01 DELHI

Volo tranquillo e confortevole. All'arrivo cambio 500 euro all'aeroporto e ricevo circa 34.000 rupie. Poi esco passando dal check point con i soldati in armi che mi controllano e finalmente trovo i corrispondenti che ci attendevano con l'auto per portarci all'hotel. A questo punto cerco di rientrare nella hall dell'aeroporto per accompagnare fuori Mariella ed aiutarla con le due valigie. Impossibile! I soldati non permettono assolutamente a nessuno di rientrare e così faccio segno da fuori attraverso i vetri a Mariella di uscire. Lei mi capisce al volo ed esce trascinandosi i nostri due bagagli. Nella nostra stessa situazione tutti gli altri viaggiatori. In segno di benvenuto ci donano una collana di fiori gialli. Carichiamo il tutto sull'auto, una Tata e veniamo accompagnati all'Hotel sotto un acquazzone tropicale.

Periferie allagate
Strade allagate, pedoni e ciclisti con l'acqua alle ginocchia, un traffico caotico. In India si guida a sinistra come in Inghilterra, ed è obbligo suonare in fase di sorpasso anche quando si è fermi. Risultato: una cacofonia di clackson ad ogni metro tra pedoni, risciò, biciclette, tuk-tuk motociclette e scooter, camion, autobus e auto che si sfiorano e incrociano. Fa freddo, dopo la pioggia si alza una sottile nebbia. L'hotel è eccellente, la camera splendida e ci possiamo sistemare e ripulire. Quando scendiamo a pranzo incontriamo gli amici che avevano preferito un volo della Emirates con scalo a Doha. Pranziamo a buffet, eccellente, molto sofisticato. Dopo pranzo ci viene a prendere la nostra guida, Pryank,  laureato in informatica e guida con licenza nazionale, particolare che si rivelerà importantissimo durante il viaggio. La licenza nazionale infatti lo autorizza ad accompagnarci nelle visite ovunque, senza l'altrimenti necessaria assistenza di guide locali. Parla un ottimo italiano, è stato a Perugia in stage e conosce il nostro paese. L'auto che ci viene assegnata è un Toyota Land Cruiser, comodissimo e silenzioso come il nostro autista, che si dimostrerà bravissimo facendoci viaggiare veloci e sicuri per gli oltre 2300 Km del nostro viaggio.
Il cielo si è rasserenato e quindi iniziamo la visita di Dehli, in realtà di alcune delle 7 capitali che si sono stratificate nei secoli sulle rive del fiume Yamamuni, iniziando dal parco archeologico del Qutub Minar la torre alta 73 metri  "l'ombra di Allah sull'oriente e sull'occidente" costruita nel 1400 dagli invasori afgani. E' il simbolo delle dominazioni islamiche in lotta perenne con le culture della maggioranza induista .



L'architettura islamica è caratterizzata dalle volte ad arco persiano e dalle decorazioni geometriche, mentre quella Indù dalle colonne riccamente decorate con figure di dei, uomini e animali sormontate da architravi.  Il porticato del cortile è composto dalla tipica architettura indù, proveniente dai 16 templi preesistenti distrutti e poi incorporati nelle costruzioni islamiche successive. Ora che in India sono al potere democraticamente 800 milioni di indù rispetto ai 140 milioni di musulmani rimasti dopo la diaspora Pakistana, si ricomincia da capo. Nei luoghi sacri dove prima erano i templi degli dei, distrutti e sostituiti dalle moschee, ora vengono riedificati i templi indù in qualche caso distruggendo le moschee o, affiancandole con i nuovi templi.
In cittá fervono i preparativi per la festa della Repubblica Indiana celebrata il 26 di gennaio  con una imponente parata militare, per cui sparsi nella città vediamo polizia e soldati schierati ovunque  per prevenire possibili di attentati islamici.  Molti monumenti tra i quali il famoso Forte Rosso e la Porta dell'India restano inaccessibili ai turisti.
Visitiamo la New Delhi, ideata, progettata e costruita in uno stile maestoso dagli inglesi negli anni ’20 del XX secolo,  è una città dagli ampi viali alberati, parchi, giardini, grandiose residenze che ospitano gli uffici del governo, ed il Connaught Place, centro finanziario, commerciale e di business. Vediamo dalla strada l’India Gate, ovvero l’arco di trionfo che porta con sé i nomi di diverse migliaia di indiani che persero la loro vita durante la Prima Guerra Mondiale. Di fronte si trova il Rashtrapati Bhavan, la residenza ufficiale del Presidente indiano, connubio perfetto tra stile architettonico occidentale e Mughal. Circondato da enormi parchi, la sua costruzione fu ultimata nel 1929.  La parata militare parte dalla residenza e lungo un larghissimo viale  dopo oltre 3 km arriva al Forte Rosso.
Siamo ospiti dell'ottimo Hotel Crown Plaza Today.


Sabato 19.01 DELHI



La giornata dedicata alla visita della parte vecchia di Delhi. Visita al Jama Masjid, ovvero la più grande moschea dell’India; costruita tra il 1644 e il 1658 durante l’impero di Shah Jahan, è un’imponente opera architettonica di mattoni rossi e marmo bianco che si estende per 40 mt in altezza, con 4 torri agli angoli e 3 ingressi  Strade sterrate e vicoli strettissimi, pericolosi ci dice Pryiank, Mariella è costretta a indossare un vestito che la copre tutta e ci togliamo le scarpe.
Jama Masjid

Scopriamo che le moschee indiane dietro l'imponente facciata sono costituite da una sola campata a galleria non particolarmente profonda dove è posizionato il Mirhab. Il Chandni Chowk, che intravediamo,  è un bazar per lo shopping che si trova nella strada principale della vecchia Delhi. Andiamo al tempio Sikh dove dobbiamo entrare a piedi nudi e con una bandana arancione in testa, incredibile sfavillìo di pareti ricoperte d'oro davanti al libro sacro e alla folla in preghiera. Passiamo in un parco sulle rive del fiume Yamuna sorge il Rajghat, il luogo in cui venne cremato Mahatma Gandhi, in seguito al suo assassinio nel 1948.
Rajgat

Sono in corso gli onori militari con una rappresentanza di esercito, marina ed aviazione in armi davanti all'altare che ricorda il fondatore dello stato. Poi andiamo a vedere un tempio modernissimo a forma di fiore di loto costruito da un miliardario indiano fondatore della setta Baha'i come luogo di meditazione  per fedeli di tutte le religioni.






Domenica  20.01 DELHI – VRINDAVAN – MATHURA – AGRA (210 km – 4.30 ore circa)
Partenza per Agra e lungo il tragitto, si sosta a Vrindavan. Questa cittadina sorge sulle rive del fiume Yamuna. Nel cuore della città sorgono i templi di Shri Kirshna, luogo che vide nascere Krishna. Qui si trova anche il tempio Kusum Sarovar che misura circa 138 m di lunghezza, 18 m di profondità e risale all’era di Krishna. Ciò che lo rende un luogo interessante da visitare, è la sensazione di pace e serenità che offre ai suoi visitatori: è caratterizzato da boschi di Kadamb (albero preferito da Krishna) e si racconta che in questo luogo le donne "Gopis" e le mungitrici cogliessero fiori per lo stesso Krishna.  Nelle vicinanze si trovano anche numerosi Ashram (luoghi di meditazione) e piccoli templi. Inoltre, dista solo mezz’ora di cammino dal famoso tempio di Radha Kunj. Nella graziosa città di Mathura, sorge il tempio Dwarkadhish che fu costruito all’inizio del IX secolo da Seth Gokuldass di Gwalior ed è dedicato a Krishna. Pellegrini provenienti da ogni parte dell’India giungono al tempio per assistere alle coloratissime feste che si celebrano durante l’anno.

Vrindavan luogo nativo di Krishna

Il Vishram Ghat è uno dei più importanti ghat lungo il fiume Yamuna, dove Krishna si riposò dopo aver ucciso il re dei tiranni Kansa. Proseguiamo per Agra e all’arrivo, troviamo qualche problema ad arrivare all'hotel, la polizia ci blocca per un assembramento dovuto ad un incidente, passiamo a piedi e subito dopo arriva anche il nostro autista con le valige. Pernottimo ottimamente all' Hotel  Mansingh

Lunedì / 21.01 AGRA – FATEHPUR SIKRI – SAMODE (240 km – 5 ore circa)

il Taj Mahal


In mattinata visita del Taj Mahal, forse il monumento più fotografato al mondo. Non importa quante immagini si abbiano visto o non importa che tipo di aspettative una persona abbia, il Taj Mahal non tradisce mai. La gloria senza pari e la bellezza di questa costruzione va al di là di ogni aspettativa. Dalla simmetria perfetta sotto ogni aspetto, questo monumento costruito per amore si distacca per la notevole qualità del lavoro di intarsio di pietre semi preziose in marmo in stile pietra dura. Il forte rosso di Agra, lontano un paio di km, invece, venne fatto costruire sulle sponde del fiume Yamuna a nord-ovest del Taj Mahal dall' imperatore Akbar e fu successivamente arricchito con arenaria e costruzioni in marmo da Jehangir e Shah Jahan. 


Il forte rosso di Agra

Le colossali doppie mura del forte si innalzano per oltre 20mt in altezza e per 2,5 Km in lunghezza, al cui interno è possibile ammirare irreali luoghi come il Jahangir Place, il Khas Mahal, il DiwaniKhas e due meravigliose moschee. Partenza per Samode e lungo il tragitto, visitiamo Fatehpur Sikri: questa è un’affascinante città fantasma,  costruita grazie all’imperatore Akbar come sua capitale, Fatehpur Sikri era una vera e propria città da fiaba che alla morte dell'imperatore venne abbandonata;  le sue rovine sono ancora in ottime condizioni.


Fathepur Sikri
Non è difficile immaginare come poteva

essere la vita di corte durante quell’epoca grandiosa. Incastonato come un gioiello in un cortile di arenaria rosa, è la tomba in marmo di Saint Salim Chisti, circondata da marmi finemente scolpiti. Visitiamoil Buland Darwaza, il Panch Mahal, la Moschea Jami, il palazzo Birbals, il Sunhera Makan, il palazzo di Jodha Bai, il Kahanikhas, ed il Diwanim. Ripartiamo e dopo qualche peripezia ritroviamo nel buio la strada. All’arrivo a Samode nelle vie del paese incontriamo nella sera il corteo nuziale, con lo sposo sul tradizionale cavallo bianco circondato festosamente dagli invitati. Ci sistemiamo nel Samode Palace (heritage). 


Martedì / 22.01 SAMODE – JAIPUR (40 km – 1 ora circa)
Mattinata dedicata alla visita di Samode, il cui palazzo è conosciuto per i suoi dipinti in stile Shekwhawati, ma il punto forte di questo, è sicuramente la pluri centenaria Durbar Hall o Sheesh Mahal con i suoi magnifici affreschi. L’edificio è circondato dalle colline che rendono il paesaggio davvero pittoresco.


Samode Palace

Interni del Palazzo di Samode
Samode è una piccola cittadina di 8000 anime che fonda tuttora la sua esistenza sull’agricoltura e sull’artigianato e che sorge tra le desolate colline Aravali, sulla strada per Shekhawati, tappa ben conosciuta dai visitatori del Rajasthan. Il paese rappresenta il classico villaggio rustico dell’India. Qui è presente un incredibile varietà di arti e mestieri, come l’artigianato del ferro, la produzione di gioielli, il confezionamento di tappeti finemente intrecciati etc. 
Partenza per Jaipur e all’arrivo saliamo verso il forte Amber a dorso di elefante). A soli 11 km da Jaipur, il forte Amber è uno dei meravigliosi esempi di architettura Rajput che, con i suoi terrazzi ed i suoi bastioni, si riflette nel sottostante lago Maota.

L’originale palazzo venne costruito da Raja Man Singh e completato più tardi da Sawai Jai Singh, ed al suo interno si trovano il Diwan ‐eAam, l’"auditorio pubblico"; il DiwaneKhas, ovvero l’"auditorio privato" e il Sukh Niws, dove, in estate, una brezza fresca soffiando attraverso i canali d’acqua rinfresca piacevolmente l’aria.

Lago Maota
Si possono poi osservare le stanze private delle regine dalle tipiche finestre a grate attraverso le quali le regnati, nella loro intimità, potevano osservare le varie vicissitudini della corte reale. Inoltre si può ammirare il Jai Mandir, ovvero il "Tempio della Vittoria", con la sua famosa Sheesh Mahal, la scintillante "Sala degli specchi". Nel pomeriggio visita della città Jaipur: l’Hawa Mahal il famosissimo "Palazzo dei Venti", costruito nel 1799, un meraviglioso edificio di cinque piani dalla spettacolare facciata piramidale con un susseguirsi di finestre incastonate in un reticolo di pannelli, cupole e guglie.


Il palazzo dei venti
 L’Hawa Mahal fa parte del City Palace, commissionato da Sawai Pratap Singh e disegnato per le donne delle famiglie reali, le quali potevano comodamente osservare, in privato, la strada e le sue vicissitudini quotidiane. Si prosegue la visita con il PalazzoMuseo della città, un imponente fusione di stile tradizionale Rajasthani e Mughal (una parte di questo è adibito a museo, mentre la parte restante è la residenza della famiglia reale di Jaipur). Il museo risplende grazie alla sua collezione di tappeti, piccoli dipinti, e lavori artigianali.

Jantar Mantar 
Visitiamo Jantar Mantar osservatorio astronomico costruita da Jai Singh II che si trova vicino al City Palace. E’ il più grande e meglio conservato osservatorio dell’area, e grazie ai suoi strumenti, gli astronomi hanno potuto misurare le stelle e calcolare l’eclissi.
Giro per Jaipur in risciò
 La grande meridiana segna l'ora con la precisione di due secondi. Fantastico! Giriamo la città su due risciò a pedali e dopo un'ora di passeggiata paghiamo 300 rupìe (circa 2 euro) con una piccola mancia. Siamo alloggiati all'  Hotel Le Meridien






Mercoledì / 23.01 JAIPUR – AJMER – PUSHKAR (140 km – 3 ore circa)
Partenza per Pushkar e lungo il tragitto, ci telefonano dall'Hotel per informarmi di aver dimenticato il portafoglio con tutte le carte di credito. Grazie all'organizzazione dell'agenzia indiana mi verrà recapitato intatto dopo due giorni di inseguimento per tutto il Rajastan. 
Visitiamo la città di Ajmer: il Dargah Sharif è la principale attrazione della città e qui giacciono le reliquie di Sufi Saint Khawaja Moinuddin Chisti, santo musulmano originario dalla Persia. Sebbene sia uno dei più sacri templi musulmani, esso è ugualmente rispettato anche dai fedeli induisti. Infatti il tempio è affollatissimo e veniamo spinti in mezzo alla calca dei fedeli.  Poi visitiamo l'antica  moschea Adhai Din Ka Jhopra il cui nome significa "costruita in due giorni e mezzo" che è un chiaro esempio dell’architettura indo – islamica.

Adhai Din Ka Jhopra
Dopo la visita, partenza per Pushkar, dove visitiamo il tempio di Brahma, la principale attrazione della città, è ritenuto l’unico ed autentico tempio dedicato alla divinità nell’intero mondo ed è il luogo in cui la divinità si rivelò. Un’altra pietra miliare di Pushkar è proprio il suo lago, conosciuto per l’ importanza religiosa che gli proferisce una posizione di rilievo nella religione induista. Qui è possibile vedere il luogo dove l'oca di Brahma si è posata nel lago e trovare tutto intorno approssimativamente 500 templi, 52 palazzi, 52 gath etc.
 Il tempio Savitri, invece, contiene una meravigliosa statua raffigurante la moglie di Brahma, la dea da cui prende il nome il tempio. Mentre il Palazzo Man Mahal, uno dei più maestosi della città, fu fatto costruire da Raja Man Singh. Ci ospita l' Hotel Ananta Spa Resort, una tipica struttura thailandese.


Giovedì / 24.01 PUSHKAR – CHITTORGARH – UDAIPUR (285 km – 6 ore circa)



Partenza per Udaipur e lungo il tragitto, sosta alla città di Chittorgarh. Essa è dislocata a circa 112 km da Udaipur in un paesaggio desolato e accarezzato dai monsoni, con dirupi rocciosi e distese di prati. La fortezza delle città misura 180 m d’altezza ed è lunga circa 5 km. La cittadina è infatti conosciuta per la sua roccaforte in cima alla collina, e per il suo glorioso passato legato alla dinastia tradizione Rajput. Il forte che si estende per oltre 700 acri, si crede essere stato eretto da Bhim, uno degli eroi di Mahabharata. Vijay Stambh, conosciuta anche come "torre della vittoria", è alta 37 m ed ha una struttura a 9 piani; venne costruita da Maharana Kumbha per commemorare le sue gesta vittoriose contro i dominatori mussulmani nel 1440.


La torre della vittoria
Il palazzo Rana Kumbha, invece, è ritenuto il luogo in cui la principessa Padmini ed altre nobildonne commisero suicidio (Jauhar). Purtroppo, sebbene oggi rimangano solo le rovine, la bellezza del luogo continua a resistere. Dopo la visita, proseguimento per Udaipur . Pernottiamo all' Hotel The Trident

Il palazzo della principessa Pasmini










Venerdì / 25.01 UDAIPUR



Visita della città di Udaipur, splendida e romantica città famosa per i suoi laghi, palazzi e fontane. All’ombra delle rigogliose colline, si trovano i laghi Pichola, Fateh Sagar e Udai Sagar, lungo le quali sponde svettano bianchi palazzi da favola.


City palace
Mahahrana Udai Singh ha cercato rifugio proprio in queste zone per fuggire alle orde Mughal, e la rese una città moderna all’interno della valle silenziosa. Segue visita della città vecchia che, con i suoi vicoli e le sue stradine, propone moltissimi luoghi affascinanti da scoprire. Al palazzo del museo si ammira una grandiosa, opulenta e meravigliosa costruzione in marmo e granito, con un’esplosione di balconi bianchi, finestre, archi riccamente ornati e cupole che svettano dalle torri ottagonali. Da non perdere è il tempio Jagdish che fu eretto nel 1651 d.C., che è un chiaro tributo alla tenacia dei suoi costruttori e alle tradizioni artistiche che in esso vengono rappresentate. Facciamo una crociera sul lago Pichola, il più esteso e più maestoso lago della zona: dall’alto è dominato da verdeggianti colline, mentre palazzi, case, ghats, giardini e templi sorgono lungo le sue rive.
Jag Mahal e Jag Niwas (Jag Mandir) sono i due palazzi che aggiungono una nota romantica a questa fantastica ambientazione. Visita ai ghat della zona. 


Sabato / 26.01 UDAIPUR – JODHPUR (290 km – 6 ore circa)



Partenza per Jodhpur attraverso distese coltivate e deviazione tra le montagne per visitare i tempio Jainista di Ranakpur, un merletto di marmo bianco.


Il serpente dalle mille teste
Ranakpur
Nel pomeriggio visita della città, conosciuta come la "città blu", antica capitale del regno di Rathor. Un alto muro di pietra lungo 10km protegge la città ben fortificata, ed al suo interno svetta un maestoso forte sopra un basso gruppo di colline di arenaria, dominando sulle pianure circostanti. Visita al Forte Meherangarh, fondato nel 1459 A.D. da Rao Jodha, che è ornato da lunghi pannelli scolpiti e da finestre a graticcio con raffinati disegni in arenaria rossa.
Forte Meherangarh
Visita al Jaswant Thada, un imponente memoriale in marmo bianco dedicato al Maharaja Jaswant Singh, che fu costruito per commemorare le gesta e la generosità dei sovrani del XIX sec.
Il mercato
La città blu











 fantastico l' Hotel Ajit Bhawan Palace (Heritage)



Domenica / 27.01 JODHPUR – JAISALMER (290 km – 6 ore circa)

Dopo la prima colazione partenza per Jaisalmer e, lungo il tragitto, visita alla città di Mandore. Essa dista 9 km da Jodhpur ed era l’antica capitale del Mewar. 


Cenotafi

Segue trasferimento a Jaisalmer e visita serale al Sadar Bazaar .



 Hotel Fort Rajiwada


Lunedì / 28.01 JAISALMER

Visita della città, una roccaforte eretta nel XII secolo che sembra un miraggio architettonico in arenaria gialla, dal colore dell'oro, che emerge dal Thar, desolato e silenzioso deserto. 


Forse ciò che indusse Jaisal, un principe Bhatti, a stabilirsi proprio nel cuore del deserto, fu l’incomparabile bellezza e la stupefacente magia di questo luogo. Le fortezze, i palazzi ed i templi giainisti meravigliosamente scolpiti in tutta la zona di Jaisalmer sono tutte reminiscenze di un passato glorioso.
Inoltre, Patwon ki haveli e Nathmalji ki haveli sono alcuni tra i più importanti edifici tradizionali da visitare. Il lago Gadisar è sempre stato fondamentale per la città, in quanto garantiva scorte d’acqua agli abitanti di questa arida terra.
Esso è circondato da piccoli templi ed altari e durante la stagione invernale, è possibile ammirare una grande varietà di uccelli acquatici.
Segue escursione al Sam Desert: situato 45 km ad ovest dalla città, è il deserto che più si avvicina a quello del Sahara dove si possono ammirare le tipiche immagini scolpite dal vento sulle dune sabbiose , e fare safari sui cammelli.



Martedì / 29.01 JAISALMER – BIKANER (330 km – 6 ore circa)


Partenza per Bikaner attraverso una strada che si addentra nel deserto roccioso del Thar,

uno dei più aridi del mondo. Prima di entrare in città vediamo molte aree militari, presidiate da carri armati,  una grossa parte dell'esercito indiano è schierato nel deserto del Thar a fronteggiare l'ostile frontiera con il Pakistan. All'arrivo all' Hotel  Laxmi Niwas Palace (Heritage) siamo accolti da un rajiput in livrea che ci apre le porte e veniamo accompagnati nella suite del maraja che ci è stata assegnata a sorpresa. Restiamo senza parole, ci sembra di sognare! 


La cena all'aperto

Un cortile dell'hotel


La  suite reale
Fuori nei giardini è in corso uno sfarzoso matrimonio tipo Bollywood, e noi ceniamo nel cortile mentre un gruppo di suonatori e una danzatrice tradizionale danno spettacolo solo per noi.





Mercoledì / 30.01 BIKANER – MANDAWA (185 km – 5 ore circa)



Visitiamo la città di Bikaner, una città fortificata sulla rotta di un’antica carovana che dall’Africa giungeva in Asia. La fortezza di Junagarh, costruita nel 1593 d.C. da Raja Rai Sigh, ha una struttura circolare, è circondata da un fossato ed ha bellissimi palazzi al suo interno.
Quest’ultimi, costruiti in arenaria e marmo, danno vita ad un raffinato complesso di giardini, chioschi e finestre che ricoprono tutta la struttura. Il tempio giainista Bhandasar fu eretto nel XVI secolo d.C. ed è dedicato alla tredicesima Trirthankra ed un’imponente arcata fa da ingresso ad un maestoso giardino.
Tar Mandir, invece, è la cappella dove venivano celebrati matrimoni e nascite reali. Segue proseguimento per Mandawa e all’arrivo, sistemazione. Hotel Castle Mandawa (heritage) dove ci assegnano una bellissima suite.




Giovedì / 31.01 MANDAWA – DELHI (260 km – 6 ore circa)


Visita di Mandawa, una piccola città nella regione di Shekhawati, Rajasthan, con un unico fascino medievale.
Le strade sono costeggiate da case colorate ed ogni quartiere brulica di attività. Ogni abitazione ed ogni piccola costruzione sono riccamente dipinte con immagini Shekhawati, conosciute per la loro unicità e per la ricchezza di colori, difficilmente immaginabili per quei tempi. Il tour di Mandawa è molto interessante poiché ci si imbatte anche nei coloratissimi "haveli" che, con le loro particolari caratteristiche, sembrano svettare uno sopra l’altro.
Gli haveli di Chowkhani e Saraf sono tra quelli meglio conservati della regione. Segue proseguimento per Delhi e all’arrivo, sistemazione al modernissimo Hotel Radisson Blue Dwarka . Ringraziamo e salutiamo Pryiank la nostra eccellente guida e l'autista Sikri, bravo e sicuro nel traffico.

Venerdì / 01.02 DELHI – MILANO
Trasferimento all’aeroporto e dopo aver passato tutta la trafila del check in e dei controlli, ci accorgiamo che il nostro volo è sì sul tabellone ma senza il numero del gate. Ricambio le rupìe rimaste e mi ritrovo 300 euro dei 500 cambiati all'inizio del viaggio.  Avvicinandosi l'ora della partenza ci rivolgiamo al bureau informazioni facendo nascere una discussione tra i due addetti, un uomo e una ragazza su chi dovesse telefonare per avere notizie. Ci dicono di tornare dopo dieci minuti e a voce ci comunicano il gate: 9. andiamo di corsa al gate ma non c'è nessuno anche se il cartello indica il nostro volo e l'orario corretto. Chiediamo ad una addetta che ci dice di stare tranquilli che a breve il gate sarà aperto. Infatti arriva finalmente un mucchio di gente e saliamo sull'aereo della jet airways arrivato nel frattempo. Dopo un po' di attesa ci comunicano che attendono i passeggeri di un volo da Dacca, quando questi salgono a bordo, ci annunciano che stanno aspettando di imbarcare le loro valige e finalmente con due ore di ritardo decolliamo per Londra. Viaggio tranquillo, a Heatrow veloce check -in 'on the run'  per il volo Alitalia che parte in ritardo di mezz'ora per Linate. Arrivo all’aeroporto di Linate e corsa in auto fino a casa.

Però l'India  è come si vede nei documentari e si legge sui libri ma dal vivo lascia stupefatti. 

Un'esperienza unica, trattati come aristocratici inglesi negli anni venti, sulla superficie di una civiltà millenaria in cui i monumenti, i modi di vivere antichi e la contemporaneità convivono e corrono verso uno sviluppo dirompente. Tantissimi campus universitari di grande livello accanto a villaggi rurali.
Questi pochi giorni ci hanno lasciati incantati e più ricchi dentro, il mondo fuori è incredibilmente vasto e vario, e c'è ancora posto per tutti.