lunedì 25 ottobre 2010

Sant'Agostino a Pavia

Che bella scoperta! Sant'Agostino è sepolto a Pavia nella chiesa di San Pietro in ciel d'oro. Non l'avrei mai immaginato. Pensavo fosse da qualche parte in Africa vicino alla mitica Ippona dove fu vescovo, ed invece le sue spoglie sono arrivate a Pavia quando il re longobardo Liutprando durante il suo regno nell'  VIII secolo le ha riscattate dai saraceni e trasferite nella sua capitale.
http://www.santagostinopavia.it/basilica/


I mulini Certosa
Così abbiamo deciso di partire dalla Certosa di Pavia ed andare a piedi fino alla tomba di Sant'Agostino.
C'è voluto più tempo ad arrivare in auto, dopo una gimcana sulle tangenziali di Milano, ai mulini della Certosa che arrivare a piedi  a Pavia passeggiando per 10 km sull'alzaia ciclo pedonabile del naviglio.
Finalmente alle 9,30 dopo aver parcheggiato, ci siamo incamminati leggeri in una giornata autunnale soleggiata e fresca. A parte qualche auto dei residenti, la via ciclo pedonabile è piacevole da percorrere a piedi.
Arrivati alle 11,45 davanti alla chiesa entriamo a visitarla sotto l'occhio critico del frate guardiano che implacabile ci chiuderà fuori allo scoccare del mezzogiorno. La chiesa è magnifica e l'arca di sant'Agostino un'opera imponente di arte medioevale in marmo bianco. All'interno troviamo le tombe di re Liutprando e di Severino Boezio, l'autore del De consolatione Philosophie. Una bella emozione, che ci consolida l'appetito.
Ritorniamo a prendere le macchine e andiamo a pranzo a Borgarello, alla Locanda degli eventi.
Gustato l'eccellente pranzo, facciamo un'altra bella passeggiata fino alla Certosa e visitiamo la basilica ed il convento. Chissà perchè una tale meraviglia ha l'ingresso gratuito, non ha guide nè un centro di accoglienza strutturato.
Il Naviglio a Pavia
Incredibile! Solo un frate raccoglie all'uscita le offerte dei visitatori. Facciamo da guida a due turisti emiliani mostrando il monumento funebre di Ludovico il Moro e della moglie Beatrice d'Este ed il meraviglioso trittico da altare in avorio.
Ci emozioniamo nel vedere i chiostri e guidiamo i visitatori alla visita della cella monacale. Poi ritorniamo alle macchine lungo il viale alberato assaporando l'autunno e ci rituffiamo nel caos delle tangenziali. E' il solito delirio: più di un'ora e mezza per fare 40 Km.