martedì 21 giugno 2011

L'informazione


"E' un lavoro che non ha senso. Trovo un ristorante dove si mangia bene e scrivo un articolo per farlo conoscere a tutti. Andateci, e scegliete questo e quest'altro. Che bisogno c'è di una cosa del genere? non sarebbe meglio se ognuno scegliesse liberamente quello che gli piace? Perchè ci vuole qualcuno che ti suggerisce perfino dove e cosa mangiare? E poi quando si presenta un ristorante su una rivista, in breve tempo diventa famoso, e inevitabilmente la cucina e il servizio peggiorano. Nove casi su dieci. Perchè si altera l'equilibrio tra domanda e offerta. E i responsabili siamo noi. Troviamo qualcosa, e la roviniamo sistematicamente. E' immacolata? Noi la riempiamo di macchie. Ed è questo che la gente chiama informazione. (Haruki Murakami "Dance dance dance")

giovedì 9 giugno 2011

Alla ricerca dei sentieri della via Francigena in Garfagnana

La vita è proprio strana! Da più di un anno avevo in programma di ritornare a fine maggio sul cammino di Santiago per percorrere il primo tratto da Saint Jean Pied de Port passando da Roncisvalle fino a Pamplona e oltre. Una settimana di cammino da riprendere poi a fine agosto con l'obiettivo prima o poi di arrivare a percorrerlo tutto. Finora negli anni scorsi abbiamo fatto solo l'ultimo tratto dei cammini francese e portoghese.
Invece Fermo, come dice il nome, ha voluto fermamente provare il tratto detto via del Volto Santo sulla via Francigena che  da Aulla  arriva a Lucca attraverso  la Garfagnana.
Cascate delle Marmore
Pieve San Lorenzo
Per cui ha organizzato prima un giro (540km) alla cascata delle Marmore (bellissima) poi la cena a Calvi con gli amici umbri e la notte in agriturismo.   Il giorno successivo una giornata a Pietrasanta (340 km) con pranzo di mare,  pomeriggio sulla spiaggia, visita della bella città e serata con pizza ospiti di  Fiorenzo il simpaticissimo cognato e ciclista pazzo.
Finalmente il lunedì l'arrivo a Pieve San Lorenzo alle 11 e il primo giorno di cammino con salita al santuario della Madonna della Guardia del monte Argegna. Purtroppo nessuno ci ha saputo indicare il sentiero e non abbiamo trovato nessun segnale della via francigena. Per cui abbiamo camminato sulla provinciale, per fortuna senza traffico, salendo in 8 chilometri dai 350 metri di Pieve fino agli oltre 1000 del Santuario. All'una affamati, abbiamo per fortuna incontrato il gentilissimo proprietario dell'Albergo Lo Scoiattolo, che ha aperto per noi il ristorante e ci ha lasciato alle cure della bravissima figlia che ci ha rifocillato con ottimi salumi e formaggi.
Di buon passo  siamo saliti in mezz'ora di cammino fino al Santuario dove abbiamo trovato un sacerdote ed un suo amico intenti alla recita del rosario.
Neppure loro hanno saputo indicarci i sentieri per scendere a Giuncugnano, per cui abbiamo preferito fare la strada a ritroso fino a Pieve dove abbiamo ripreso l'auto.
Da lì  siamo poi arrivati a Ponteccio, frazione di Giuncugnano e abbiamo trovato alloggio alla locanda Il Castagno. Cena a base di zuppa di farro, e qualche indicazione e cartine dai gentili proprietari. La signora oltre che una  brava cuoca è anche cavaliere della Repubblica.
Le Verrucole
Sella di Campaiana 1518 mt










Il giorno dopo in auto a San Romano con visita alla fortezza delle Verrucole e poi proseguimento fino al parco dell'Orecchiella. Lasciata la macchina siamo saliti sul sentiero n. 64 fino a metà e poi ci siamo divisi, io ho continuato la salita nel bosco mentre Fermo e Daniele hanno proseguito sulla strada verso l'orto botanico (sentiero 62). Così io sono arrivato oltre quota 1500 alla sella di Campaiana e poi sono ridisceso verso l'orto botanico passando per un terrificante e pericoloso ghiaione. Rifocillati con un panino, siamo poi tornati sui nostri passi ma a pochi metri dal parcheggio siamo stati investiti da un forte temporale. Per fortuna il bosco ci ha riparati dallo scrosciare della pioggia. Dopo una breve corsa sotto l'acqua abbiamo atteso che spiovesse  nel bar del centro visitatori con un nocino  corroborante e la compagnia di tre signore che Daniele ha definito di bellezza imperiale. Mentre tornava il sole siamo arrivati Castelnuovo di Garfagnana e abbiamo trovato alloggio all'hotel  The Marquee, gestito da un distinto gentleman italo-inglese. Visitata la cittadina e bevuto l'aperitivo nella piazza della rocca, abbiamo cercato un ristorante. Quello indicatoci (l'aquila d'oro) era chiuso, (ma non era il suo giorno di chiusura) per cui siamo andati verso il passo delle Radici e a Pieve Fosciana abbiamo trovato, per caso, il Pozzo che ci ha deliziato con i suoi piatti: tagliolini al tartufo e tagliata di manzo. Il giorno successivo, Daniele ha chiesto la cartina  al centro informazioni del parco Nazionale Tosco-emiliano e la gentilissima Antonella ci ha confermato che i sentieri della via del Volto Santo tracciati negli anni precedenti non erano stati manutenuti per cui era impossibile percorrerli se non per brevi tratti isolati.
Duomo di San Cristoforo a Barga
Ponte della Maddalena










Scendendo a valle siamo arrivati a Barga, bellissima cittadina con il notevole Duomo di San Cristoforo con una statua alto- medioevale ed un caratteristico borgo storico che abbiamo visitato. Successivamente siamo andati a Loppia alla Pieve romanica di Santa Maria e poi a Ghivizzano dove, grazie ad un gentilissimo signore, abbiamo potuto visitare il castello di Castruccio Castracani e la chiesa collegata. Poi siamo arrivati a Borgo a Mozzano dove abbiamo ammirato il grande ponte della Maddalena o del Diavolo.  Su indicazione di Antonella abbiamo poi pranzato in un ottimo ristorante sulla strada serviti da una simpaticissima signora.
Siamo infine arrivati a Lucca e abbiamo visitato nel duomo la cappella del Volto Santo, un antico crocefisso alto medioevale di cui si tramanda la miracolosa storia.
Dopo la visita siamo ripartiti ed abbiamo trovato ospitalità a Pontremoli, in un agriturismo molto bello sulle colline: il Costa Orsola. Cena molto leggera e con pochi sapori locali e poi tutti a letto nelle nostre ''case rurali''. Il mattino dopo colazione, corsa fino a La Spezia, parcheggio alla stazione e dopo qualche coda, biglietto giornaliero omnicomprensivo per le Cinque terre. Un sacco di gente sul treno e prima fermata a Riomaggiore. Prosecuzione a piedi sulla splendida via dell'amore lungo la scogliera fino a Manarola.
La via dell'amore
Riprendiamo il treno e scendiamo a Monterosso, dove pranziamo in riva al mare alla cantina di Miki in compagnia di due turiste norvegesi e di un gruppo di ragazzi trentini che intonano 'Quel mazzolin di fiori' . Pesce fresco, ben cucinato e saporito servito da una bella e simpatica cameriera. Poi riprendiamo il treno e torniamo a Spezia. Autostrada della Cisa, Parma, Piacenza, Lodi e finalmente arriviamo a Vertemate.
La Garfagnana è bellissima, piena di arte e con una natura stupenda, ma è poco organizzata, i sentieri della francigena non esistono e le strutture turistiche sono molto limitate. In compenso i prezzi sono convenienti e la gente è accogliente e premurosa. E' stata una bella scoperta!   

Imparare le poesie a memoria o no?

Quando a scuola si studiavano le poesie a memoria

Queste osservazioni scaturiscono da una piccola discussione tra amici sul nozionismo a scuola.
La nostra generazione, penso sia l'ultima che conserva il piacere di poter ricordare a memoria brani classici di prosa (Addio monti sorgenti dall'acque ed elevati al cielo....) o di poesia (sempre caro mi fu quest'ermo colle e questa siepe...) o di saper recitare pezzi di Dante, Petrarca, Pascoli e anche sonetti di Shakespeare o di Villon nelle rispettive lingue. Mariella nella sua attività di insegnante ha sempre chiesto ai propri alunni la recita a memoria di poesie e brani, ritenendo una necessità formativa l'esercizio sistematico della memoria. Così come in geografia imparare a memoria tutte le capitali del mondo, cosa che non sembra più prevista nei programmi scolastici attuali. Ma la memorizzazione è importante e così anche i nostri figli in ogni caso  esercitano la loro memoria con i testi delle canzoni che amano, come noi facevamo con quelle dei Beatles e dei Rolling Stones. Per fortuna spesso si avvicinano anche con piacere alla letteratura fuori dal circuito scolastico e si appassionano alla filmografia d'autore ricordando tutti i particolari delle opere che apprezzano.
Esercitare la memoria è un'esigenza primaria dell'uomo, e non è un caso che la nostra mente abbia un'infinita capacità di memorizzazione .

Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti. Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa - si, io immagino che sia nella testa - ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po' come le sale della biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l'archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l'aria, cambiare l'acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale. (Haruki Murakami "Kafka sulla spiaggia")

La cultura e la memoria
Nella finta guerra tra nozionismo e cultura ovvero tra memoria pura e conoscenza sistematica, si dimentica spesso che la conoscenza (memoria) è indispensabile (ma non basta) alla creazione dell'informazione utilizzabile.
Sapere una lingua senza averne memorizzato un buon numero di vocaboli così come sapere tutti i vocaboli senza conoscere le regole sintattiche e grammaticali rende impossibile ogni comunicazione .

La memoria è una facoltà della nostra mente che serve nel presente per proiettarsi nel futuro.
Vivere esclusivamente il presente, come succede  ai malati di Alzhaimer o fermarsi nel passato come avviene alle persone depresse, causa un disorientamento esistenziale che diviene una prigione dello spirito.

La religione e la memoria
In tutte le religioni è evidente la volontà di imprigionare nel passato i propri fedeli, poichè nel libro sacro Dio si è espresso in modo definitivo e da quel momento l'uomo non può fare altro che prostrarsi davanti alla divina rivelazione senza osare altri pensieri empi ed eretici.

Il potere e la memoria
Un esercizio del potere  dalle iscrizioni mesopotamiche ai commentari di Cesare fino ad arrivare all'enciclopedia sovietica è costantemente la manipolazione della storia (o memoria) dei popoli a proprio vantaggio.

La nostra memoria e le nostre sensazioni sono troppo incerte e unilaterali e quindi, per trovare la veridicità di alcuni fatti, ci basiamo su una "certa realtà". Ma quella che per noi è la realtà, fino a che punto lo è davvero e fino a che punto è quella che noi percepiamo come tale? Spesso è addirittura impossibile distinguere tra le due. Quindi per ancorare nella nostra mente la realtà e provare che sia tale, abbiamo bisogno di un'altra realtà attigua che possa relativizzare la prima. Questa realtà attigua, però, necessita come base, a sua volta, di una terza. Questa catena all'interno della nostra coscienza continua all'infinito ed è proprio grazie ad essa che noi esistiamo. A un certo punto, però, può accadere che la catena si spezzi e si faccia confondere: non capiamo più se la realtà si trovi da questa parte della catena o dall'altra. (Haruki Murakami "A sud del confine ad ovest del sole")

“Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno”.(Oscar Wilde).

Cammina leggera....

Incanto
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell'oro e dell'argento della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
e dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni
;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni
.

William Butler Yeats, da "Il vento tra le canne", 1899

venerdì 3 giugno 2011

Miriam e Marcello

Fausto Marcello Miriam
Qui siamo noi tre fratelli in una foto emblematica: Marcello che cerca di scappare, io che pur essendo più grande, non riesco a tenerlo e Miriam che invece lo gestisce senza sforzo.
Miriam è la mia impareggiabile sorellina che fin da piccola con naturalezza ha manipolato tutti, usando l'intelligenza ed  il cuore femminile per cogliere l'essenza delle situazioni e volgerle a proprio favore. Non ricordo di aver mai avuto scontri con lei, Miriam è abilissima ad evitarli con un metodo semplice, come diceva mamma:   lei ti dice sempre di sì, tanto poi fa quello che vuole. Ovviamente era bravissima a farsi adorare dal papà, che si faceva abbracciare da lei prima di andare a letto mentre a noi maschietti era concesso solo il bacino della buona notte.
Comunque Miriam è anche capace con un lampo nei suoi occhi azzurri di incenerire senza replica l'incauto che in qualche modo la contrariasse. Per fortuna normalmente preferisce aggirare l'ostacolo e arrivare al suo scopo seguendo le misteriose vie della sua logica femminile. Da fratello maggiore, ho subito realizzato che non aveva bisogno della mia protezione, se mai l'inverso, è così abbiamo un legame molto forte e affettuoso.
Marcello, anzi Marcellino, invece fin da piccolo ha sempre rimarcato la sua indipendenza ed i suoi spazi. Non è mai stato ricattabile come gli altri bambini, non appena capiva che qualcuno cercava di forzarlo sia con promesse (se fai il bravo ti compro il gelato) o con le minacce (se non fai come voglio ti tolgo la bicicletta), immediatamente l'oggetto anche il più desiderato non contava più niente per lui. Inoltre fino ai tre anni fu impossibile punirlo, anche solo una sgridata più forte causava uno spavento a tutti, perchè invece di piangere, teneva il fiato e non respirava  anche per più di due minuti di seguito diventando cianotico costringendo la mamma a evitare ogni cosa che lo contrariasse.
Essendo il più grande ero anche il più prepotente, ma anche il più esposto ai rimproveri dei genitori che erano sempre più severi con me e più comprensivi per i più piccoli. In effetti apparteniamo generazioni diverse ma abbiamo passato la nostra giovinezza insieme nel grande cortile dove abitavamo con tanti altri ragazzi. Facevamo parte della famiglia allargata con zii e cugini e poi
Maria (Caia) e Miriam
c'erano gli amici del cortile e del paese, un sacco di gente con cui siamo cresciuti e che ci ha fatto crescere.Ovviamente poichè i nostri genitori avevano negozio e lavoravano  tutto il giorno, siamo cresciuti con la nostra tata, Maria, che chiamavamo Caia, (il nome era stato inventato da Miriam che quando ha iniziato a parlare non riusciva a pronunciare Maria). Maria è entrata nella nostra casa giovanissima e ci ha seguiti con grande affetto, fino a quando si è sposata e a sua volta ha messo su famiglia. Ovviamente era spesso impegnata a sedare le nostre turbolenze di ragazzi, ma sapeva come farsi rispettare e come farci filare diritto.
Bigio e Paola
Inoltre viveva con noi la sorella del nonno, la zia Paola, che non aveva figli e che ha cresciuto con grande amore prima nostro padre ed i suoi fratelli quando sono rimasti orfani giovanissimi e poi ha allevato anche noi tre. Qui con il marito, lo zio Bigio. Di lei ho un ricordo bellissimo e tenerissimo, quando d'estate, davanti alla finestra spalancata sulla piazza, mentre pelava le cipolle piangendo sul davanzale cantava a squarciagola o sole mio!
Con mio fratello il rapporto è sempre stato competitivo, anche per la differenza di età, con alti e bassi, ma con un forte condivisione di valori e di affetti famigliari che ci ha sempre legato. Nei momenti che contano siamo sempre stati vicini, anche se non abbiamo potuto condividere il quotidiano come da ragazzi, per via delle carriere diverse  ed impegnative che abbiamo scelto. Ci siamo fatti tutti le nostre famiglie e finchè c'è stata mamma abbiamo avuto un centro di gravità che ha tenuto intorno a lei tutti i nipoti tramandando  le tradizioni e le memorie  di famiglia. Ora aspettiamo la prossima generazione perchè saremo noi i nonni che dovranno farlo!