giovedì 3 settembre 2009

Inizia il camino: da Sarrìa a Portomarin sabato 22








Dopo la colazione, alle 8,00 lasciamo l'auto alla stazione dei bus e ci incamminiamo ben carichi facendo un giro largo in città seguendo i cartelli per le auto, per poi scoprire che il camino a piedi parte dal centro storico dove troviamo il primo segnale: una freccia gialla che ci accompagnerà ovunque insieme ai cippi miliari con segnati i km che mancano a Santiago: il primo cippo che vediamo segna 111 Km. La strada campestre passa sotto gli altissimi pilastri dell'autostrada e si inoltre nei boschi e campi a est di Sarrìa. Cominciamo bene! un'erta salita nel bosco ci ricorda immediatamente 'esta selva selvaggia, et aspra e forte' della Divina Commedia con alberi enormi dai tronchi contorti dove arranchiamo insieme ad un ciclista in mountain bike. Dopo mezz'ora di salita sbuchiamo in alto nel tipico paesaggio galiziano: fattorie isolate sui declivi collegate da una rete di strade campestri in parte asfaltate. Avvicinandoci siamo assaliti a tratti dall'odore acre e pungente di fieno che fermenta e da quello del bestiame. Questi odori 'forti' ai quali ci abituiamo piano piano, ci accompagneranno lungo tutto il cammino così come il sole dietro le spalle al mattino e davanti a noi alla sera. Il cielo si illimpidisce ed il sole brilla verso le 11 ma la temperatura resta molto gradevole, anche una erta e sconnessa mulattiera che si erge davanti a noi viene superata di buon passo saltando di sasso in sasso. Veniamo superati da veloci coppie e gruppetti di pellegrini che però ripassiamo inesorabilmente con il nostro passo uniforme e continuo. incontriamo una mandria che va al pascolo: Toma, toma! è il comando che la madriana lancia per indirizzare le sue mucche al pascolo.






Non facciamo soste se non per bere e dopo 6 ore di marcia, varie salite alcune impervie e faticose discese nelle valli scendiamo a Portomarin, passiamo sul ponte che attraversa il lago e risaliamo sul lato opposto. Lasciamo gli zaini a Fermo sotto un albero ed io e Daniele entriamo nel paese trovando immediatamente un albergo dove ohimè, per 30 euro prendiamo una stanza a 3 letti fidando che la stanchezza ci farà dormire come sassi.





Ci liberiamo degli zaini, facciamo una bella doccia, e con il passo del pellegrino stanchi ed in ciabatte andiamo sulla piazza pricipale e io e Fermo insieme ad una cerveza grande mangiamo una 'racione': Insalata , jamon serrano con melon e un piatto di polpo alla Galliega . Squisito! Daniele che è andato in taxi a riprendere la macchina a Sarrìa arriva più tardi e si fa un bocadillo con coca cola all'altro bar sotto i portici!

Incredibile marciamo a 4 Km l'ora di media e Daniele al ritorno in auto si è reso conto della notevolissima distanza percorsa, 24 Km.


Portomarin ha una bella piazza con la chiesa-fortezza ricostruita dopo il trasloco di tutto il paese dal fondovalle sommerso dal lago artificiale generato da una diga costruita negli anni 60. Ci facciamo mettere i timbri 'sellos' sulla credenziale nella chiesa dedicata a San Nicola che visitiamo e chiamiamo casa seduti sul muretto.
Recuperiamo il rasoio e lo spazzolino dalla valigia in macchina e andiamo a riposare. Più tardi scendiamo al Mirador dove ceniamo sulla terrazza davanti alla valle con il lago sottostante.
Passeggiando torniamo in camera e ci apprestiamo a dormire.
Si addormentano subito Daniele e Fermo ed inizia il concerto. Sono diffidato dall'usare il ventolin e quindi cerco di smuoverli, ma Fermo non si sveglia neppure quando gli tiro le gambe e Daniele è solo un poco più reattivo. Comunque disperato, esco dalla camera e vado nella hall per chiedere una stanza aggiuntiva ma l'hotel è sguarnito di notte e così mi metto su di una poltrona e sonnecchio fino alle 3. Poi torno in camera e sono talmente stanco che cado in un sonno profondo e mi metto a russare anch'io.
Al mattino sveglia alle 6,30 e tutti ci lamentiamo del russare degli altri: d'ora in poi camere separate!