giovedì 9 giugno 2011

Imparare le poesie a memoria o no?

Quando a scuola si studiavano le poesie a memoria

Queste osservazioni scaturiscono da una piccola discussione tra amici sul nozionismo a scuola.
La nostra generazione, penso sia l'ultima che conserva il piacere di poter ricordare a memoria brani classici di prosa (Addio monti sorgenti dall'acque ed elevati al cielo....) o di poesia (sempre caro mi fu quest'ermo colle e questa siepe...) o di saper recitare pezzi di Dante, Petrarca, Pascoli e anche sonetti di Shakespeare o di Villon nelle rispettive lingue. Mariella nella sua attività di insegnante ha sempre chiesto ai propri alunni la recita a memoria di poesie e brani, ritenendo una necessità formativa l'esercizio sistematico della memoria. Così come in geografia imparare a memoria tutte le capitali del mondo, cosa che non sembra più prevista nei programmi scolastici attuali. Ma la memorizzazione è importante e così anche i nostri figli in ogni caso  esercitano la loro memoria con i testi delle canzoni che amano, come noi facevamo con quelle dei Beatles e dei Rolling Stones. Per fortuna spesso si avvicinano anche con piacere alla letteratura fuori dal circuito scolastico e si appassionano alla filmografia d'autore ricordando tutti i particolari delle opere che apprezzano.
Esercitare la memoria è un'esigenza primaria dell'uomo, e non è un caso che la nostra mente abbia un'infinita capacità di memorizzazione .

Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti. Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa - si, io immagino che sia nella testa - ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po' come le sale della biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l'archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l'aria, cambiare l'acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale. (Haruki Murakami "Kafka sulla spiaggia")

La cultura e la memoria
Nella finta guerra tra nozionismo e cultura ovvero tra memoria pura e conoscenza sistematica, si dimentica spesso che la conoscenza (memoria) è indispensabile (ma non basta) alla creazione dell'informazione utilizzabile.
Sapere una lingua senza averne memorizzato un buon numero di vocaboli così come sapere tutti i vocaboli senza conoscere le regole sintattiche e grammaticali rende impossibile ogni comunicazione .

La memoria è una facoltà della nostra mente che serve nel presente per proiettarsi nel futuro.
Vivere esclusivamente il presente, come succede  ai malati di Alzhaimer o fermarsi nel passato come avviene alle persone depresse, causa un disorientamento esistenziale che diviene una prigione dello spirito.

La religione e la memoria
In tutte le religioni è evidente la volontà di imprigionare nel passato i propri fedeli, poichè nel libro sacro Dio si è espresso in modo definitivo e da quel momento l'uomo non può fare altro che prostrarsi davanti alla divina rivelazione senza osare altri pensieri empi ed eretici.

Il potere e la memoria
Un esercizio del potere  dalle iscrizioni mesopotamiche ai commentari di Cesare fino ad arrivare all'enciclopedia sovietica è costantemente la manipolazione della storia (o memoria) dei popoli a proprio vantaggio.

La nostra memoria e le nostre sensazioni sono troppo incerte e unilaterali e quindi, per trovare la veridicità di alcuni fatti, ci basiamo su una "certa realtà". Ma quella che per noi è la realtà, fino a che punto lo è davvero e fino a che punto è quella che noi percepiamo come tale? Spesso è addirittura impossibile distinguere tra le due. Quindi per ancorare nella nostra mente la realtà e provare che sia tale, abbiamo bisogno di un'altra realtà attigua che possa relativizzare la prima. Questa realtà attigua, però, necessita come base, a sua volta, di una terza. Questa catena all'interno della nostra coscienza continua all'infinito ed è proprio grazie ad essa che noi esistiamo. A un certo punto, però, può accadere che la catena si spezzi e si faccia confondere: non capiamo più se la realtà si trovi da questa parte della catena o dall'altra. (Haruki Murakami "A sud del confine ad ovest del sole")

“Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno”.(Oscar Wilde).

Cammina leggera....

Incanto
Se avessi il drappo ricamato del cielo,
intessuto dell'oro e dell'argento della luce,
i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
e dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
invece, essendo povero, ho soltanto i sogni
;
e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
cammina leggera, perché cammini sui miei sogni
.

William Butler Yeats, da "Il vento tra le canne", 1899

venerdì 3 giugno 2011

Miriam e Marcello

Fausto Marcello Miriam
Qui siamo noi tre fratelli in una foto emblematica: Marcello che cerca di scappare, io che pur essendo più grande, non riesco a tenerlo e Miriam che invece lo gestisce senza sforzo.
Miriam è la mia impareggiabile sorellina che fin da piccola con naturalezza ha manipolato tutti, usando l'intelligenza ed  il cuore femminile per cogliere l'essenza delle situazioni e volgerle a proprio favore. Non ricordo di aver mai avuto scontri con lei, Miriam è abilissima ad evitarli con un metodo semplice, come diceva mamma:   lei ti dice sempre di sì, tanto poi fa quello che vuole. Ovviamente era bravissima a farsi adorare dal papà, che si faceva abbracciare da lei prima di andare a letto mentre a noi maschietti era concesso solo il bacino della buona notte.
Comunque Miriam è anche capace con un lampo nei suoi occhi azzurri di incenerire senza replica l'incauto che in qualche modo la contrariasse. Per fortuna normalmente preferisce aggirare l'ostacolo e arrivare al suo scopo seguendo le misteriose vie della sua logica femminile. Da fratello maggiore, ho subito realizzato che non aveva bisogno della mia protezione, se mai l'inverso, è così abbiamo un legame molto forte e affettuoso.
Marcello, anzi Marcellino, invece fin da piccolo ha sempre rimarcato la sua indipendenza ed i suoi spazi. Non è mai stato ricattabile come gli altri bambini, non appena capiva che qualcuno cercava di forzarlo sia con promesse (se fai il bravo ti compro il gelato) o con le minacce (se non fai come voglio ti tolgo la bicicletta), immediatamente l'oggetto anche il più desiderato non contava più niente per lui. Inoltre fino ai tre anni fu impossibile punirlo, anche solo una sgridata più forte causava uno spavento a tutti, perchè invece di piangere, teneva il fiato e non respirava  anche per più di due minuti di seguito diventando cianotico costringendo la mamma a evitare ogni cosa che lo contrariasse.
Essendo il più grande ero anche il più prepotente, ma anche il più esposto ai rimproveri dei genitori che erano sempre più severi con me e più comprensivi per i più piccoli. In effetti apparteniamo generazioni diverse ma abbiamo passato la nostra giovinezza insieme nel grande cortile dove abitavamo con tanti altri ragazzi. Facevamo parte della famiglia allargata con zii e cugini e poi
Maria (Caia) e Miriam
c'erano gli amici del cortile e del paese, un sacco di gente con cui siamo cresciuti e che ci ha fatto crescere.Ovviamente poichè i nostri genitori avevano negozio e lavoravano  tutto il giorno, siamo cresciuti con la nostra tata, Maria, che chiamavamo Caia, (il nome era stato inventato da Miriam che quando ha iniziato a parlare non riusciva a pronunciare Maria). Maria è entrata nella nostra casa giovanissima e ci ha seguiti con grande affetto, fino a quando si è sposata e a sua volta ha messo su famiglia. Ovviamente era spesso impegnata a sedare le nostre turbolenze di ragazzi, ma sapeva come farsi rispettare e come farci filare diritto.
Bigio e Paola
Inoltre viveva con noi la sorella del nonno, la zia Paola, che non aveva figli e che ha cresciuto con grande amore prima nostro padre ed i suoi fratelli quando sono rimasti orfani giovanissimi e poi ha allevato anche noi tre. Qui con il marito, lo zio Bigio. Di lei ho un ricordo bellissimo e tenerissimo, quando d'estate, davanti alla finestra spalancata sulla piazza, mentre pelava le cipolle piangendo sul davanzale cantava a squarciagola o sole mio!
Con mio fratello il rapporto è sempre stato competitivo, anche per la differenza di età, con alti e bassi, ma con un forte condivisione di valori e di affetti famigliari che ci ha sempre legato. Nei momenti che contano siamo sempre stati vicini, anche se non abbiamo potuto condividere il quotidiano come da ragazzi, per via delle carriere diverse  ed impegnative che abbiamo scelto. Ci siamo fatti tutti le nostre famiglie e finchè c'è stata mamma abbiamo avuto un centro di gravità che ha tenuto intorno a lei tutti i nipoti tramandando  le tradizioni e le memorie  di famiglia. Ora aspettiamo la prossima generazione perchè saremo noi i nonni che dovranno farlo!

venerdì 22 aprile 2011

La storia di Mosè

Nell'Antico Testamento affascinante è la storia di Mosè,  salvato dalle acque del Nilo, cresciuto come un principe egiziano, guida del popolo ebraico nell'Esodo fino alla Terra Promessa.
Nel racconto biblico l'intervento di Dio è continuo e invadente: le dieci piaghe sull'Egitto, l'apertura del mar Rosso, la colonna di fiamme davanti al popolo in cammino, i dieci comandamenti, la manna, i quarant'anni di peregrinazioni nel deserto del Sinai, l'arrivo nella valle del Giordano, la conquista di Canaan.
Tutto questo  certificato nella memoria dalla straordinaria rappresentazione agiografica del film colossal "I dieci comandamenti" con Charlton Heston nel personaggio di Mosè.
Una ricostruzione delle imprese di Mosè è stata oggetto di una serie di trasmissioni di Hystory Channel curata  dalla BBC con un gruppo di archeologhi e storici che con metodo e rigore scientifico hanno ricostruito quelle vicende bibliche tracciando un profilo di Mosè estremamente critico.
Mosè  viene descritto come uno stratega abile e spietato, educato alla guerra nel potente esercito egiziano, profondo conoscitore del terreno e delle proprie forze, determinato a guidare il popolo con le buone e con le cattive. La Bibbia descrive la sua crudeltà quando ordina lo sterminio di popoli interi pretendendo l'uccisione di donne e bambini. Fa vagare gli ebrei nel deserto del Sinai per quarant'anni per far crescere due leve di nuovi guerrieri e disporre di un esercito sufficientemente numeroso, bene armato e bene addestrato necessario alla conquista di Canaan.
Impone a forza i dieci comandamenti eliminando fisicamente tutti i suoi oppositori.
E' un politico risoluto e un comandante militare capace di  utilizzare tutte le tattiche imparate dall'esercito egiziano, come al momento della fuga con lo stratagemma della colonna di fuoco usualmente posta davanti alle colonne in marcia e portata in coda nella notte per confondere l'esercito del faraone, di cui copia la disposizione delle truppe e le tattiche di combattimento nella conquista della valle del Giordano.
Secondo gli studiosi tutti i prodigi attribuiti alla divinità come il passaggio del Mar Rosso, la colonna di fuoco che precede il popolo, sono spiegabili razionalmente alla luce delle conoscenze storiche dell'epoca. Inoltre ipotizzano che la morte di Mosè sia avvenuta molto probabilmente durante una rivolta contro il suo dispotismo.
Molto spesso nella Bibbia l'ira di Dio si scatena per fatti incomprensibili, quasi fosse modellato sui capricciosi despoti orientali, come nel caso dell'acqua che non sgorgava come promesso dalla pietra al primo colpo di bastone, arrivata al secondo e costata a Mosè l'interdizione all'entrata nella Terra Promessa per aver dimostrato poca fede nella parola del suo Signore.

Tutti questi fatti, sono stati acquisiti acriticamente come prodigi divini con l'educazione  religiosa iniziata da bimbo con l'insegnamento delle preghiere e della devozione da mia nonna e proseguita negli anni dell'adolescenza con il catechismo, la frequentazione della Messa e la vita dell'oratorio.
Questa educazione tradizionale è stata poi affiancata dalla lettura della Bibbia, stimolata da ottimi sacerdoti, che mi hanno appassionato alle storie dei suoi personaggi.
Ovviamente lettura e analisi era mediata da testi divulgativi e apologetici finalizzati ad aumentare la devozione e la fede.
Poi la maturazione culturale mi ha portato ad una visione critica del Libro e delle sue storie soprattutto dopo la scoperta di tutta la serie di altri libri "sacri" generati dalle varie civiltà : i Veda dell'India, i libri dei Miti egiziani, Greci, Assiro Babilonesi, Buddisti e Islamici.
Un singolo Dio o più Dei di volta in volta benefattori o distruttori, generosi o vendicativi sono i protagonisti e gli ispiratori della storia umana con prodigi, interventi diretti o mediati da profeti a dettare i codici delle leggi morali e di comportamento dell'umanità.
Mosè, il grande profeta, in realtà era un crudele e barbaro genocida, senza alcuna remora neppure verso i suoi antichi benefattori ed il suo stesso popolo.

Ovviamente la mia conclusione è che ogni Dio sia stato creato dall'intelligenza dell'uomo a propria immagine e somiglianza così come ogni libro sacro in ogni tempo.
Bene, così il mio essere agnostico si conferma con maggior forza.

martedì 22 marzo 2011

Che futuro!!

All'incontro Assintel sulla Responsabilità sociale ascolto un dinamico professore dell' Università la Sapienza di Roma, Domenico De Masi, che ha tracciato i trends o meglio le tendenze che si evidenziano nel prevedere un futuro possibile nel 2020.
Molto interessante tenendo conto che il 2020 è .... tra nove anni.

2020 Dieci trend di © Domenico De Masi
I Cerea: la prima con la quarta generazione
1. Longevità.
Nel 2020 la popolazione mondiale sarà un
miliardo più di oggi. L’Aids e molti tipi di cancro saranno
debellati; la fecondazione artificiale e la clonazione umana
saranno all'ordine del giorno; il biossido di carbonio
dell’atmosfera sarà reso innocuo; i ciechi potranno vedere
attraverso apparati artificiali.
Si potrà vivere fino a 850.000 ore, rispetto alle attuali 700.000.
Un cittadino su tre avrà più di 60 anni. Vivranno più a lungo le
persone più scolarizzate e con relazioni sociali più intense. Ci
saranno 50 milioni di malati di Alzheimer, 60 milioni di malati
di febbre “dengue” e un miliardo di obesi.
La maggioranza delle persone diventa vecchia soltanto
nell’ultimo anno della propria vita, durante il quale le spese
farmaceutiche sono pari alla cifra impiegata per comprare
medicine in tutti gli anni della vita precedente.

Marte?
2. Tecnologia.

Nel 2020 gran parte delle automobili andranno
all’idrogeno e saranno teleguidate. La durata dei beni di
consumo sarà il triplo di quella attuale. Per la legge di Moore,
la potenza di un chip raddoppia ogni 18 mesi: dunque, nel
2020 sarà piccolo quasi quanto un neurone umano e la sua
potenza supererà un miliardo di transistor.
Il XX secolo fu segnato dall’automazione; il XXI secolo sarà
segnato dall’ingegneria genetica.
Gli elaboratori saranno capaci di svolgere tutte le mansioni
ripetitive, molte mansioni flessibili, alcune attività creative.
Grazie all’informatica affettiva, i robot saranno dotati di
empatia. Potremo portare in un taschino tutta la musica, i film, i
libri, l’arte e la cultura del mondo. Resterà il problema di come
trasferire questo patrimonio dal taschino al cervello.


la giostra dell'economia
3. Economia

Nel 2020 il PIL pro-capite nel mondo sarà di 15.000
dollari, contro gli attuali 8.000. L’Occidente avrà ridotto del 15% il
proprio potere d’acquisto. La classe media rappresenterà il 50%
della popolazione mondiale.
Il Primo Mondo conserverà il primato nella produzione di idee ma
riuscirà sempre meno a saccheggiare i Paesi poveri. I Paesi
emergenti produrranno soprattutto beni materiali. Il Terzo Mondo
fornirà materie prime e manodopera a basso costo. L’Africa resterà il
continente più povero del mondo. L’Europa dei 27 resterà il più
grande blocco economico, con la migliore qualità della vita.
La Cina avrà un PIL uguale a quello degli Stati Uniti, avrà le
maggiori riserve valutarie, sarà il maggiore acquirente di automobili
e il principale produttore di

reverse innovation. Avrà le maggiori
banche del mondo e 15 megalopoli con più di 25 milioni di abitanti.
Accanto ai Bric (Brasile, Russia, India, Cina), saranno emersi i
Civets (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa).
In tutti questi paesi, aumenteranno i consumi e l’inquinamento.
Nella manutenzione domestica e nella produzione energetica
avanzerà il “fai da te.


Chi buttiamo?
4. Lavoro

Nel 2020 i lavori manuali e quelli intellettuali ma esecutivi
saranno assorbiti dalle macchine, trasferiti nei Paesi emergenti o
affidati a immigrati.
I creativi (30%) occuperanno la parte centrale del mercato, più
garantita e retribuita. Si esprimeranno senza orario né sede,
attraverso un’attività che possiamo chiamare “ozio creativo” in cui
lavoro, studio e gioco si confondono tra loro, si destrutturano nel
tempo e nello spazio, si femminilizzano, si organizzano per obiettivi,
dipendono dalla motivazione.
Gli addetti ai lavori esecutivi (40%), lavoreranno con minori garanzie,
per un massimo di 60,000 ore in tutta la loro vita.
Tutti gli altri (30%) avranno il diritto di consumare, non di produrre.
Sarà sempre più necessario e complesso ridistribuire la ricchezza, il
lavoro, il sapere e il potere.


il gioco degli specchi
5. Ubiquità e plasmabilità.

Nel 2020 la rete avrà trasformato
il mondo intero in un’unica agorà capace di rappresentare tutto
l’amore e tutto l’odio del mondo.
Potremo metterci in contatto ovunque e con chiunque, in
qualsiasi punto del pianeta, senza muovere un passo. Teleapprenderemo,
tele-lavoreremo, tele-ameremo, ci teledivertiremo.
Correremo perciò il rischio di diventare obesi per
mancanza di moto e troppo astratti per mancanza di contatti
materiali con i nostri simili. L’obesità cronica riduce la vita di 10
anni.
Grazie alla chirurgia plastica, l’estetica dei nostri corpi potrà
essere modificata a piacimento.
Grazie alla farmacologia, ciascuno potrà inibire i propri
sentimenti, acuirli, simularli o combinarli.


viaggi
6. Tempo libero.

Nel 2020 ogni ventenne ha davanti a sé più
di 600.000 ore di vita. Per gli addetti a mansioni esecutive, il
lavoro occuperà solo 60.000 ore, cioè un decimo della vita
adulta. 240.000 ore saranno dedicate alla cura del corpo
sonno, care, ecc.) e 300.000 al tempo libero.
Dunque ogni ventenne destinato a lavori esecutivi, disporrà di
un tempo libero cinque volte superiore al tempo di lavoro.
Come occuparlo? come evitare la noia, la violenza, la droga?
Come crescere intellettualmente? Sfocerà in maggiore
violenza o in maggiore pace sociale? e la violenza, sarà
virtuale o reale?
Occorrerà dunque formarci al tempo libero, fin da oggi, più di
quanto usiamo formarci al tempo di lavoro.


le donne
7. Androginia.

Nel 2020 in tutto il mondo le donne vivranno
almeno tre anni più degli uomini. Il 60% degli studenti
universitari, dei laureati e dei possessori di master saranno
donne. Molte donne sposeranno un uomo più giovane di loro.
Molte avranno un figlio senza avere un marito, mentre agli
uomini non sarà ancora possibile avere un figlio senza avere
una moglie.
Per tutto questo, le donne saranno al centro del sistema
sociale e ne gestiranno il potere con la durezza che deriva dai
torti subìti nei diecimila anni precedenti.
I valori fin qui coltivati prevalentemente dalle donne (estetica,
soggettività, emotività, flessibilità) avranno colonizzato anche
gli uomini. Entrambi condivideranno le attività di produzione e
di cura. Negli stili di vita prevarrà l’androginìa.

la saggezza antica

8. Etica.

Nel 2020 il mondo sarà più ricco ma resterà ineguale.
Oggi una mucca da latte in Europa riceve un sussidio di 913
dollari mentre un abitante dell’Africa sub-sahariana riceve 8
dollari.
Nonostante il fenomeno del

mainstream, la visibilità delle
disuguaglianze alimenterà movimenti e conflitti.
D’altra parte il 70% dei lavoratori lavorerà nel settore terziario.
Nella società dei servizi, l'affidabilità delle prestazioni e la loro
qualità costituiranno il primo vantaggio competitivo; l'etica dei
professionisti costituirà il loro requisito più apprezzato.
Come la società industriale è stata più onesta e trasparente di
quella rurale, così la società postindustriale sarà più onesta e
trasparente di quella industriale. Dunque, se vorremo avere
successo, ci toccherà essere galantuomini.


Ti guardo!
9. Estetica.

Nel 2020 i credenti si appelleranno soprattutto alla
fede, i laici soprattutto all’estetica che, più di ogni altra
disciplina, si incarica dell’umana felicità.
Le tecnologie saranno più precise di quanto occorra a coloro
che le useranno: già oggi gli orologi da polso spostano solo un
milionesimo di secondo all’anno e sono 200 volte più precisi di
quanto occorra ai normali utenti. Ne consegue che la qualità
formale degli oggetti interesserà più della loro

scontata
perfezione tecnica.
Perciò l’estetica diventerà uno dei principali fattori competitivi e
chi si dedicherà ad attività estetiche sarà più gratificato di chi si
dedicherà ad attività pratiche.

Le radici

10. Cultura.

Nel 2020 l’omologazione globale prevarrà
sull’identità locale. Si terrà sempre meno conto degli Stati nazione
e sempre più conto della biosfera. Tuttavia, ognuno
tenderà a diversificarsi dagli altri per quanto riguarda i desideri,
i gusti, i comportamenti individuali.
Il Washington consensus (mercato + pluralismo + libertà) sarà
insidiato dal
Beijing consensus (“socialismo di mercato” +
partito unico + autoritarismo).
L’Africa sarà il continente con il maggior numero di monoteisti
(640 milioni di cristiani e 700 milioni di islamici).
L’istruzione sarà intesa come formazione permanente e
occuperà almeno 100.000 ore della vita. La maggiore
produzione e trasmissione del sapere avverrà secondo il
criterio di “molti per molti” (Wikipedia, Etsy, Facebook, sistema
Abreu, ecc.).

© Domenico De Masi

E io come me la caverò nel 2020?

Bene! Riflettendo su queste previsioni mi sono chiesto, come mi posso collocare in questo scenario e mi sono fatto un piccolo esame psico fisico. Nel 2020 se ci arrivassi, compirei 73 anni ! Per ora va bene, e salvo imprevisti potrei morire ancora vivo e sano dopo il 2030.
Come stiamo, carissimi fisico e psichico mi sono chiesto:
Tenendo conto che mio cuore ha superato ormai i due miliardi di battiti e dopo aver revisionato l'impianto idraulico (due stent inseriti nel 2001 per riaprire le coronarie intasate dal colesterolo),  dagli esami clinici, pressione etc. tutto sembra ancora in ottima forma.
Sono ormai anni (dal 1972) che all'inizio della primavera mi scoppia l'allergia! Secondo i medici sono allergico in forma più o meno forte a circa 90 dei 120 gruppi di sostanze per cui ho fatto il test. Cinque anni di vaccino specifico mi hanno ridotto la sensibilità a queste sostanze (graminacee in testa) e ora la manifestazione dei sintomi si è ridotta a una lieve asma notturna che contrasto con inalazioni di Ventolin e molto più raramente con del cortisone.
Come non bastasse, la nutrizionista mi ha trovato intolleranza alimentare a un sacco di cose buone: frumento, olio d'oliva, latte vaccino e derivati etc.... e un bel sovrappeso che sto curando....mangiando il meno possibile e passeggiando il più possibile. Ma perchè tutte le cose che mi piacciono mi fanno male?
La relativa tranquillità della vita da pensionato è insidiata da un certo stress per tutta una serie di attività inderogabili che mi impegnano un sacco di tempo. Sono le stesse che facevo quando ancora lavoravo e che comprimevo nel tempo libero, ma ora si sono dilatate fino ad occupare tutte le giornate e si sono distribuite nella settimana e nel mese. Allucinante!
A primavera dovrei vivere al mare oppure in alta montagna per stare un po' meglio e per questo scappo a sciare e quando posso mi concedo qualche viaggio alla scoperta delle bellezze del mondo.
Conservo le vere amicizie ora che ho più tempo per coltivarle, non ho perso contatto con i mei interessi professionali mentre internet, facebook ed il blog sono spazi che frequento giornalmente. Sto cercando di trovare un modo per inserirmi nel volontariato per mettere al servizio della comunità i miei talenti. Vedremo, ora che anche il mio secondogenito ha concluso l'università e sta cercando la sua strada nella vita, se con lo zaino vuoto, come dice Clooney nel film 'tra le nuvole' si può vivere un'altra vita.
Sono curiosissimo di vedere come in effetti sarà il futuro ed è un vero peccato diventare vecchi.

martedì 1 marzo 2011

Madonna di Campiglio e la Tre-Tre

Antefatto:
Martedì  22 a pranzo alla Sosta di Cisano  rimpatriata dei reduci della Giordania: Silvano, Renata, Achille e Silvia ai quali si sono aggiunti Armando e Annamaria che avrebbero dovuto venire anch'essi al tour ma che all'ultimo momento avevano dovuto rinunciare. Mancavano invece Pino e Isella rimasti a Milano.
Il pomeriggio poi è passato ad ammirare la collezione d'arte di Armando tra un bicchiere di vino e una fetta di torta.
Allora, andiamo a sciare?
Con Silvano torno sul progetto comune di passare qualche giorno a Davos con gli sci ai piedi ma il meteo della  Svizzera prevede tempo brutto per le prossime due settimane. Poi Silvano butta lì l'idea geniale: perchè non vediamo a Italia che tempo fa? Guarda caso il meteo Italia prevede per il Trentino da giovedì fino a sabato sera tempo buono.! E allora perchè non andiamo a Madonna di Campiglio?
 Silvano ha nostalgia degli anni in cui vi prendeva casa e portava Stefania e Gianluca piccolini sulle piste ed io ho dei bei ricordi delle gite del CAI in pulman negli anni sessanta e di una bella settimana bianca a Folgarida.
Mercoledì prenoto l'albergo, Carlo Magno resort via internet e preparo il borsone, gli sci e gli scarponi.
Giovedì alle 7,00 Silvano si presenta davanti a casa e mi trova prontissimo a partire. Autostrada fino a Brescia Est e poi superstrada lungo la val Sabbia, il lago d'Idro e finalmente passando dal lungo tunnel che evita il centro di Madonna di campiglio arriviamo al parcheggio del Grostè.
Infiliamo gli scarponi e acquistiamo due giornalieri dal distributore automatico. Miiii 44 euro! (meno 5 di cauzione per il badge). Saliamo sulla funivia del Grostè e alle 11,00 iniziamo a sciare. Ci fermiamo per un panino dopo un'ora e mezzo e poi proseguiamo nel pomeriggio sulle piste dello Spinale. Tempo bellissimo freddo (-7) e neve stupenda.
Hotel Carlo Magno resort
 Alle 16,30 chiudono gli impianti e noi andiamo in Hotel, molto bello con la camera luminosissima e tranquilla. Costume da bagno e scendiamo in piscina con vetrata e vista sulla neve , jacuzzi di gruppo e sauna rilassante. Ottima cena, un bicchiere di rhum e tutti a letto.
Venerdì sole splendente e un poco di vento sulle cime. Alle 9,30 siamo sugli sci dopo 85 euro di skirama per 2 giorni e andiamo verso Marilleva passando dalla Pradalago. Poi risaliamo dall'Orso Bruno e giriamo verso Folgarida dove troviamo una bellissima pista nera! Panino veloce e continuiamo nel pomeriggio visto che gambe e fiato ci sorreggono. Alle 16,30 torniamo in albergo, poi usciamo e prendiamo lo ski bus (gratuito) e facciamo quattro passi nel centro di Madonna di Campiglio chiuso al traffico. Freddo intenso e tanta gente a passeggio. 
Il centro
Rientriamo in hotel a piedi camminando per 2 kilometri e ci ristoriamo con la sauna e la piscina. Dopo cena veniamo invitati a vedere le stelle. Il figlio della proprietaria è un giovane ricercatore astrofisico che ci porta sul tetto dell'hotel dove a sorpresa troviamo un telescopio esterno e una cupola rotante con  un telescopio più grande collegato ad un computer. All'aperto ci indica  a occhio nudo le costellazioni di Orione e del Toro, le Pleiadi, la stella polare e l'Orsa Maggiore. Nella cintura di Orione ci mostra al telescopio il luogo dove nascono le stelle della nostra galassia e il residuo della famosa Supernova del 1054. Ci racconta che la supernova è stata descritta dai Cinesi, dagli Indiani ma non dagli Europei, a causa della proibizione della Chiesa. (Nella concezione medioevale i cieli erano immutabili e perfetti e non potevano esistere perturbazioni di alcun genere, tanto meno una nova stella)
Poi entriamo nell'osservatorio dove con il computer ci mostra la fotografia della galassia M1 la più vicina alla terra. Molto interessante. Un bel bicchiere di Rhum e tutti a letto.

Passo Grostè, Cima Brenta e Cima Tosa
Sabato alle 9,00 siamo sugli sci e dalla Pradalago andiamo verso la Cinque Laghi e la famosissima 3tre passando per il canalone Miramonti dove si svolge lo slalom della coppa del mondo.
Giornata soleggiata che ci permette di scorrazzare dappertutto. Dopo un pranzetto al rifugio sotto il Grostè a base di lasagne e crauti, riprendiamo a sciare fino alle 16,30. Torniamo racchettando da Campo Carlo Magno dove siamo finiti per errore al parcheggio e in macchina fino all'Hotel.
Sauna, piscina, relax, cena, rhum e a letto!

Alle 4 sono svegliato dal russare di Silvano, mi affaccio alla finestra e.....  dal cielo una nevicata intensa che imbianca strada e macchine parcheggiate. La mattina dopo colazione, saldiamo l'hotel e partiamo per casa incontrando neve fino a Brescia. All'una pranziamo a Curno dal Tone e poi ci salutiamo. Che emozione, dopo più di vent'anni rivedere Madonna di Campiglio per tre giorni di sci.
Bello!

domenica 20 febbraio 2011

La fotografia

La fotografia è una passione che ho da sempre e che è iniziata da piccolo sfogliando l'album di famiglia.


La nonna Carola con le figlie
 Bello grande, rilegato in pelle, con le pagine nere sulle quali mia mamma ha incollato (ahimè) i ricordi di tutti noi.
Le più antiche fotografie risalgono agli anni 20 e ritraggono i nonni, allora molto giovani con i nostri genitori prima piccoli e poi adulti. Sono poche fotografie quasi sempre  in studio su fondali ed in atteggiamenti d'epoca. Poi alcune in divisa militare degli anni 40. Finalmente dopo la nostra nascita le foto diventano più numerose ed iniziano ad essere frutto della passione di mio zio Emilio,  con la sua mitica Rollei biottica e la sua eccezionale Voeglander con esposimetro incorporato. A quei tempi materiali da veri professionisti.
Mio padre mi ha poi regalato la sua Ferrania a fuoco fisso che ho usato per le mie prime fotografie. Dopo il viaggio in Francia documentato con la Voeglander prestata dallo zio, ho comprato finalmente una reflex Nikkormat Ftn usata, tutta mia , praticamente un regalo di Gianangelo che allora faceva anche il fotografo.
Sono sempre stato affascinato dalla tecnica: macchine reflex, esposimetri, ingranditori, stampe in bianco e nero, diapositive a colori, Cibachrome etc..
Amo i ritratti e le fotografie che descrivono ambienti ed atmosfere e non mi piacciono i panorami nè i monumenti senza qualche persona che li renda vivi. 
Cibachrome

Quando lavoravo in Dalmine, ho potuto imparare dal gruppo dei fotoamatori del CRAL a stampare il bianco e nero. Con amici ho sperimentato con alterne fortune  il Cibachrome per lo sviluppo delle diapositive a colori.

 Mi sono dedicato a documentare la vita di famiglia, figli e nipoti che crescono, genitori che invecchiano e ho anche decine di ritratti di un sacco di amici mai in posa ma sempre colti in atteggiamenti spontanei.
Adesso uso una bella reflex digitale, la Nikon D300 ma colleziono pazientemente anche macchine d'epoca: oltre alla mia Nikkormat EL del 1971, tutte quelle che avrei voluto avere ma che non mi potevo permettere da giovane: una Nikon F2,  una Hasselblad C/M ,  una perfetta replica di una Leica militare della Lutwaffe con tanto di svastica sul copriobbiettivo. Oggetti che mi emozionano e che sono perfettamente funzionanti.
Ora sono alla caccia di una mitica Leica M6 o M7 e di una Nikon FM3A ma sono rare e molto costose.
Ho passato allo scanner e digitalizzato la maggior parte delle migliaia di foto e diapositive che ho scattato fino ad oggi. Anche se sono entusiasta del digitale, ogni tanto adoro riprendere con le mie vecchie macchine a pellicola, far sviluppare il negativo e poi acquisirlo con lo scanner per visualizzare e stampare direttamente dal computer su carta fotografica con le stampanti ink-jet.
Nebbia in pianura da Valcava
Con i programmi software come Photoshop ho imparato a manipolare gli scatti ed ottenere risultati impensabili in camera oscura.
Sono però alla ricerca di soggetti nuovi ma è un'impresa titanica: tutti hanno fotografato tutto e anche ...benissimo. Basta vedere sui vari siti  dove ogni giorno i fotoamatori caricano centinaia di migliaia di fotografie, Flickr, Dpreview, o i siti di Nikon, Canon, Olympus Sony etc,  saturi di bellissime immagini da tutto il mondo.
Per ora documento i viaggi, che registro su DVD con musica a commento che regalo agli amici, e poi documento la nostra vita quotidiana in città e nella nostra casa, registrando i fatti importanti e l'ambiente con i suoi mutamenti.
Ogni tanto me le guardo e risveglio nella memoria emozioni ed atmosfere del nostro passato con una punta di nostalgia.
Altro capitolo è quello dei filmati che ho approcciato molto tardi con l'acquisto di una prima ingombrante telecamera Sony a cassette. Ho anche qualche vecchio spezzone di pellicola in otto e superotto girati da amici che ho riversato su DVD.
Con questa attrezzatura ho ripreso tutta la prima fantastica stagione del minicalcio della generazione dell'84 in paese.
Ho intervistato tutti i miei nipoti da bambini chiedendo cosa volevano fare da grandi: ora che hanno più di vent'anni sono molto stupiti nel rivedere i loro sogni da piccoli.
Adesso ho in uso una piccola Sony che registra in HD (High Definition) che però è talmente piccola da risultare difficile da usare. Ogni piccolo movimento viene amplificato e la proiezione risulta facilmente mossa, anche lo zoom è troppo sensibile e veloce.
Ma  la fotografia resta il mio primo amore.