domenica 20 febbraio 2011

La fotografia

La fotografia è una passione che ho da sempre e che è iniziata da piccolo sfogliando l'album di famiglia.


La nonna Carola con le figlie
 Bello grande, rilegato in pelle, con le pagine nere sulle quali mia mamma ha incollato (ahimè) i ricordi di tutti noi.
Le più antiche fotografie risalgono agli anni 20 e ritraggono i nonni, allora molto giovani con i nostri genitori prima piccoli e poi adulti. Sono poche fotografie quasi sempre  in studio su fondali ed in atteggiamenti d'epoca. Poi alcune in divisa militare degli anni 40. Finalmente dopo la nostra nascita le foto diventano più numerose ed iniziano ad essere frutto della passione di mio zio Emilio,  con la sua mitica Rollei biottica e la sua eccezionale Voeglander con esposimetro incorporato. A quei tempi materiali da veri professionisti.
Mio padre mi ha poi regalato la sua Ferrania a fuoco fisso che ho usato per le mie prime fotografie. Dopo il viaggio in Francia documentato con la Voeglander prestata dallo zio, ho comprato finalmente una reflex Nikkormat Ftn usata, tutta mia , praticamente un regalo di Gianangelo che allora faceva anche il fotografo.
Sono sempre stato affascinato dalla tecnica: macchine reflex, esposimetri, ingranditori, stampe in bianco e nero, diapositive a colori, Cibachrome etc..
Amo i ritratti e le fotografie che descrivono ambienti ed atmosfere e non mi piacciono i panorami nè i monumenti senza qualche persona che li renda vivi. 
Cibachrome

Quando lavoravo in Dalmine, ho potuto imparare dal gruppo dei fotoamatori del CRAL a stampare il bianco e nero. Con amici ho sperimentato con alterne fortune  il Cibachrome per lo sviluppo delle diapositive a colori.

 Mi sono dedicato a documentare la vita di famiglia, figli e nipoti che crescono, genitori che invecchiano e ho anche decine di ritratti di un sacco di amici mai in posa ma sempre colti in atteggiamenti spontanei.
Adesso uso una bella reflex digitale, la Nikon D300 ma colleziono pazientemente anche macchine d'epoca: oltre alla mia Nikkormat EL del 1971, tutte quelle che avrei voluto avere ma che non mi potevo permettere da giovane: una Nikon F2,  una Hasselblad C/M ,  una perfetta replica di una Leica militare della Lutwaffe con tanto di svastica sul copriobbiettivo. Oggetti che mi emozionano e che sono perfettamente funzionanti.
Ora sono alla caccia di una mitica Leica M6 o M7 e di una Nikon FM3A ma sono rare e molto costose.
Ho passato allo scanner e digitalizzato la maggior parte delle migliaia di foto e diapositive che ho scattato fino ad oggi. Anche se sono entusiasta del digitale, ogni tanto adoro riprendere con le mie vecchie macchine a pellicola, far sviluppare il negativo e poi acquisirlo con lo scanner per visualizzare e stampare direttamente dal computer su carta fotografica con le stampanti ink-jet.
Nebbia in pianura da Valcava
Con i programmi software come Photoshop ho imparato a manipolare gli scatti ed ottenere risultati impensabili in camera oscura.
Sono però alla ricerca di soggetti nuovi ma è un'impresa titanica: tutti hanno fotografato tutto e anche ...benissimo. Basta vedere sui vari siti  dove ogni giorno i fotoamatori caricano centinaia di migliaia di fotografie, Flickr, Dpreview, o i siti di Nikon, Canon, Olympus Sony etc,  saturi di bellissime immagini da tutto il mondo.
Per ora documento i viaggi, che registro su DVD con musica a commento che regalo agli amici, e poi documento la nostra vita quotidiana in città e nella nostra casa, registrando i fatti importanti e l'ambiente con i suoi mutamenti.
Ogni tanto me le guardo e risveglio nella memoria emozioni ed atmosfere del nostro passato con una punta di nostalgia.
Altro capitolo è quello dei filmati che ho approcciato molto tardi con l'acquisto di una prima ingombrante telecamera Sony a cassette. Ho anche qualche vecchio spezzone di pellicola in otto e superotto girati da amici che ho riversato su DVD.
Con questa attrezzatura ho ripreso tutta la prima fantastica stagione del minicalcio della generazione dell'84 in paese.
Ho intervistato tutti i miei nipoti da bambini chiedendo cosa volevano fare da grandi: ora che hanno più di vent'anni sono molto stupiti nel rivedere i loro sogni da piccoli.
Adesso ho in uso una piccola Sony che registra in HD (High Definition) che però è talmente piccola da risultare difficile da usare. Ogni piccolo movimento viene amplificato e la proiezione risulta facilmente mossa, anche lo zoom è troppo sensibile e veloce.
Ma  la fotografia resta il mio primo amore.

RES GESTAE - Salita sul Misma


Il monte Misma visto dalla pianura
Gita al Misma (altitudine m. 1161 sul livello del mare)
Sabato 5 febbraio appuntamento  alle 9 davanti alla casa di Gianni Legrenzi.In auto velocemente usciamo da Bergamo imboccando la strada della Valle Seriana  fino a Pradalunga e saliamo fino al Santuario della Forcella  (S. Mariae ad Nives) Anno Domini 1630. La mattina è fredda e limpidissima.
Infiliamo gli zaini e cominciamo a salire per la strada che ci dovrà portare in cima al monte Misma. Alle 10,20 siamo al Rocolù a 769 metri e decidiamo di aggirare la montagna per passare dal Santuario della Madonna del Misma sul versante di Cenate dove arriviamo alle 11,00 seguendo un sentiero a saliscendi che passa dalle cave di pietra cote.
Il Santuario della Madonna del Misma
Tutto chiuso, scopriamo che il ristoro apre solo la domenica. Riprendiamo il cammino e ci accorgiamo che  inizia la salita vera e con notevole fatica saliamo su di un sentiero impervio. Scambiamo due chiacchiere con il proprietario di una casa appoggiata sul passo e proseguendo sbuchiamo infine sul prato che porta alla vetta. E' mezzogiorno passato e siamo zuppi di sudore. Arriviamo rapidamente alla grande croce di ferro sulla cima e per prima cosa ci cambiamo in fretta anche perchè se il sole è caldo tira una certa arietta fresca.
Appendiamo le nostre magliette ad asciugare alla corda della campanella appesa al traliccio della grande croce e ci fotografiamo a vicenda mentre ammiriamo il paesaggio cercando di dare un nome alle cime ed alle valli che ci circondano. Poi ci sediamo e mangiamo: io la mia baguette al prosciutto e  Gianni uova sode con i panini, infine una bella mela ciascuno condividendo le sue due bottigliette di buon vino.(Io ho dimenticato i miei beveraggi).


Gianni sulla cima del Misma sullo sfondo il pazzo che fa Jogging
  Rinfrancati, assistiamo alla performance di un pazzo che corre su e giù dalla cima facendo Jogging.  Infine ristorati e riposati cominciamo a ridiscendere salutando il jogger e i due escursionisti che si sono sdraiati nell'erba vicino a noi a prendere il sole. Saltelliamo sul sentiero in forte discesa e dopo 20 minuti arriviamo al bivio dove, decidiamo di imboccare il sentiero alternativo rispetto a quello della mattina. Al successivo bivio perdiamo il sentiero e finiamo in mezzo alle sterpaglie nel bosco seguendo un segnale rosso dipinto sugli alberi. Ma la discesa diviene ben presto problematica e temiano di finire molto lontano dalla nostra auto mentre la stanchezza comincia a farsi sentire ed il sole scende. Per fortuna incontriamo prima un cagnolino e poi il suo padrone che sta pascolando le sue capre vicino ad un roccolo. Ci spiega che il segnale rosso non è un sentiero, ma indica ai manutentori dell'Enel il percorso dei cavi elettrici cosicchè seguendolo scenderemmo fino alla centrale a valle. Ormai il sentiero è perso ma per fortuna  il nostro buon samaritano ci accompagna dentro il bosco fino a che intravediamo la strada. Sbuchiamo sull'ultimo tornante prima del santuario e quindi dobbiamo risalire altri 700 metri per arrivare al parcheggio. Tutto bene quel che finisce bene!
Prendiamo l'auto e scendiamo in paese e ci fermiamo al piccolo bar di fronte alla chiesa, dove ci facciamo due deliziose birre alla spina e ammiriamo la bella signorina che ce le serve.
Risaliamo in macchina e torniamo a casa felici e contenti.
Mi peso ed ho perso 2 Kg! Magnifico.

martedì 15 febbraio 2011

Giordania tour


Moevenpick Aqaba
 Bellissimo viaggio in Giordania!
Martedì 18 gennaio Partenza da Orio al Serio alle 10,00 e arrivo ad Aqaba sul Mar Rosso alle 16,00 ora locale (+1 dall'Italia). Siamo accolti da Monica della viaggi del Turchese e da Wael che ci farà da guida nel Tour e ci accompagnano nel nostro eccellente hotel, il Moevenpick dove ci viene assegnata la camera 505. Il periodo di bassa stagione e le temperature ancora fresche (8 la minima e 16 la massima) ha raccolto un gruppo di 46 persone di cui solo otto al nostro albergo a 5 stelle. Insieme ai nostri amici  Pino, Isella, Renata e Silvano conosciamo Achille e Silvia, due bergamaschi come noi.
Gli altri partecipanti sono distribuiti tra gli Hotel  Capitano (3 stelle) e Aqaba Gulf (4 stelle).

Mercoledì 19 gennaio : sveglia alle 6,00, sul bus alle 7,00 e dopo 2 ore arriviamo a Petra. Siamo a 1600 metri, c'è un bel cielo azzurro, tira un po' di vento e fa freddino. Ci incamminiamo verso l'entrata della zona archeologica e ammiriamo il frontale di alcune tombe scavate nella roccia viva.
D'improvviso entriamo nel Siq, la gola stretta e tortuosa tra pareti altissime che percorriamo per quasi un chilometro. A tratti riaffiora il selciato della strada romana ed il passaggio si stringe con scenari da fiaba. Gruppi di persone la percorrono mentre piccoli calessi variopinti portano i turisti più pigri.
Poi d'improvviso intravediamo le colonne del tesoro, e sbuchiamo sul piazzale antistante pieni di emozione.
Magnifico! e ogni passo è una scoperta nuova ed appassionante. Wael, la nostra guida ci illustra la storia di questo luogo incredibile, i nabatei, i romani, gli arabi...... tutti i popoli che hanno lasciato queste tracce. Scendiamo nella valle che si allarga e passeggiamo lungo la strada tra le colonne  in uno scenario spettacolare. All'una arriviamo al ristorante dove mangiamo (bene) e poi ci incamminiamo verso il monastero percorrendo la mulattiera che si inerpica  dentro la montagna  iniziando a contare i mitici 856 gradini.
Ammiriamo il monastero e poi proseguiamo fino al belvedere scalando il picco sovrastante che domina i quattro punti cardinali. Ci godiamo il panorama dal cocuzzolo dove in una tenda due ragazzi arabi suonano la chitarra e vendono bevande e souvenir. Riscendiamo a valle e ritorniamo sui nostri passi fino al parcheggio. Troviamo un piccolo ufficio postale e acquistiamo i francobolli per le nostre cartoline. Risaliamo in pulman alle 16,30 e arriviamo ad Aqaba alle 19,00. Cena in albergo, passeggiata sul lungomare e poi tutti a letto.

Giovedì 20 gennaio : escursione a Wadi Rum, il fondo di un antico lago nel deserto roccioso dove saliamo su dei pick-up che ci scorazzano tra picchi erosi dal vento fino alle rocce con i graffiti.

Intorno ad un gruppo di tende, da un lato decine di dromedari riposano nella sabbia e dall'altro parcheggiano i pick up in fila. Beviamo una tazza di the che ci riscalda e poi ripartiamo verso il resort tendato dove ci fermiamo per un buon pranzo. ritorniamo presto ed approfittiamo per andare a visitare il piccolo museo di Aqaba e la fortezza mamelucca, famosa per l'attacco di sorpresa dal deserto di Lawrence d'Arabia, riuscito perchè i cannoni erano tutti rivolti verso il mare.

Venerdì  21 gennaio trasferimento verso Amman, visitiamo il castello di Al Karak, eretto dai crociati e conquistato dal Saladino nel 1183.
 Proseguiamo passando per la depressione spettacolare che divide l'altopiano e risaliamo dal fondo dove la strada attraversa una diga che ha creato un bel lago, e arriviamo a Madaba, dove pranziamo e poi visitiamo la chiesa ortodossa di San Giorgio, famosa per l'antico pavimento a mosaico che riporta la cartina di tutta la Terrasanta.
Saliamo poi sul monte Nebo, affacciato sulla valle del Giordano da dove Mosè potè vedere la terra promessa prima di morire. Intravediamo Gerico e non riusciamo a vedere Gerusalemme per la foschia che oscura l'orizzonte.
Arriviamo ad Amman, la città bianca, modernissima (4 milioni di abitanti) creata negli ultimi 30 anni. L'hotel Regency è un'istituzione della città, ma mentre la hall è principesca, le camere, pur spaziose e ben arredate sono invecchiate e gli infissi ed i bagni non sono all'altezza di un cinque stelle. Noi siamo al nono piano alla camera 919, saliamo al 18° per vedere piscina e palestra, belle.
Buona la cena a buffet e notte tranquilla.

Sabato 22 gennaio , alba stupenda e in mattinata visita all'arena romana e salita fino all'acropoli, la cittadella fortificata sulla splendida collina con resti di templi romani e del palazzo arabo. Sotto il centro di Amman, il vecchio quartiere pieno di bar e negozietti di ogni genere, un vero suk.
Poi partiamo per Basr-al-araq , il castello romano in pietra lavica quartier generale della rivolta araba di Lawrence. mangiamo in un bel ristorante vicino e poi ripartiamo per vedere il piccolo palazzo di delizie del califfo nel deserto, ed infine al caravanserraglio di Qasr-al-qaranah. Rientro ad Amman per la cena etnica (senza alcool) al Tawaleen-al-hawa (il mulino ad acqua) con decorazioni ispirate a don Chisciotte. Tanti antipasti caldi e freddi e ottima carne di pecora e di agnello. Ballo con zampogna e tamburo di giovani in divisa della legione araba.

Domenica 23 gennaio , escursione ad Ajlun e visita al castello e poi arrivo a Jerash, una grandissima sorpresa: un enorme recinto sacro romano che inizia con un arco di trionfo imperiale e prosegue fino al foro passando a fianco dell'ippodromo. poi lungo la via colonne e resti di templi bellissimi, un teatro romano da 15.000 posti perfettamente conservato, incredibile. Il sito è ancora per più di metà interrato e già sono state portate alla luce più di 1500 colonne lungo la via e sulla collina. Una magnificenza molto ben conservata.
Pranziamo poi in un ristorante con vista sulla vallata e sulla diga sottostante.
Al ritorno ad Amman ci facciamo lasciare in centro al bazar sotto la cittadella, pieno di vita e di traffico. Poi fermiamo un taxi che ci porta al quartiere modernissimo di Swefiya regno dello shopping occidentale e infine rientriamo in albergo per la cena.

Lunedì 24 gennaio, ripartiamo per Aqaba e dopo aver visitato il palazzo del principe, in stile assiro, facciamo l'escursione al mar Morto, dove ci sdraiamo al sole in uno stabilimento balneare. Mariella prosegue per la visita a Betania. Non fa freddo e faccio il bagno: il mare sembra normale, ma come ci si immerge si galleggia come tappi di sughero, si riesce a stare solo sul dorso e rimettersi in piedi è un problema. Uno schizzo d'acqua mi fa lacrimare per 5 minuti, è un'esperienza inattesa e molto divertente. Corro alla doccia per evitare di diventare una statua di sale, la pelle è diventata morbida e setosa. Pranziamo e poi costeggiamo il mar morto e ci fermiamo ad ammirare alcune insenature incrostate di sale e la moglie di Lot, la roccia che ricorda l'episodio biblico. Arriviamo ad Aqaba la sera dopo una fermata a fari spenti nel deserto per contemplare il cielo nerissimo e pieno di stelle.  Ritroviamo il confort del nostro Moevenpick camera 606.

Martedì 25 gennaio , grande colazione, passeggiata sul lungomare affollato di gente che fa il bagno, raggiungiamo gli amici sulla spiaggia dell'albergo.
alle 16,00 decollo, dopo mezz'ora atterraggio a Sharm dove ci fermiamo in aeroporto per un'ora. Decollo in orario e volo tranquillo, arrivo con 20 minuti di anticipo alle 22,00.
Salutiamo tutti ed arriviamo a casa velocemente.
Bellissima settimana!

domenica 2 gennaio 2011

HEIMAT

Finalmente ho rivisto con Mariella tutta la saga di Heimat di Edgar Reitz: appassionante e bellissima.... 50 ore di film in 30 episodi che abbiamo visto in un paio di mesi al ritmo di 2-3  episodi alla settimana.

HEIMAT     
La storia della Germania dal 1919 al 1982 attraverso le vite degli uomini e delle donne di Shabbach, un piccolo villaggio dell'Hunsruck in Renania. Attorno ai personaggi di Maria e Paul ruota un emblematico microcosmo di passioni, tragedie, destini e sogni narrati con un'autenticità tanto cruda quanto poetica.
Undici episodi per 15 ore e 24 minuti di spettacolo girati in 282 giorni  da maggio 1981 a novembre 1982 ma risultato di un lavoro di cinque anni.






HEIMAT 2
Un vasto romanzo per immagini della generazione tedesca degli anni '60 piena di sogni ed utopie. Un variopinto mondo di ventenni innamorati della vita, della musica e dell'arte alla ricerca di una 'seconda patria'  a Monaco dove realizzare le proprie aspirazioni, un terreno incerto dove il lavoro, le amicizie e gli amori si intrecciano alle speranze, alle sconfitte ed al desiderio assoluto di libertà.
Tredici episodi per 25 ore e 32 minuti di spettacolo girati in 557 giorni  da da gennaio 1988 a dicembre 1991 risultato del lavoro di sei anni. edizione i tedesco con sottotitoli in italiano.






HEIMAT 3
Negli ultimi anni del Novecento con la caduta del muro di Berlino ed i drammatici eventi che seguono, la storia della Germania e del mondo intero subisce un cambiamento radicale. E' la cronaca di famiglia in cui viene raffigurata la generazione dei nipoti di Maria, l'adorata matriarca di Heimat. Accanto a questi si collocano le storie di nuovi protagonisti che ruotano intorno alla famiglia. Malgrado le evoluzioni della società e la deriva individualistica dell'uomo moderno, l'amore, il successo, la nascita, la malattia, la morte ed i legami si rifiutano di essere distrutti. Alla fine. il ritorno a Schabbach, il paese natale è per tutti un nuovo inizio.
Sei episodi per 10 ore e 56 minuti di spettacolo uscito nel 2004.

Nel grande affresco di Heimat la differenza nella visione del tempo e della vita tra la generazione dei padri e quella dei figli e dei nipoti è acutamente rilevata in questa osservazioni di Joseph Roth  (La marcia di Radetzky) :
Così era allora! Tutto ciò che cresceva aveva bisogno di tanto tempo per crescere, e tutto ciò che finiva aveva bisogno di lungo tempo per essere dimenticato. Ma tutto ciò che un giorno era esistito aveva lasciato le sue tracce ed in quell'epoca si viveva di ricordi, come oggi si vive della capacità di dimenticare alla svelta e senza esitazione.

lunedì 27 dicembre 2010

I nuovi paradigmi


Il matrimonio di zio Elia e zia Gianna con tutti i parenti negli anni 50
 Boom!  Con un po' meno di frenesia ed un po' più di sana pigrizia siamo ricaduti nelle festività di fine anno. Ogni anno i bimbi crescono, le mamme non imbiancano perchè di tingono ed i padri ..... aspirano a diventare nonni e fanno i filosofi. I figli sempre più raramente ci ascoltano e noi ci siamo arresi ormai convinti che dobbiamo lasciarli fare gli stessi errori che a nostra volta alla loro età facemmo, malgrado i consigli dei nostri genitori. Come si dice: è una ruota che gira ed ora tocca a loro. Anche quest'anno almeno a Natale, cerchiamo di mantenere le tradizioni: festa di famiglia con tutti presenti e grande pranzo. Stiamo aspettando di vedere la generazione dei nipoti che però tarda ad arrivare: nessuno si sposa, nessuna resta incinta e però c'è ancora tempo per sperare.
Certo che si sono capovolti tutti i paradigmi: rapporti prematrimoniali obbligatori, e sono gli stessi genitori a pretendere qualche anno di convivenza prima del matrimonio, a consigliare la separazione dei beni, ad accogliere in famiglie allargate amanti, ex mogli, ex mariti e nipoti diretti ed acquisiti.
Queste cose una volta avvenivano comunque ma erano nascoste dalla cappa del perbenismo imposto dalle rigide convenzioni sociali. Ragazze madri, figli illegittimi, amanti nascosti, matrimoni riparatori, tutta la serie di regole "immorali" che garantivano la moralità della società. E' stata la nostra generazione a rompere... con il passato ma poi mi sembra sia stata gettata via l'acqua sporca con il bambino, ovvero oltre alla forma anche la sostanza dei valori che regolano una civile convivenza. Cortesia, rispetto per tutti, educazione e decoro, dialogo ed ascolto insomma tutto quanto fa di una società una società civile sono stati sostituiti dall'arroganza e dalla cialtroneria che inizia dai bambini e finisce con i sessantenni.
Ci vorrà qualche generazione per recuperare la semplice buona educazione.

lunedì 6 dicembre 2010

Vaghe stelle dell'Orsa

Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti.....
                                  Giacomo Leopardi
 

La via Lattea
 
Guardare le stelle, cercare il grande ed il piccolo carro, trovare la stella polare. Nelle sere limpide era un momento magico guardare il cielo e spesso noi ragazzi lo facevamo tutti insieme nel cortile dove abitavamo con tante altre famiglie. Allora le notti erano proprio buie e le poche luci pubbliche nelle strade del paese erano molto fioche, nessuno aveva luci esterne ed anche noi che avevamo dei neon sul terrazzo li accendevamo solo per il tempo strettamente necessario. Mio padre per primo mi ha insegnato a riconoscere le stelle e  le prime e più affascinanti che riuscii a riconoscere furono proprio il grande ed il piccolo carro individuando poi la stella polare, la direzione del favoloso nord. Momenti di incanto assoluto! Guardare il cielo, anche di giorno osservando le nuvole che passano e si trasformano in mille figure, mi è sempre stato molto caro. Mostrare ai bimbi il sorgere della luna piena,  la magia del cielo stellato nelle notti cristalline, indicare loro una stella più luminosa delle altre e inventare loro che si è accesa quando l'amato nonno se ne è andato....
Oggi anche se è tutto più difficile: trovare un posto buio e silenzioso, dedicare del tempo alla contemplazione del cielo, eppure ho riprovato la stessa meraviglia e le stesse emozioni di allora sicuramente più intense,  consapevoli e profonde.
Guardando dal cortile della vecchia casa dei miei, a lato della  campanella che lo fa sembrare un convento messicano, è apparsa di nuovo magicamente la stella del nord ed alzando lo sguardo il bagliore della via lattea da est a ovest nella notte senza luna.
L'universo, la nostra casa come da bambini il grande cortile dell'infanzia dove giocavamo a nasconderci nelle sere d'estate e guardavamo le stelle.


mercoledì 1 dicembre 2010

La fiera di Scarborough

La fiera di Scarborough durava dal 15 agosto per 45 giorni.
Nel medioevo il prezzemolo era il conforto, la salvia la forza, il rosmarino l'amore ed il timo il coraggio.


Stai andando alla fiera di Scarborough? Prezzemolo, salvia rosmarino e timo
salutami una persona che vive lì, perchè un tempo fu il mio vero amore
L'uomo
dille di farmi una camicia di cambrì, Prezzemolo, salvia rosmarino e timo

senza cuciture nè ricami, allora sarà il mio vero amore
dille di lavarla in quel pozzo secco, prezzemolo, salvia rosmarino e timo

nel quale non è mai scaturita acqua nè vi è mai caduta pioggia, allora sarà il mio vero amore
dille di asciugarla tra quei rovi  prezzemolo, salvia rosmarino e timo

che non hanno mai portato un fiore in vita loro,
allora sarà il mio vero amore
chiedile di farmi questa cortesia, prezzemolo, salvia rosmarino e timo

chiedile questo simile favore per me
allora sarà il mio vero amore
Sei stata alla fiera di Scarborough? Prezzemolo, salvia rosmarino e timo

portami i saluti di una persona che vive lì, perchè un tempo fu il mio vero amore
La donna
digli di trovarmi un acro di terra, Prezzemolo, salvia rosmarino e timo

tra l’acqua salata e la spiaggia del mare, perchè allora sarà il mio vero amore
digli di ararlo col corno di un agnello, prezzemolo, salvia rosmarino e timo

e di seminarlo tutto con grani di pepe, perchè allora sarà il mio vero amore
digli di mieterlo con una falce di cuoio, prezzemolo, salvia rosmarino e timo

e raccoglierlo con una corda fatta di Erica, perchè allora sarà il mio vero amore
quando avrà finito e compiuto il suo lavoro, prezzemolo, salvia rosmarino e timo

digli di venire per la sua camicia di Cambrì, perchè allora sarà il mio vero amore
se dici di non potere, allora ti risponderò, prezzemolo, salvia rosmarino e timo

oh, dimmi che almeno ci proverai, o non sarai mai il mio vero amore

l’amore impone compiti impossibili, prezzemolo, salvia rosmarino e timo ma niente di più di ciò che chiederebbe ogni cuore
devo sapere che sei il mio vero amore.




La belle epoque

BOTH
Are you going to Scarborough Fair? Parsley, sage, rosemary and thyme,Remember me to one who lives there, For she once was a true love of mine.
MAN
Tell her to make me a cambric shirt, Parsley, sage, rosemary and thyme,Without any seam nor needlework, And then she’ll be a true love of mine.
Tell her to wash it in yonder dry well, Parsley, sage, rosemary and thyme,Which never sprung water nor rain ever fell, And then she’ll be a true love of mine.
Tell her to dry it on yonder thorn, Parsley, sage, rosemary and thyme,Which never bore blossom since Adam was born, And then she’ll be a true love of mine.
Ask her to do me this courtesy, Parsley, sage, rosemary and thyme,
And ask for a like favour from me, And then she’ll be a true love of mine.
BOTH
Have you been to Scarborough Fair? Parsley, sage, rosemary and thyme,
Remember me from one who lives there, for he once was a true love of mine.
WOMAN
Ask him to find me an acre of land, Parsley, sage, rosemary and thyme,
Between the salt water and the sea-strand, For then he’ll be a true love of mine.
Ask him to plough it with a lamb’s horn, Parsley, sage, rosemary and thyme,
And sow it all over with one peppercorn, For then he’ll be a true love of mine.
Ask him to reap it with a sickle of leather, Parsley, sage, rosemary and thyme,
And gather it up with a rope made of heather, For then he’ll be a true love of mine.
When he has done and finished his work, Parsley, sage, rosemary and thyme,

Ask him to come for his cambric shirt, For then he’ll be a true love of mine.
BOTH INSIEME
If you say that you can’t, then I shall reply, Parsley, sage, rosemary and thyme,
Oh, Let me know that at least you will try, Or you’ll never be a true love of mine.
Love imposes impossible tasks, Parsley, sage, rosemary and thyme,
But none more than any heart would ask, I must know you’re a true love of mine.





Simon e Garfunkel hanno ripreso questa ballata medioevale intercalandola con i versi di Canticle:

On the side of a hill in the deep forest green                     Sul fianco di una collina nel verde profondo della foresta
Tracing a sparrow on snow-crested ground                     seguendo un passero sul terreno crestato di neve
Blankets and bedclothes a child of the mountains             tra lenzuola e coperte un bambino delle montagne
Sleeps unaware of the clarion call                                    dorme  ignaro dello squillo di tromba
On the side of a hill, a sprinkling of leaves                        sul fianco della collina una spolverata di foglie
Washed is the ground with so many tears                         lavato è il terreno con così tante lacrime
A soldier cleans and polishes a gun                                  un soldato pulisce e lucida una pistola
War bellows, blazing in scarlet battalions                          urla di guerra, ardenti in rossi battaglioni
Generals order their soldiers to kill                                   i generali ordinano ai loro soldati di uccidere
And to fight for a cause they've long ago forgotten.         e di combattere per una causa che essi da tempo
                                                                                                    hanno dimenticato.