21 giugno venerdì
L'anno scorso le tappe da Estella a Burgos ci sono rimaste impresse per il sole ed il gran caldo, così verifichiamo il meteo che prevede bello stabile e l'altimetria del percorso che è praticamente piatta. Non ci preoccupiamo però del fatto che cammineremo sulla Meseta settentrionale, l'altopiano mediamente a 800 metri sul livello del mare nè che le temperatura minime sono previste intorno agli 8 gradi. Notiamo invece che le massime sono intorno ai 20-25 gradi con un po' di vento: ottimali per camminare. Perciò facciamo un grande errore, nello zaino solo magliette leggere e senza maniche. Solo all'ultimo momento prendo il giubbettino con le maniche lunghe che poi mi diventerà indispensabile. Ci imbarchiamo e tutti insieme mettiamo nel borsone comune le racchette, i beauty case e le scarpe di ricambio. I 15 kg di bagaglio in stiva ci costano la bellezza di 50 euro e per fortuna al check-in qualche ettogrammo in più non ci viene contestato per cui ci imbarchiamo regolarmente. Volo tranquillo e quando atterriamo a Saragozza siamo in perfetto orario. Vado immediataamente Hertz per evitare le immancabili code mentre Fermo attende il bagagli. Al solito, invece della Ibiza prenotata mi accordo per una Nissan-Juke spendendo 5 euro al giorno in più. E' più grande e comoda della piccola Ibiza ma il bagagliaio è comunque insufficiente e così dovremo tenere uno zaino sul sedile posteriore. L'auto è maneggevole, comoda, abbastanza veloce e silenziosa.
Con nostra sorpresa a Saragozza non si muore di caldo come l'anno scorso, c'è una temperatura ottimale. In auto abbiamo due navigatori: il Tom tom di Daniele ed il Garmin che ho comprato per 68 euro, visto che il noleggio dello stesso alla Hertz costa 14 euro al giorno. Dopo un giro vizioso tra le rotonde fuori dall'areoporto, prendiamo l'autostrada e andiamo speditamente a nord.
Verso l'una ci fermiamo all'autogrill Medas di Calahorra e pranziamo.
Arriviamo a Burgos passando in parte dai luoghi che l'anno scorso abbiamo percorso a piedi. Troviamo quasi subito l'hotel Boutique Fernan Gozales a pochi metri dal fiume e dal ponte che porta alla cattedrale. Io e Daniele abbiamo dimenticato la nostra credenziale per cui andiamo direttamente all'Albergue de Peregrinos dove ce ne rilasciano una nuova. Fa freddo e tira un vento gelido, tutti quelli che incontriamo sono vestiti pesante, con cappotti, giacche a vento e felpe.
Con Fermo decidiamo di visitare la cattedrale con le sue incredibili ricchezze mentre Daniele passeggia all'esterno. All'uscita dallo splendido tempio, Fermo trema di freddo per cui cerchiamo un negozio che abbia maglioni con la sua taglia. Non è facile ma alla fine lo troviamo e ne compra uno bello pesante. Mettiamo l'auto faticosamente nel parcheggio sotterraneo dell'hotel che è strettissimo. La prossima volta parcheggeremo in quello pubblico sotto il Museo de l'evolucion humana che è lì vicino. Andiamo poi a cena in un ristorante, il 24 de calle Paloma a fianco della cattedrale. All'entrata capiamo che è di alto livello ed infatti, oltre che una buona cena e del buon vino c'è anche un conto adeguato: 40 euro a testa. Passiamo nella fredda sera sul paseo dell'Espolon lungo il fiume Arlanzon e poi andiamo a dormire.
22 giugno sabato
Al mattino, dopo colazione portiamo l'auto lungo il fiume fino al ponte del pellegrino e la parcheggiamo all'ombra. Zaino in spalla iniziamo il Camino. Passiamo dall' Hospital del Rey, sede della facoltà di diritto e riconosciamo il cancello dove si svolge una delle scene del film 'ìl Camino per Santiago' di Estevez.
La strada è piacevole e le uniche salite sono al cavalcavia dell'autostrada. C'è vento fresco e il passo è leggero, Passiamo per Tardajos dove sostiamo vicino ad una fontana con altri pellegrini e poi entriamo nella regione degli altipiani e passiamo per piccoli paesi rurali in mezzo ai campi di grano ancora verde mentre sul ciglio del sentiero fioriscono papaveri e fiordalisi. Incontriamo uno strano pellegrino che va in senso opposto al nostro, sembra uscito da un film sul medio evo!
Il cancello di Estevez |
Pranziamo e nella Taberna notiamo una ragazza che in un fluente spagnolo dialoga con due commensali. Poi ripartiamo e la ritroviamo sotto un albero a riposare. Quando arriviamo ad Hornillos del Camino, teoricamente la fine della prima tappa di 18 km, decidiamo di proseguire ancora, non siamo stanchi, è presto e non fa caldo, così arriviamo dopo altri 16 km ad Hontanas, un paesino di 65 abitanti. Siamo stanchi e ritroviamo Lee, la bella ragazza americana di Nashville che avevamo incontrato prima mentre si riposava beatamente sotto l'ombra di un albero.
Ci dice di essere fotografa e infatti passerà la notte nella meseta a fotografare al chiaro di luna. Ci sediamo al bar della locanda e chiacchieriamo con la locandiera, chiedendole come funzionano le cose in un paese rurale di 65 abitanti. Ha la nostra età, figli e nipoti sono in città e lei ormai con il marito anziano è rassegnata a quella vita. Chiamiamo un taxi che ci riporta a Burgos all'auto. Con il mio piccolo Ipad cerchiamo un hotel per la sera e prenotiamo al Galeries fuori città. Impostiamo la via sul Garmin che ci fa girare a vuoto per più di mezz'ora, lo spegniamo e proviamo il tom tom che si perde anch'esso. Li accendiamo tutti e due ed è una babele di indicazioni contraddittorie. Guardiamo la cartina della città e decidiamo di andare verso il centro lungo il fiume, riaccendiamo il tom tom che rinsavisce e ci porta diritti all'hotel. Esibiamo la prenotazione sul nostro tablet e ci vengono assegnate le nostre camere. Doccia, ottima cena con una buona bottiglia di rosso ed un bel sonno.
23 giugno domenica
Dopo colazione, prendiamo l'auto e andiamo diretti a Castrojeritz, 4 km dopo Hontanas. Parcheggiamo in piazza, diamo uno sguardo al paese, ai resti del castello e davanti alla chiesa di San Juan ci affardelliamo, Fermo fa scorta di bottigliette d'acqua in un bar di Calle Real facendo indispettire Daniele. Tira un bel vento freddo anche se il sole è limpido. Attraversiamo la valle del rio Odrilla e cominciamo a salire faticosamente sulla cuesta de Mostelares, oltre un km di sterrato al 12 % . Durante la salita veniamo superati da due italiani e da un anziano pellegrino che sale con passo rapido.
Arrivati in cima accaldati siamo sferzati da un un forte vento freddo per cui ci rifugiamo sotto la tettoia. Il paesaggio è fantastico, a est la valle con il fiume e Castojeritz mentre ad ovest tutta la nuova mesa sulla quale ondeggiano al vento immensi campi di grano ancora verde. Scendiamo sull'altipiano e arriviamo all'albergue di San Nicolas, gestito dalla Confraternita di Perugia.
San Nicolas a Puente Fitero |
24 giugno lunedì
La piazza a Poblacion de Campo |
Colazione al bar e via con gli zaini a spalla. Fa freddo ed il cielo è terso. Lungo strade rurali, attraversiamo piccoli paesi di Poblacion de Campos, Revenga e Villarmentero dove ci fermiamo a rifornirci d'acqua e a rifocillarci.
Santa Maria la Blanca |
Poi proseguiamo lungo la statale asfaltata per un'altra ora e mezza e finalmente arriviamo alla nostra meta del giorno: Carrion de los Condes dove davanti alla Iglesia de Santa Maria prendiamo alloggio all'hostal la Corte. Ci riceve una frizzante e giovanissima signorina dai modi cortesi e spicci. Doccia con sorpresa: gli asciugamani sono molto umidi e freddi. Pranziamo molto bene nella locanda, ci riposiamo e poi usciamo per il paese.
Io mi fermo in farmacia per acquistare dei cerotti e la crema per i piedi. Infatti le scarpe nuove mi hanno provocato delle bolle non sotto le dita, bensì al di sopra. La crema del dr. Scholl è stata miracolosa, dopo la prima applicazione ha sgonfiato le bolle e attutito l'irritazione. Prendo anche qualche pastiglia per la tosse che comincia a darmi fastidio la notte. Anche Daniele lamenta tosse e malessere generale per cui si consiglia con il farmacista per avere qualche rimedio. L'unico senza problemi è Fermo. Recuperiamo l'auto a Castrojeritz e la parcheggiamo davanti alla chiesa. Fermo va alla messa del pellegrino. Nel tramonto dalle panchine della piazza davanti alla chiesa con tutte le porte spalancate si può vedere e ascoltare la funzione mentre gli uccelli entrano ed escono dal tempio. Ceniamo sempre all'hostal che ha un ottimo ristorante.
25 giugno martedì
La mattina dopo colazione, faccio fatica a mettere le scarpe, e decido di non camminare subito. Mentre Fermo e Daniele partono con gli zaini, io faccio gasolio alla nostra Nissan e giro per la cittadina che è veramente bella, con i giardini lungo il fiume Carrìon ed il grande monastero di San Zoilo. Poi supero i due amici a piedi e vado ad attenderli come convenuto alcuni km più avanti. Lungo la strada però incontro le due signore francesi che mi chiedono aiuto: la più giovane ha dimenticato all'Albergue il cellulare. Le carico, le riporto a Carrion dove con sollievo recuperano il telefonino, poi le riporto sulla via con i loro enormi zaini. Mi ringraziano e se ne vanno. Carico a bordo Daniele e Fermo ed andiamo tutti a Terradillos de los Templarios da dove ripartiamo a piedi. In effetti saltiamo circa 17 km, 4 ore di di strada polverosa tra i campi al sole. Camminiamo di buon passo, e più cammino meno sento il dolore alle dita dei piedi.
Dopo una fermata alla Virgen del Puente dove tra due colonne è indicato il centro geografico del Camino arriviamo a Sahagun (16 Km) e dopo qualche ricerca, troviamo ospitalità all'hostal Domus Viatoris che confina con l'omonimo Albergue dove in uno stanzone vediamo decine di letti a castello per i pellegrini ruspanti. Per noi tre camere singole con bagno. Recupero l'auto con un taxi. Incontriamo due pellegrini italiani che si fermeranno due giorni per riprendersi prima di continuare nel camino. Hanno deciso di usare il servizio di navette che trasportano i pesanti zaini da una tappa all'altra per pochi euro e di camminare con piccoli zaini leggeri. Poi facciamo amicizia con un medico anestesista vicentino, che viaggia su di una strana bicicletta a tre ruote dove si pedala sdraiati. Ci mostra un libro che parla dei miracoli, e discutiamo da posizioni opposte su vari argomenti. Alla fine restiamo ovviamente ognuno convinto delle proprie idee e ci beviamo una birra insieme.
Visitiamo il centro storico con le varie chiese, le imponenti rovine del monastero di San Benedetto con l'arco di entrata al convento ed il ponte medioevale sul rio Cueza.
Andiamo a cenare su consiglio dell'ipad all'hotel San Facundo dove incontriamo 2 toste pellegrine bresciane che cenano con un'amica inglese. E' un locale in una dimora medioevale famosa e ci vengono mostrati tutte le parti storiche dell'architettura romanico-Mudejar. Ceniamo ottimamente. Torniamo all'hostal per la notte.
Sahagun Arco di entrata al monastero |
26 giugno mercoledì
Fuori città il Cammino si svolge lungo una strada con la sua pista pedonale sterrata fiancheggiata da piccoli platani appena piantati sul lato sinistro per proteggere dal sole. L'orizzonte è piatto, Daniele procede a piccoli passi e così ci distanziamo parecchio. Ogni tanto la strada scende in avvallamenti dove scorrono piccoli corsi d'acqua. Passiamo da Bercianos del Real Camino, 200 abitanti e poi continuiamo sulla strada monotona fino ad arrivare verso le 3 del pomeriggio a El Burgo Ranero, un paese agricolo al centro della mesa che sembra infinita. All'inizio del paese entriamo nella grande stazione di servizio circondata da un enorme piazzale pieno di autotreni. La struttura comprende il motel El castillo, la cafeteria e un restaurante per camionisti. Prendiamo tre camere tipo Motel Agip di buona memoria, facciamo la doccia e poi scendiamo a pranzare. Recupero con un taxi la macchina a Sahagun e poi vado in avanscoperta fino a Mansilla de las Mulas la prossima tappa.
La sera decidiamo di andare tutti insieme a Mansilla per ispezionare il percorso e magari cenare fuori. Cerchiamo un ristorante consigliato in una strada che il navigatore non ci riesce ad indicare, per cui ci fermiamo in un Hostal dove vediamo una partita della Confederation Cup mentre ceniamo. Torniamo poi al Motel per la notte.
27 giugno giovedì
Dopo colazione saliamo in auto e facciamo pochi Km oltre il paese fino a che un anziano pellegrino ci fa segno di fermarci. Pensando abbia bisogno di aiuto scendiamo dall'auto, è un inglese che vuole solo sapere di essere sulla strada giusta. Fermo e Daniele decidono di proseguire a piedi e si mettono gli zaini in spalla, mentre io proseguo con l'auto. Arrivo a Mansilla de las Mulas, una bella città murata sulle rive del fiume Esla e vado subito in farmacia, mi sta scoppiando un forte herpes sulle labbra e chiedo sia la crema antierpetica che pastiglie di aciclovir per metterlo sotto controllo. Poi guido fino alle porte di Leon e verifico che il percorso sia effettivamente come specificato nella guida, uno dei tratti più pericolosi del cammino che si svolge su asfalto e senza protezioni lungo la nazionale 120 che attraversa vari paesi ed è trafficatissima. Ritorno a Mansilla e passeggio per le vie e nel parco sul fiume in attesa dei due pellegrini che finalmente entrano nel Borgo dalla porta di Santiago.
Ci rifocilliamo e poi decidiamo di arrivare a Leon in auto.
A Lèon parcheggiamo in centro e visitiamo la vicina e splendida cattedrale gotica. Ascoltiamo la sua appassionante storia, dalla fondazione nel '200 alla posa di una cupola nel 600 che con il suo peso rende instabile struttura. Il successivo restauro nell' 800 con la demolizione della cupola e l'impianto di un'impalcatura all'interno per ripristinarne la stabilità. Infine la ricollocazione di tutte le magnifiche vetrate ed il ripristino dello spazio originale con la rimozione del retablo e delle divisioni barocche. Proseguiamo il giro ed entriamo nella basilica di San Isidoro con il pantheon reale, la cappella Sistina di Spagna, molto reclamizzata e di grande significato storico ma esteticamente deludente. Pranziamo in piazza e poi decidiamo di fare i turisti ed andare al mare, per cui prendiamo l'autostrada che ci porta a Gijon.
Gijon il porto turistico |
Dormiamo confortevolmente, Daniele si è un ripreso dalla debolezza e ora lamenta solo tosse notturna.
28 giugno venerdì
Al mattino partiamo per Aviles, pensando ad Avila, la città di Santa Teresa che però e da un'altra parte della Spagna. Aviles è un centro siderugico tipo la Ilva di Taranto, per cui ce ne allontaniamo velocemente e andiamo a visitare la vicina Oviedo, la capitale delle Asturie, splendida cittadina e splendida cattedrale.
Grande monumento al Re Pelayo che dal suo rifugio nei Picos de Europa con trecento irriducibili cavalieri sbaragliò l'esercito musulmano nella battaglia di Covado, prima vittoria della reconquista. Pranziamo in un bar molto sfarzoso, con grandi affreschi alle pareti e buon cibo locale.
Poi proseguiamo verso Santander passando da splendidi panorami lungo l'autostrada da dove intravediamo i Picos de Europa.Oviedo |
Anche a Santander prendiamo le camere all'Hotel Celuisma in centro e visitiamo la città vecchia partendo dal porto. Grandiosa la passeggiata a mare piena di gente e di turisti. Vediamo dall'esterno la cattedrale fortezza, sotto la quale un gruppo di attivisti fa partire un corteo ritmato da tamburi con slogan per l'aborto libero. Poi entriamo in una piazza vicina dove un pubblico composto ascolta un'orchestra di musica classica. Passiamo nella grande piazza successiva dove è disposto un enorme palco ed ascoltiamo un gruppo rock che spara i suoi decibel sulla folla.
Tira un bel vento freddo, torniamo sulla passeggiata a mare e ci rifugiamo per cena in un ristorante svizzero, tipo bella epoque pieno di attempati signori ed eleganti signore di antica bellezza. Infine durante la notte sentiamo urla nella strada sottostante, una lite tra spacciatori del porto, ma poi velocemente tutto ritorna silenzio.
29 giugno sabato
Dopo colazione sotto un cielo nuvoloso andiamo a vedere i lussuosi quartieri bene di Santander e le belle spiagge oltre il promontorio che ospita il palazzo reale. Splendide ville immerse nel verde davanti al mare, sembra di essere a Biarritz. Ripartiamo verso Burgos lungo un affascinante percorso tra valli e cittadine in una giornata che diviene soleggiata e tersa. Arriviamo verso le 11 in tempo per i festeggiamenti di San Pietro.
Lasciamo i bagagli allo splendido 'hotel Abba, sulla collina a due passi dalla cattedrale dove ci assegnano tre fantastiche suites. In città ferve la festa, tra la folla vediamo una lunga processione di associazioni e paesi del contado con abiti tradizionali, bande musicali che entrano dalla porta ad arco della città e depongono fiori sotto la statua quattrocentesca di Santa Maria la Mayor esposta per l'occasione sul sagrato davanti alla cattedrale. Giriamo in città tra la folla festante, proviamo tutti i tipi di tapas in uno dei tanti banchetti nelle piazze e poi, per evitare la folla torniamo in Hotel dove gustiamo in tranquillità un pranzo eccellente. Ritorniamo nel centro affollatissimo e passeggiamo lungo il viale dell'Espolon. Da un grande palco un cantante ed il suo gruppo esegue musiche tradizionali e la gente balla in piazza. La sera Daniele decide di tornare in albergo mentre io e Fermo andiamo a cena al Rincon de Espana dove mangio con gusto la medioevale sopa castillana, una zuppa bollente e piccante con salsiccia, uovo in camicia e pane raffermo. Fantastica! Usciamo e andiamo sul lungofiume, che viene chiuso e dove ammiriamo lo stupendo spettacolo dei fuochi artificiali. Torniamo poi in albergo a dormire..
30 giugno domenica
Partiamo per tornare a Saragozza lungo un bel percorso su strade con pochissimo traffico tra paesaggi meravigliosi. Verso mezzogiorno siamo in città, la temperatura è più calda ma sempre gradevole. Entro nella grande cattedrale che posso visitare con calma ed attenzione. Poi mentre Fermo e Daniele preferiscono oziare in centro io vado a visitare il palazzo de l'Alaferjia, la reggia fortificata dai mori ed ora sede del parlamento della regione.
Arrivo appena in tempo, la domenica chiude alle 14,30 ma in compenso la visita è gratuita. Magnifico palazzo all'interno, pieno di giardini e di decorazioni arabe e severa fortezza all'esterno. Al mio ritorno
Pranziamo in un locale in un vicolo e passeggiamo sulla piazza. Arriviamo alle 17,00 in aeroporto, restituiamo le chiavi dell'auto e ci imbarchiamo. Il volo è al completo, senza problemi arriviamo in orario a Bergamo dove ci aspetta Emilio.
Sintesi:
Cammino di Santiago 178 Km di cui 120 a piedi e 58 in auto.
In automobile, totale percorsi 1360 km
Spesa circa 1200 euro a testa
Come al solito ho usato tutta la biancheria e metà del resto. Non devo fare più l'errore di portare un solo paio di scarpe e di dimenticare il maglione.
Accenniamo i piani per il prossimo viaggio, da Leon a Sarrìa 186 Km in 10 giorni.... a Dio piacendo!Spesa circa 1200 euro a testa
Come al solito ho usato tutta la biancheria e metà del resto. Non devo fare più l'errore di portare un solo paio di scarpe e di dimenticare il maglione.