martedì 22 marzo 2011

Che futuro!!

All'incontro Assintel sulla Responsabilità sociale ascolto un dinamico professore dell' Università la Sapienza di Roma, Domenico De Masi, che ha tracciato i trends o meglio le tendenze che si evidenziano nel prevedere un futuro possibile nel 2020.
Molto interessante tenendo conto che il 2020 è .... tra nove anni.

2020 Dieci trend di © Domenico De Masi
I Cerea: la prima con la quarta generazione
1. Longevità.
Nel 2020 la popolazione mondiale sarà un
miliardo più di oggi. L’Aids e molti tipi di cancro saranno
debellati; la fecondazione artificiale e la clonazione umana
saranno all'ordine del giorno; il biossido di carbonio
dell’atmosfera sarà reso innocuo; i ciechi potranno vedere
attraverso apparati artificiali.
Si potrà vivere fino a 850.000 ore, rispetto alle attuali 700.000.
Un cittadino su tre avrà più di 60 anni. Vivranno più a lungo le
persone più scolarizzate e con relazioni sociali più intense. Ci
saranno 50 milioni di malati di Alzheimer, 60 milioni di malati
di febbre “dengue” e un miliardo di obesi.
La maggioranza delle persone diventa vecchia soltanto
nell’ultimo anno della propria vita, durante il quale le spese
farmaceutiche sono pari alla cifra impiegata per comprare
medicine in tutti gli anni della vita precedente.

Marte?
2. Tecnologia.

Nel 2020 gran parte delle automobili andranno
all’idrogeno e saranno teleguidate. La durata dei beni di
consumo sarà il triplo di quella attuale. Per la legge di Moore,
la potenza di un chip raddoppia ogni 18 mesi: dunque, nel
2020 sarà piccolo quasi quanto un neurone umano e la sua
potenza supererà un miliardo di transistor.
Il XX secolo fu segnato dall’automazione; il XXI secolo sarà
segnato dall’ingegneria genetica.
Gli elaboratori saranno capaci di svolgere tutte le mansioni
ripetitive, molte mansioni flessibili, alcune attività creative.
Grazie all’informatica affettiva, i robot saranno dotati di
empatia. Potremo portare in un taschino tutta la musica, i film, i
libri, l’arte e la cultura del mondo. Resterà il problema di come
trasferire questo patrimonio dal taschino al cervello.


la giostra dell'economia
3. Economia

Nel 2020 il PIL pro-capite nel mondo sarà di 15.000
dollari, contro gli attuali 8.000. L’Occidente avrà ridotto del 15% il
proprio potere d’acquisto. La classe media rappresenterà il 50%
della popolazione mondiale.
Il Primo Mondo conserverà il primato nella produzione di idee ma
riuscirà sempre meno a saccheggiare i Paesi poveri. I Paesi
emergenti produrranno soprattutto beni materiali. Il Terzo Mondo
fornirà materie prime e manodopera a basso costo. L’Africa resterà il
continente più povero del mondo. L’Europa dei 27 resterà il più
grande blocco economico, con la migliore qualità della vita.
La Cina avrà un PIL uguale a quello degli Stati Uniti, avrà le
maggiori riserve valutarie, sarà il maggiore acquirente di automobili
e il principale produttore di

reverse innovation. Avrà le maggiori
banche del mondo e 15 megalopoli con più di 25 milioni di abitanti.
Accanto ai Bric (Brasile, Russia, India, Cina), saranno emersi i
Civets (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia, Sud Africa).
In tutti questi paesi, aumenteranno i consumi e l’inquinamento.
Nella manutenzione domestica e nella produzione energetica
avanzerà il “fai da te.


Chi buttiamo?
4. Lavoro

Nel 2020 i lavori manuali e quelli intellettuali ma esecutivi
saranno assorbiti dalle macchine, trasferiti nei Paesi emergenti o
affidati a immigrati.
I creativi (30%) occuperanno la parte centrale del mercato, più
garantita e retribuita. Si esprimeranno senza orario né sede,
attraverso un’attività che possiamo chiamare “ozio creativo” in cui
lavoro, studio e gioco si confondono tra loro, si destrutturano nel
tempo e nello spazio, si femminilizzano, si organizzano per obiettivi,
dipendono dalla motivazione.
Gli addetti ai lavori esecutivi (40%), lavoreranno con minori garanzie,
per un massimo di 60,000 ore in tutta la loro vita.
Tutti gli altri (30%) avranno il diritto di consumare, non di produrre.
Sarà sempre più necessario e complesso ridistribuire la ricchezza, il
lavoro, il sapere e il potere.


il gioco degli specchi
5. Ubiquità e plasmabilità.

Nel 2020 la rete avrà trasformato
il mondo intero in un’unica agorà capace di rappresentare tutto
l’amore e tutto l’odio del mondo.
Potremo metterci in contatto ovunque e con chiunque, in
qualsiasi punto del pianeta, senza muovere un passo. Teleapprenderemo,
tele-lavoreremo, tele-ameremo, ci teledivertiremo.
Correremo perciò il rischio di diventare obesi per
mancanza di moto e troppo astratti per mancanza di contatti
materiali con i nostri simili. L’obesità cronica riduce la vita di 10
anni.
Grazie alla chirurgia plastica, l’estetica dei nostri corpi potrà
essere modificata a piacimento.
Grazie alla farmacologia, ciascuno potrà inibire i propri
sentimenti, acuirli, simularli o combinarli.


viaggi
6. Tempo libero.

Nel 2020 ogni ventenne ha davanti a sé più
di 600.000 ore di vita. Per gli addetti a mansioni esecutive, il
lavoro occuperà solo 60.000 ore, cioè un decimo della vita
adulta. 240.000 ore saranno dedicate alla cura del corpo
sonno, care, ecc.) e 300.000 al tempo libero.
Dunque ogni ventenne destinato a lavori esecutivi, disporrà di
un tempo libero cinque volte superiore al tempo di lavoro.
Come occuparlo? come evitare la noia, la violenza, la droga?
Come crescere intellettualmente? Sfocerà in maggiore
violenza o in maggiore pace sociale? e la violenza, sarà
virtuale o reale?
Occorrerà dunque formarci al tempo libero, fin da oggi, più di
quanto usiamo formarci al tempo di lavoro.


le donne
7. Androginia.

Nel 2020 in tutto il mondo le donne vivranno
almeno tre anni più degli uomini. Il 60% degli studenti
universitari, dei laureati e dei possessori di master saranno
donne. Molte donne sposeranno un uomo più giovane di loro.
Molte avranno un figlio senza avere un marito, mentre agli
uomini non sarà ancora possibile avere un figlio senza avere
una moglie.
Per tutto questo, le donne saranno al centro del sistema
sociale e ne gestiranno il potere con la durezza che deriva dai
torti subìti nei diecimila anni precedenti.
I valori fin qui coltivati prevalentemente dalle donne (estetica,
soggettività, emotività, flessibilità) avranno colonizzato anche
gli uomini. Entrambi condivideranno le attività di produzione e
di cura. Negli stili di vita prevarrà l’androginìa.

la saggezza antica

8. Etica.

Nel 2020 il mondo sarà più ricco ma resterà ineguale.
Oggi una mucca da latte in Europa riceve un sussidio di 913
dollari mentre un abitante dell’Africa sub-sahariana riceve 8
dollari.
Nonostante il fenomeno del

mainstream, la visibilità delle
disuguaglianze alimenterà movimenti e conflitti.
D’altra parte il 70% dei lavoratori lavorerà nel settore terziario.
Nella società dei servizi, l'affidabilità delle prestazioni e la loro
qualità costituiranno il primo vantaggio competitivo; l'etica dei
professionisti costituirà il loro requisito più apprezzato.
Come la società industriale è stata più onesta e trasparente di
quella rurale, così la società postindustriale sarà più onesta e
trasparente di quella industriale. Dunque, se vorremo avere
successo, ci toccherà essere galantuomini.


Ti guardo!
9. Estetica.

Nel 2020 i credenti si appelleranno soprattutto alla
fede, i laici soprattutto all’estetica che, più di ogni altra
disciplina, si incarica dell’umana felicità.
Le tecnologie saranno più precise di quanto occorra a coloro
che le useranno: già oggi gli orologi da polso spostano solo un
milionesimo di secondo all’anno e sono 200 volte più precisi di
quanto occorra ai normali utenti. Ne consegue che la qualità
formale degli oggetti interesserà più della loro

scontata
perfezione tecnica.
Perciò l’estetica diventerà uno dei principali fattori competitivi e
chi si dedicherà ad attività estetiche sarà più gratificato di chi si
dedicherà ad attività pratiche.

Le radici

10. Cultura.

Nel 2020 l’omologazione globale prevarrà
sull’identità locale. Si terrà sempre meno conto degli Stati nazione
e sempre più conto della biosfera. Tuttavia, ognuno
tenderà a diversificarsi dagli altri per quanto riguarda i desideri,
i gusti, i comportamenti individuali.
Il Washington consensus (mercato + pluralismo + libertà) sarà
insidiato dal
Beijing consensus (“socialismo di mercato” +
partito unico + autoritarismo).
L’Africa sarà il continente con il maggior numero di monoteisti
(640 milioni di cristiani e 700 milioni di islamici).
L’istruzione sarà intesa come formazione permanente e
occuperà almeno 100.000 ore della vita. La maggiore
produzione e trasmissione del sapere avverrà secondo il
criterio di “molti per molti” (Wikipedia, Etsy, Facebook, sistema
Abreu, ecc.).

© Domenico De Masi

E io come me la caverò nel 2020?

Bene! Riflettendo su queste previsioni mi sono chiesto, come mi posso collocare in questo scenario e mi sono fatto un piccolo esame psico fisico. Nel 2020 se ci arrivassi, compirei 73 anni ! Per ora va bene, e salvo imprevisti potrei morire ancora vivo e sano dopo il 2030.
Come stiamo, carissimi fisico e psichico mi sono chiesto:
Tenendo conto che mio cuore ha superato ormai i due miliardi di battiti e dopo aver revisionato l'impianto idraulico (due stent inseriti nel 2001 per riaprire le coronarie intasate dal colesterolo),  dagli esami clinici, pressione etc. tutto sembra ancora in ottima forma.
Sono ormai anni (dal 1972) che all'inizio della primavera mi scoppia l'allergia! Secondo i medici sono allergico in forma più o meno forte a circa 90 dei 120 gruppi di sostanze per cui ho fatto il test. Cinque anni di vaccino specifico mi hanno ridotto la sensibilità a queste sostanze (graminacee in testa) e ora la manifestazione dei sintomi si è ridotta a una lieve asma notturna che contrasto con inalazioni di Ventolin e molto più raramente con del cortisone.
Come non bastasse, la nutrizionista mi ha trovato intolleranza alimentare a un sacco di cose buone: frumento, olio d'oliva, latte vaccino e derivati etc.... e un bel sovrappeso che sto curando....mangiando il meno possibile e passeggiando il più possibile. Ma perchè tutte le cose che mi piacciono mi fanno male?
La relativa tranquillità della vita da pensionato è insidiata da un certo stress per tutta una serie di attività inderogabili che mi impegnano un sacco di tempo. Sono le stesse che facevo quando ancora lavoravo e che comprimevo nel tempo libero, ma ora si sono dilatate fino ad occupare tutte le giornate e si sono distribuite nella settimana e nel mese. Allucinante!
A primavera dovrei vivere al mare oppure in alta montagna per stare un po' meglio e per questo scappo a sciare e quando posso mi concedo qualche viaggio alla scoperta delle bellezze del mondo.
Conservo le vere amicizie ora che ho più tempo per coltivarle, non ho perso contatto con i mei interessi professionali mentre internet, facebook ed il blog sono spazi che frequento giornalmente. Sto cercando di trovare un modo per inserirmi nel volontariato per mettere al servizio della comunità i miei talenti. Vedremo, ora che anche il mio secondogenito ha concluso l'università e sta cercando la sua strada nella vita, se con lo zaino vuoto, come dice Clooney nel film 'tra le nuvole' si può vivere un'altra vita.
Sono curiosissimo di vedere come in effetti sarà il futuro ed è un vero peccato diventare vecchi.

martedì 1 marzo 2011

Madonna di Campiglio e la Tre-Tre

Antefatto:
Martedì  22 a pranzo alla Sosta di Cisano  rimpatriata dei reduci della Giordania: Silvano, Renata, Achille e Silvia ai quali si sono aggiunti Armando e Annamaria che avrebbero dovuto venire anch'essi al tour ma che all'ultimo momento avevano dovuto rinunciare. Mancavano invece Pino e Isella rimasti a Milano.
Il pomeriggio poi è passato ad ammirare la collezione d'arte di Armando tra un bicchiere di vino e una fetta di torta.
Allora, andiamo a sciare?
Con Silvano torno sul progetto comune di passare qualche giorno a Davos con gli sci ai piedi ma il meteo della  Svizzera prevede tempo brutto per le prossime due settimane. Poi Silvano butta lì l'idea geniale: perchè non vediamo a Italia che tempo fa? Guarda caso il meteo Italia prevede per il Trentino da giovedì fino a sabato sera tempo buono.! E allora perchè non andiamo a Madonna di Campiglio?
 Silvano ha nostalgia degli anni in cui vi prendeva casa e portava Stefania e Gianluca piccolini sulle piste ed io ho dei bei ricordi delle gite del CAI in pulman negli anni sessanta e di una bella settimana bianca a Folgarida.
Mercoledì prenoto l'albergo, Carlo Magno resort via internet e preparo il borsone, gli sci e gli scarponi.
Giovedì alle 7,00 Silvano si presenta davanti a casa e mi trova prontissimo a partire. Autostrada fino a Brescia Est e poi superstrada lungo la val Sabbia, il lago d'Idro e finalmente passando dal lungo tunnel che evita il centro di Madonna di campiglio arriviamo al parcheggio del Grostè.
Infiliamo gli scarponi e acquistiamo due giornalieri dal distributore automatico. Miiii 44 euro! (meno 5 di cauzione per il badge). Saliamo sulla funivia del Grostè e alle 11,00 iniziamo a sciare. Ci fermiamo per un panino dopo un'ora e mezzo e poi proseguiamo nel pomeriggio sulle piste dello Spinale. Tempo bellissimo freddo (-7) e neve stupenda.
Hotel Carlo Magno resort
 Alle 16,30 chiudono gli impianti e noi andiamo in Hotel, molto bello con la camera luminosissima e tranquilla. Costume da bagno e scendiamo in piscina con vetrata e vista sulla neve , jacuzzi di gruppo e sauna rilassante. Ottima cena, un bicchiere di rhum e tutti a letto.
Venerdì sole splendente e un poco di vento sulle cime. Alle 9,30 siamo sugli sci dopo 85 euro di skirama per 2 giorni e andiamo verso Marilleva passando dalla Pradalago. Poi risaliamo dall'Orso Bruno e giriamo verso Folgarida dove troviamo una bellissima pista nera! Panino veloce e continuiamo nel pomeriggio visto che gambe e fiato ci sorreggono. Alle 16,30 torniamo in albergo, poi usciamo e prendiamo lo ski bus (gratuito) e facciamo quattro passi nel centro di Madonna di Campiglio chiuso al traffico. Freddo intenso e tanta gente a passeggio. 
Il centro
Rientriamo in hotel a piedi camminando per 2 kilometri e ci ristoriamo con la sauna e la piscina. Dopo cena veniamo invitati a vedere le stelle. Il figlio della proprietaria è un giovane ricercatore astrofisico che ci porta sul tetto dell'hotel dove a sorpresa troviamo un telescopio esterno e una cupola rotante con  un telescopio più grande collegato ad un computer. All'aperto ci indica  a occhio nudo le costellazioni di Orione e del Toro, le Pleiadi, la stella polare e l'Orsa Maggiore. Nella cintura di Orione ci mostra al telescopio il luogo dove nascono le stelle della nostra galassia e il residuo della famosa Supernova del 1054. Ci racconta che la supernova è stata descritta dai Cinesi, dagli Indiani ma non dagli Europei, a causa della proibizione della Chiesa. (Nella concezione medioevale i cieli erano immutabili e perfetti e non potevano esistere perturbazioni di alcun genere, tanto meno una nova stella)
Poi entriamo nell'osservatorio dove con il computer ci mostra la fotografia della galassia M1 la più vicina alla terra. Molto interessante. Un bel bicchiere di Rhum e tutti a letto.

Passo Grostè, Cima Brenta e Cima Tosa
Sabato alle 9,00 siamo sugli sci e dalla Pradalago andiamo verso la Cinque Laghi e la famosissima 3tre passando per il canalone Miramonti dove si svolge lo slalom della coppa del mondo.
Giornata soleggiata che ci permette di scorrazzare dappertutto. Dopo un pranzetto al rifugio sotto il Grostè a base di lasagne e crauti, riprendiamo a sciare fino alle 16,30. Torniamo racchettando da Campo Carlo Magno dove siamo finiti per errore al parcheggio e in macchina fino all'Hotel.
Sauna, piscina, relax, cena, rhum e a letto!

Alle 4 sono svegliato dal russare di Silvano, mi affaccio alla finestra e.....  dal cielo una nevicata intensa che imbianca strada e macchine parcheggiate. La mattina dopo colazione, saldiamo l'hotel e partiamo per casa incontrando neve fino a Brescia. All'una pranziamo a Curno dal Tone e poi ci salutiamo. Che emozione, dopo più di vent'anni rivedere Madonna di Campiglio per tre giorni di sci.
Bello!

domenica 20 febbraio 2011

La fotografia

La fotografia è una passione che ho da sempre e che è iniziata da piccolo sfogliando l'album di famiglia.


La nonna Carola con le figlie
 Bello grande, rilegato in pelle, con le pagine nere sulle quali mia mamma ha incollato (ahimè) i ricordi di tutti noi.
Le più antiche fotografie risalgono agli anni 20 e ritraggono i nonni, allora molto giovani con i nostri genitori prima piccoli e poi adulti. Sono poche fotografie quasi sempre  in studio su fondali ed in atteggiamenti d'epoca. Poi alcune in divisa militare degli anni 40. Finalmente dopo la nostra nascita le foto diventano più numerose ed iniziano ad essere frutto della passione di mio zio Emilio,  con la sua mitica Rollei biottica e la sua eccezionale Voeglander con esposimetro incorporato. A quei tempi materiali da veri professionisti.
Mio padre mi ha poi regalato la sua Ferrania a fuoco fisso che ho usato per le mie prime fotografie. Dopo il viaggio in Francia documentato con la Voeglander prestata dallo zio, ho comprato finalmente una reflex Nikkormat Ftn usata, tutta mia , praticamente un regalo di Gianangelo che allora faceva anche il fotografo.
Sono sempre stato affascinato dalla tecnica: macchine reflex, esposimetri, ingranditori, stampe in bianco e nero, diapositive a colori, Cibachrome etc..
Amo i ritratti e le fotografie che descrivono ambienti ed atmosfere e non mi piacciono i panorami nè i monumenti senza qualche persona che li renda vivi. 
Cibachrome

Quando lavoravo in Dalmine, ho potuto imparare dal gruppo dei fotoamatori del CRAL a stampare il bianco e nero. Con amici ho sperimentato con alterne fortune  il Cibachrome per lo sviluppo delle diapositive a colori.

 Mi sono dedicato a documentare la vita di famiglia, figli e nipoti che crescono, genitori che invecchiano e ho anche decine di ritratti di un sacco di amici mai in posa ma sempre colti in atteggiamenti spontanei.
Adesso uso una bella reflex digitale, la Nikon D300 ma colleziono pazientemente anche macchine d'epoca: oltre alla mia Nikkormat EL del 1971, tutte quelle che avrei voluto avere ma che non mi potevo permettere da giovane: una Nikon F2,  una Hasselblad C/M ,  una perfetta replica di una Leica militare della Lutwaffe con tanto di svastica sul copriobbiettivo. Oggetti che mi emozionano e che sono perfettamente funzionanti.
Ora sono alla caccia di una mitica Leica M6 o M7 e di una Nikon FM3A ma sono rare e molto costose.
Ho passato allo scanner e digitalizzato la maggior parte delle migliaia di foto e diapositive che ho scattato fino ad oggi. Anche se sono entusiasta del digitale, ogni tanto adoro riprendere con le mie vecchie macchine a pellicola, far sviluppare il negativo e poi acquisirlo con lo scanner per visualizzare e stampare direttamente dal computer su carta fotografica con le stampanti ink-jet.
Nebbia in pianura da Valcava
Con i programmi software come Photoshop ho imparato a manipolare gli scatti ed ottenere risultati impensabili in camera oscura.
Sono però alla ricerca di soggetti nuovi ma è un'impresa titanica: tutti hanno fotografato tutto e anche ...benissimo. Basta vedere sui vari siti  dove ogni giorno i fotoamatori caricano centinaia di migliaia di fotografie, Flickr, Dpreview, o i siti di Nikon, Canon, Olympus Sony etc,  saturi di bellissime immagini da tutto il mondo.
Per ora documento i viaggi, che registro su DVD con musica a commento che regalo agli amici, e poi documento la nostra vita quotidiana in città e nella nostra casa, registrando i fatti importanti e l'ambiente con i suoi mutamenti.
Ogni tanto me le guardo e risveglio nella memoria emozioni ed atmosfere del nostro passato con una punta di nostalgia.
Altro capitolo è quello dei filmati che ho approcciato molto tardi con l'acquisto di una prima ingombrante telecamera Sony a cassette. Ho anche qualche vecchio spezzone di pellicola in otto e superotto girati da amici che ho riversato su DVD.
Con questa attrezzatura ho ripreso tutta la prima fantastica stagione del minicalcio della generazione dell'84 in paese.
Ho intervistato tutti i miei nipoti da bambini chiedendo cosa volevano fare da grandi: ora che hanno più di vent'anni sono molto stupiti nel rivedere i loro sogni da piccoli.
Adesso ho in uso una piccola Sony che registra in HD (High Definition) che però è talmente piccola da risultare difficile da usare. Ogni piccolo movimento viene amplificato e la proiezione risulta facilmente mossa, anche lo zoom è troppo sensibile e veloce.
Ma  la fotografia resta il mio primo amore.

RES GESTAE - Salita sul Misma


Il monte Misma visto dalla pianura
Gita al Misma (altitudine m. 1161 sul livello del mare)
Sabato 5 febbraio appuntamento  alle 9 davanti alla casa di Gianni Legrenzi.In auto velocemente usciamo da Bergamo imboccando la strada della Valle Seriana  fino a Pradalunga e saliamo fino al Santuario della Forcella  (S. Mariae ad Nives) Anno Domini 1630. La mattina è fredda e limpidissima.
Infiliamo gli zaini e cominciamo a salire per la strada che ci dovrà portare in cima al monte Misma. Alle 10,20 siamo al Rocolù a 769 metri e decidiamo di aggirare la montagna per passare dal Santuario della Madonna del Misma sul versante di Cenate dove arriviamo alle 11,00 seguendo un sentiero a saliscendi che passa dalle cave di pietra cote.
Il Santuario della Madonna del Misma
Tutto chiuso, scopriamo che il ristoro apre solo la domenica. Riprendiamo il cammino e ci accorgiamo che  inizia la salita vera e con notevole fatica saliamo su di un sentiero impervio. Scambiamo due chiacchiere con il proprietario di una casa appoggiata sul passo e proseguendo sbuchiamo infine sul prato che porta alla vetta. E' mezzogiorno passato e siamo zuppi di sudore. Arriviamo rapidamente alla grande croce di ferro sulla cima e per prima cosa ci cambiamo in fretta anche perchè se il sole è caldo tira una certa arietta fresca.
Appendiamo le nostre magliette ad asciugare alla corda della campanella appesa al traliccio della grande croce e ci fotografiamo a vicenda mentre ammiriamo il paesaggio cercando di dare un nome alle cime ed alle valli che ci circondano. Poi ci sediamo e mangiamo: io la mia baguette al prosciutto e  Gianni uova sode con i panini, infine una bella mela ciascuno condividendo le sue due bottigliette di buon vino.(Io ho dimenticato i miei beveraggi).


Gianni sulla cima del Misma sullo sfondo il pazzo che fa Jogging
  Rinfrancati, assistiamo alla performance di un pazzo che corre su e giù dalla cima facendo Jogging.  Infine ristorati e riposati cominciamo a ridiscendere salutando il jogger e i due escursionisti che si sono sdraiati nell'erba vicino a noi a prendere il sole. Saltelliamo sul sentiero in forte discesa e dopo 20 minuti arriviamo al bivio dove, decidiamo di imboccare il sentiero alternativo rispetto a quello della mattina. Al successivo bivio perdiamo il sentiero e finiamo in mezzo alle sterpaglie nel bosco seguendo un segnale rosso dipinto sugli alberi. Ma la discesa diviene ben presto problematica e temiano di finire molto lontano dalla nostra auto mentre la stanchezza comincia a farsi sentire ed il sole scende. Per fortuna incontriamo prima un cagnolino e poi il suo padrone che sta pascolando le sue capre vicino ad un roccolo. Ci spiega che il segnale rosso non è un sentiero, ma indica ai manutentori dell'Enel il percorso dei cavi elettrici cosicchè seguendolo scenderemmo fino alla centrale a valle. Ormai il sentiero è perso ma per fortuna  il nostro buon samaritano ci accompagna dentro il bosco fino a che intravediamo la strada. Sbuchiamo sull'ultimo tornante prima del santuario e quindi dobbiamo risalire altri 700 metri per arrivare al parcheggio. Tutto bene quel che finisce bene!
Prendiamo l'auto e scendiamo in paese e ci fermiamo al piccolo bar di fronte alla chiesa, dove ci facciamo due deliziose birre alla spina e ammiriamo la bella signorina che ce le serve.
Risaliamo in macchina e torniamo a casa felici e contenti.
Mi peso ed ho perso 2 Kg! Magnifico.

martedì 15 febbraio 2011

Giordania tour


Moevenpick Aqaba
 Bellissimo viaggio in Giordania!
Martedì 18 gennaio Partenza da Orio al Serio alle 10,00 e arrivo ad Aqaba sul Mar Rosso alle 16,00 ora locale (+1 dall'Italia). Siamo accolti da Monica della viaggi del Turchese e da Wael che ci farà da guida nel Tour e ci accompagnano nel nostro eccellente hotel, il Moevenpick dove ci viene assegnata la camera 505. Il periodo di bassa stagione e le temperature ancora fresche (8 la minima e 16 la massima) ha raccolto un gruppo di 46 persone di cui solo otto al nostro albergo a 5 stelle. Insieme ai nostri amici  Pino, Isella, Renata e Silvano conosciamo Achille e Silvia, due bergamaschi come noi.
Gli altri partecipanti sono distribuiti tra gli Hotel  Capitano (3 stelle) e Aqaba Gulf (4 stelle).

Mercoledì 19 gennaio : sveglia alle 6,00, sul bus alle 7,00 e dopo 2 ore arriviamo a Petra. Siamo a 1600 metri, c'è un bel cielo azzurro, tira un po' di vento e fa freddino. Ci incamminiamo verso l'entrata della zona archeologica e ammiriamo il frontale di alcune tombe scavate nella roccia viva.
D'improvviso entriamo nel Siq, la gola stretta e tortuosa tra pareti altissime che percorriamo per quasi un chilometro. A tratti riaffiora il selciato della strada romana ed il passaggio si stringe con scenari da fiaba. Gruppi di persone la percorrono mentre piccoli calessi variopinti portano i turisti più pigri.
Poi d'improvviso intravediamo le colonne del tesoro, e sbuchiamo sul piazzale antistante pieni di emozione.
Magnifico! e ogni passo è una scoperta nuova ed appassionante. Wael, la nostra guida ci illustra la storia di questo luogo incredibile, i nabatei, i romani, gli arabi...... tutti i popoli che hanno lasciato queste tracce. Scendiamo nella valle che si allarga e passeggiamo lungo la strada tra le colonne  in uno scenario spettacolare. All'una arriviamo al ristorante dove mangiamo (bene) e poi ci incamminiamo verso il monastero percorrendo la mulattiera che si inerpica  dentro la montagna  iniziando a contare i mitici 856 gradini.
Ammiriamo il monastero e poi proseguiamo fino al belvedere scalando il picco sovrastante che domina i quattro punti cardinali. Ci godiamo il panorama dal cocuzzolo dove in una tenda due ragazzi arabi suonano la chitarra e vendono bevande e souvenir. Riscendiamo a valle e ritorniamo sui nostri passi fino al parcheggio. Troviamo un piccolo ufficio postale e acquistiamo i francobolli per le nostre cartoline. Risaliamo in pulman alle 16,30 e arriviamo ad Aqaba alle 19,00. Cena in albergo, passeggiata sul lungomare e poi tutti a letto.

Giovedì 20 gennaio : escursione a Wadi Rum, il fondo di un antico lago nel deserto roccioso dove saliamo su dei pick-up che ci scorazzano tra picchi erosi dal vento fino alle rocce con i graffiti.

Intorno ad un gruppo di tende, da un lato decine di dromedari riposano nella sabbia e dall'altro parcheggiano i pick up in fila. Beviamo una tazza di the che ci riscalda e poi ripartiamo verso il resort tendato dove ci fermiamo per un buon pranzo. ritorniamo presto ed approfittiamo per andare a visitare il piccolo museo di Aqaba e la fortezza mamelucca, famosa per l'attacco di sorpresa dal deserto di Lawrence d'Arabia, riuscito perchè i cannoni erano tutti rivolti verso il mare.

Venerdì  21 gennaio trasferimento verso Amman, visitiamo il castello di Al Karak, eretto dai crociati e conquistato dal Saladino nel 1183.
 Proseguiamo passando per la depressione spettacolare che divide l'altopiano e risaliamo dal fondo dove la strada attraversa una diga che ha creato un bel lago, e arriviamo a Madaba, dove pranziamo e poi visitiamo la chiesa ortodossa di San Giorgio, famosa per l'antico pavimento a mosaico che riporta la cartina di tutta la Terrasanta.
Saliamo poi sul monte Nebo, affacciato sulla valle del Giordano da dove Mosè potè vedere la terra promessa prima di morire. Intravediamo Gerico e non riusciamo a vedere Gerusalemme per la foschia che oscura l'orizzonte.
Arriviamo ad Amman, la città bianca, modernissima (4 milioni di abitanti) creata negli ultimi 30 anni. L'hotel Regency è un'istituzione della città, ma mentre la hall è principesca, le camere, pur spaziose e ben arredate sono invecchiate e gli infissi ed i bagni non sono all'altezza di un cinque stelle. Noi siamo al nono piano alla camera 919, saliamo al 18° per vedere piscina e palestra, belle.
Buona la cena a buffet e notte tranquilla.

Sabato 22 gennaio , alba stupenda e in mattinata visita all'arena romana e salita fino all'acropoli, la cittadella fortificata sulla splendida collina con resti di templi romani e del palazzo arabo. Sotto il centro di Amman, il vecchio quartiere pieno di bar e negozietti di ogni genere, un vero suk.
Poi partiamo per Basr-al-araq , il castello romano in pietra lavica quartier generale della rivolta araba di Lawrence. mangiamo in un bel ristorante vicino e poi ripartiamo per vedere il piccolo palazzo di delizie del califfo nel deserto, ed infine al caravanserraglio di Qasr-al-qaranah. Rientro ad Amman per la cena etnica (senza alcool) al Tawaleen-al-hawa (il mulino ad acqua) con decorazioni ispirate a don Chisciotte. Tanti antipasti caldi e freddi e ottima carne di pecora e di agnello. Ballo con zampogna e tamburo di giovani in divisa della legione araba.

Domenica 23 gennaio , escursione ad Ajlun e visita al castello e poi arrivo a Jerash, una grandissima sorpresa: un enorme recinto sacro romano che inizia con un arco di trionfo imperiale e prosegue fino al foro passando a fianco dell'ippodromo. poi lungo la via colonne e resti di templi bellissimi, un teatro romano da 15.000 posti perfettamente conservato, incredibile. Il sito è ancora per più di metà interrato e già sono state portate alla luce più di 1500 colonne lungo la via e sulla collina. Una magnificenza molto ben conservata.
Pranziamo poi in un ristorante con vista sulla vallata e sulla diga sottostante.
Al ritorno ad Amman ci facciamo lasciare in centro al bazar sotto la cittadella, pieno di vita e di traffico. Poi fermiamo un taxi che ci porta al quartiere modernissimo di Swefiya regno dello shopping occidentale e infine rientriamo in albergo per la cena.

Lunedì 24 gennaio, ripartiamo per Aqaba e dopo aver visitato il palazzo del principe, in stile assiro, facciamo l'escursione al mar Morto, dove ci sdraiamo al sole in uno stabilimento balneare. Mariella prosegue per la visita a Betania. Non fa freddo e faccio il bagno: il mare sembra normale, ma come ci si immerge si galleggia come tappi di sughero, si riesce a stare solo sul dorso e rimettersi in piedi è un problema. Uno schizzo d'acqua mi fa lacrimare per 5 minuti, è un'esperienza inattesa e molto divertente. Corro alla doccia per evitare di diventare una statua di sale, la pelle è diventata morbida e setosa. Pranziamo e poi costeggiamo il mar morto e ci fermiamo ad ammirare alcune insenature incrostate di sale e la moglie di Lot, la roccia che ricorda l'episodio biblico. Arriviamo ad Aqaba la sera dopo una fermata a fari spenti nel deserto per contemplare il cielo nerissimo e pieno di stelle.  Ritroviamo il confort del nostro Moevenpick camera 606.

Martedì 25 gennaio , grande colazione, passeggiata sul lungomare affollato di gente che fa il bagno, raggiungiamo gli amici sulla spiaggia dell'albergo.
alle 16,00 decollo, dopo mezz'ora atterraggio a Sharm dove ci fermiamo in aeroporto per un'ora. Decollo in orario e volo tranquillo, arrivo con 20 minuti di anticipo alle 22,00.
Salutiamo tutti ed arriviamo a casa velocemente.
Bellissima settimana!

domenica 2 gennaio 2011

HEIMAT

Finalmente ho rivisto con Mariella tutta la saga di Heimat di Edgar Reitz: appassionante e bellissima.... 50 ore di film in 30 episodi che abbiamo visto in un paio di mesi al ritmo di 2-3  episodi alla settimana.

HEIMAT     
La storia della Germania dal 1919 al 1982 attraverso le vite degli uomini e delle donne di Shabbach, un piccolo villaggio dell'Hunsruck in Renania. Attorno ai personaggi di Maria e Paul ruota un emblematico microcosmo di passioni, tragedie, destini e sogni narrati con un'autenticità tanto cruda quanto poetica.
Undici episodi per 15 ore e 24 minuti di spettacolo girati in 282 giorni  da maggio 1981 a novembre 1982 ma risultato di un lavoro di cinque anni.






HEIMAT 2
Un vasto romanzo per immagini della generazione tedesca degli anni '60 piena di sogni ed utopie. Un variopinto mondo di ventenni innamorati della vita, della musica e dell'arte alla ricerca di una 'seconda patria'  a Monaco dove realizzare le proprie aspirazioni, un terreno incerto dove il lavoro, le amicizie e gli amori si intrecciano alle speranze, alle sconfitte ed al desiderio assoluto di libertà.
Tredici episodi per 25 ore e 32 minuti di spettacolo girati in 557 giorni  da da gennaio 1988 a dicembre 1991 risultato del lavoro di sei anni. edizione i tedesco con sottotitoli in italiano.






HEIMAT 3
Negli ultimi anni del Novecento con la caduta del muro di Berlino ed i drammatici eventi che seguono, la storia della Germania e del mondo intero subisce un cambiamento radicale. E' la cronaca di famiglia in cui viene raffigurata la generazione dei nipoti di Maria, l'adorata matriarca di Heimat. Accanto a questi si collocano le storie di nuovi protagonisti che ruotano intorno alla famiglia. Malgrado le evoluzioni della società e la deriva individualistica dell'uomo moderno, l'amore, il successo, la nascita, la malattia, la morte ed i legami si rifiutano di essere distrutti. Alla fine. il ritorno a Schabbach, il paese natale è per tutti un nuovo inizio.
Sei episodi per 10 ore e 56 minuti di spettacolo uscito nel 2004.

Nel grande affresco di Heimat la differenza nella visione del tempo e della vita tra la generazione dei padri e quella dei figli e dei nipoti è acutamente rilevata in questa osservazioni di Joseph Roth  (La marcia di Radetzky) :
Così era allora! Tutto ciò che cresceva aveva bisogno di tanto tempo per crescere, e tutto ciò che finiva aveva bisogno di lungo tempo per essere dimenticato. Ma tutto ciò che un giorno era esistito aveva lasciato le sue tracce ed in quell'epoca si viveva di ricordi, come oggi si vive della capacità di dimenticare alla svelta e senza esitazione.

lunedì 27 dicembre 2010

I nuovi paradigmi


Il matrimonio di zio Elia e zia Gianna con tutti i parenti negli anni 50
 Boom!  Con un po' meno di frenesia ed un po' più di sana pigrizia siamo ricaduti nelle festività di fine anno. Ogni anno i bimbi crescono, le mamme non imbiancano perchè di tingono ed i padri ..... aspirano a diventare nonni e fanno i filosofi. I figli sempre più raramente ci ascoltano e noi ci siamo arresi ormai convinti che dobbiamo lasciarli fare gli stessi errori che a nostra volta alla loro età facemmo, malgrado i consigli dei nostri genitori. Come si dice: è una ruota che gira ed ora tocca a loro. Anche quest'anno almeno a Natale, cerchiamo di mantenere le tradizioni: festa di famiglia con tutti presenti e grande pranzo. Stiamo aspettando di vedere la generazione dei nipoti che però tarda ad arrivare: nessuno si sposa, nessuna resta incinta e però c'è ancora tempo per sperare.
Certo che si sono capovolti tutti i paradigmi: rapporti prematrimoniali obbligatori, e sono gli stessi genitori a pretendere qualche anno di convivenza prima del matrimonio, a consigliare la separazione dei beni, ad accogliere in famiglie allargate amanti, ex mogli, ex mariti e nipoti diretti ed acquisiti.
Queste cose una volta avvenivano comunque ma erano nascoste dalla cappa del perbenismo imposto dalle rigide convenzioni sociali. Ragazze madri, figli illegittimi, amanti nascosti, matrimoni riparatori, tutta la serie di regole "immorali" che garantivano la moralità della società. E' stata la nostra generazione a rompere... con il passato ma poi mi sembra sia stata gettata via l'acqua sporca con il bambino, ovvero oltre alla forma anche la sostanza dei valori che regolano una civile convivenza. Cortesia, rispetto per tutti, educazione e decoro, dialogo ed ascolto insomma tutto quanto fa di una società una società civile sono stati sostituiti dall'arroganza e dalla cialtroneria che inizia dai bambini e finisce con i sessantenni.
Ci vorrà qualche generazione per recuperare la semplice buona educazione.