lunedì 3 gennaio 2022

Storie di famiglia: nonno Elia e il secondo matrimonio


                                                                      Elia senior

Nonno Elia: l'immagine che mi è rimasta è quella di un uomo tutto di un pezzo, un capo famiglia autorevole, rispettato dai figli e dalla comunità. Classe 1889, dopo il matrimonio con Palma Benedetti, sono nati Assunta (morta a 11 anni per tetano), Maria, Anna, Mario, Emilio, Elia junior,  Enrico e Assunta junior. Gestiva con i figli la trattoria del Seré al Brembo e la salumeria in centro al paese. Nel 1938 improvvisamente è morta la moglie Palma. 

                                                                Mia nonna Palmina

Il suo ricordo è legato ad una grande fotografia incorniciata e  appesa sopra la porta della sala  nella nostra grande cucina di Curno, davanti alla quale quando ero piccolo ricordo un lumino elettrico acceso e la preghiera speciale che ogni sera recitavo per la nonna.

                                            Nonno Elia con tutti i suoi figli 

Il nonno rimasto vedovo ha continuato a gestire le sue attività affiancato dai figli. Ma poi  a 56 anni si è invaghito della giovanissima Gina di 20 anni che aveva assunto come fantesca per le pulizie in trattoria. Mio padre e tutti i fratelli si sono fermamente opposti, arrivando a piantare un coltello sul tavolo: "Questo matrimonio non s'ha da fare né ora né mai". 

La ragazza di famiglia povera e  chiacchierata era  agli occhi dei figli inaccettabile. Ma il nonno ha imposto come sempre la sua autorità e l'ha sposata! 

Così a noi nipoti è stato insegnato che la moglie del nonno non era la nostra nonna ma che dovevamo chiamarla zia!  Zia Gina in effetti è sempre stata una moglie devota, con il tempo si è fatta accettare da tutti in famiglia e ha collaborato validamente alle attività commerciali del marito.

  

Il nonno con zia Gina a Montecatini

Venduta la trattoria del Seré al Brembo, lasciato mio padre a condurre la salumeria di Curno, il nonno si è trasferito a Bergamo e ha aperto una salumeria in via Previtali dove con Enrico ha continuato l'attività commerciale.

                                            Il negozio di Bergamo con Elia, Enrico ed Elia Jr. 

Come parecchi anni dopo ebbe ad ammettere mio padre,  il nonno aveva avuto come al solito ragione: il matrimonio è durato felicemente 46 anni, la grande  differenza d'età si è rivelata positiva e ha permesso alla zia di accudire amorevolmente il marito fino alla veneranda età di 102 anni.

I miei ricordi di bambino riportano rarissime visite alla casa del nonno a Bergamo, mentre mio fratello Marcello ai tempi del liceo è stato suo ospite fisso a pranzo per mesi. Un'incauta contestazione anticlericale, tipica dell'adolescenza ribelle ha fatto infuriare il nonno che non ha più voluto quel nipote alla sua tavola. 

Bellissima ed emozionante la festa per i suoi cento anni dove centoquaranta tra figli, nipoti, bisnipoti, parenti e amici lo hanno festeggiato insieme a tutto il paese con una bella cerimonia in chiesa e un pranzo nella sua vecchia trattoria al Brembo.

                                              Nonno Elia grande ballerino alla festa dei 100 anni

 Un ricordo vivo però mi è rimasto due anni dopo quando sono andato in clinica dove era stato ricoverato per una polmonite. Alla fine della visita, per la prima volta mi ha chiesto di abbracciarlo perchè 'non ci saremmo più visti'. Era guarito e il giorno dopo sarebbe stato dimesso, per cui stupito ne ho chiesto ragione. Mi ha risposto in dialetto stretto: sono stanco, per scendere due scale ho bisogno di due bastoni e di qualcuno che mi aiuti, questa non è più la mia vita. In effetti non l'ho più rivisto vivo, nel giro di due settimane si è spento a 102 anni passati. 

                                          Il nonno con figli, generi e nuore





lunedì 22 novembre 2021

Mimnermo - le foglie

 



«Al modo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
abbiamo diletto del fiore dell’età,
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
Ma le nere dèe ci stanno a fianco,
l’una con il segno della grave vecchiaia
e l’altra della morte. Fulmineo
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d’un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.»

MIMNERMO

Mimnermo  

                                              Poeta greco ionio-  Colofone (Smirne) 630 a.c.

Ma che vita, che godere se manca lei, l''aurea Afrodite?

Vorrò morire quando non mi scalderanno

intimità segreta, scambi di miele, il letto:

ecco i vaghi fiori dell'età più bella

per uomo e donna. Ma quando assale strazio

dell'età grigia che imbruttisce, incattivisce l''uomo,

squallide ansie sempre lo disfanno dentro,

e bagliore di sole  negli occhi non rallegra:

ragazzi che diventano nemici, le donne indifferenti.

L'ha creata dolorosa la vecchiaia, Dio!


giovedì 4 novembre 2021

Il momento più felice

 




Così l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in una intervista trasmessa a Otto e Mezzo su La7:
 

«Se mi chiedi il momento più felice della mia vita c’entrano le mie figlie. È quando sono seduto a cena con loro e mia moglie Michelle e parliamo. Sono intelligenti, acute, solari. Anche se la maggior parte del tempo lo passano a prendermi in giro. Sul letto di morte l’ultima cosa a cui penserò non saranno i discorsi che ho fatto, le elezioni che ho vinto o le leggi approvate, ma l’aver tenuto le mie figlie per mano. Per loro è valsa davvero la pena vivere”.

Mi sono completamente riconosciuto in questa affermazione, anche per me i momenti in cui  abbiamo preso per mano Paolo ed Emilio sono i più felici della nostra vita di genitori e mi accompagnano sempre.

Ormai i nostri figli sono uomini e padri a loro volta, e la nostra gioia è stare accanto ai nipoti: a  Paola, Filippo e Virginia ed ai loro cuginetti Ginevra, Carolina e Giulio per aiutarli a crescere in armonia. 

L'armonia con Emilio è però tutta da riconquistare !

(Purtroppo neanche gli dei hanno rimedi contro la stupidità.)







sabato 23 ottobre 2021

Evviva il GREEN PASS

23 Ottobre 2021

    

Sono rimasto malissimo! Sabato passeggiavo per Bergamo in un bel pomeriggio d'autunno e  sul sentierone rimiravo la bella esposizione di e.bikes. Improvvisamente è apparsa la manifestazione dei no-green pass. Erano più di mille persone con cartelli e slogan gridati che hanno attraversato il centro città in corteo, per fortuna in modo pacifico, tenuti sotto controllo dalle forze dell'ordine che provvedevano a deviare il traffico al loro passaggio.

Sinceramente mi hanno fatto pena e rabbia, strumentalizzati da opposti estremisti.   Che cosa possa unire quelli di forza nuova con anarchici, centri sociali e black block è sicuramente il tentativo di  manipolare la realtà per cercare visibilità mediatica.

Se stiamo ritornando alla normalità lo dobbiamo a chi si è vaccinato e cioè a più dell'ottanta per cento della popolazione a rischio. In una provincia come Bergamo che ha pagato con centinaia di morti la pandemia credo proprio che sia moralmente inconcepibile una manifestazione di questo genere, gli organizzatori dovrebbero vergognarsi.

La Costituzione è chiarissima sull'obbligo di sottoporsi ai trattamenti sanitari previsti per legge (art.32 comma 2) a protezione della collettività. Gli slogan libertà, libertà di scelta sono criminali in questa situazione. Non dubito della buona fede di molti dei manifestanti, ma sono  strumentalizzati con notizie false e mi auguro che possano trovare le ragioni per vaccinarsi. Ripeto:  Contro la stupidità dell'uomo neanche gli Dei possono trovare rimedio.

Per quanto mi riguarda  mi sento sicuro quando entro in un ristorante dove viene fatto il controllo del green pass come previsto dalla legge, lo stesso mi sento protetto quando entro  al lavoro, vado negli uffici pubblici o nei negozi per acquisti. Mascherina e distanziamento, disinfezione delle mani e accertamento dell'avvenuta vaccinazione riducono il rischio di infettarmi vicino allo zero. E vaccinarmi non mi è costato nulla, solo un poco di tempo per poi sentirmi vivo e libero.

giovedì 21 ottobre 2021

Storie di famiglia - Filippo ed Elisabetta (cenni)

 I Bianco


Le notizie storiche relative alle famiglie Bianco/Degiovanni sono affidate alla memoria della generazione ancora presente e all'album delle foto di famiglia. La val Maira, di cultura occitana, è la patria dei due ceppi familiari nativi di Celle Macra nelle frazioni del Soglio Sottano (Degiovanni) e Soglio Belloni (Bianco). La valle è stata per secoli comunità libera con propri statuti  nell'ambito dei possedimenti dei marchesi di Saluzzo ed entrata  infine a far parte del ducato di Savoia nel 1588. Come in tutte le comunità dell'arco alpino le storie di famiglia sono trasmesse tradizionalmente con i racconti dei vecchi ai nipoti, le fonti istituzionali come i registri parrocchiali e comunali a seguito dello spopolamento della valle sono in parte dispersi e di difficile consultazione. La diaspora verso le città ha interrotto il passaggio delle memorie poichè nelle nuove realtà socio economiche è venuta meno la  necessità del passaggio dei saperi  antichi. Per gli anziani il ricordo dei grandi sacrifici, delle guerre e delle vicissitudini familiari per la tradizionale riservatezza non doveva pesare sui figli e nipoti e solo occasionalmente venivano raccontate poche e frammentate storie di famiglia. 

Filippo Bianco è nato a Bellinzona nel 1911. La mamma Maria gestiva una privativa sempre in Svizzera a Losone con  il papà Giacomo (classe 1883)  originario di Celle Macra (CN). Negli anni successivi nascono Margherita (1912) Michele (1914), Giovanni (1920).

Nel 1922 venuta a mancare la mamma Maria, il padre si risposa con la sorella Elisabetta che però muore anch’essa prematuramente. La famiglia ritorna in Valle Maira, e Filippo dodicenne viene mandato a Milano presso la ditta Salomone di Dronero che importa le acciughe all’ingrosso e le vende  alla sua rete di ambulanti tradizionalmente provenienti dalle valli del Cuneese. Durante la stagione alloggia in un camerone con altri dipendenti. Sapendo leggere, scrivere e far di conto diviene uomo di fiducia dell'imprenditore e partecipa attivamente allo sviluppo dell'attività.

Negli anni 30 il padre Giacomo trasferitosi a Curnasco, apre una trattoria, si risposa con Annetta da cui nascono Franca (1933) e Marisa (1940)

Nel 1938 Filippo si sposa con Elisabetta Degiovanni e trascorrono in viaggio di nozze a Roma.

Nel 1940 Filippo viene richiamato,  partecipa alla campagna di Francia con il reggimento del 5° Alpini inquadrato nella Divisione Tridentina con il grado di sergente maggiore. Fortunatamente non partecipa alla campagna di Russia da dove non tornerà però il cognato Giacomo. Dopo l'otto settembre torna in montagna al Soglio.

Finita la guerra sposta la famiglia a Bergamo ed esercita il mestiere di ambulante vendendo acciughe sui mercati della Bergamasca. Dopo aver perso il primo figlio maschio, nel 1946 nasce Mariella e nel 1950 Margherita.

Negli anni investe  acquisendo la cascina Spalenga con tutti i terreni  e costruisce due grandi case nel quartiere Celadina dove apre un negozio di alimentari e si trasferisce con la famiglia. Espande  l'attività di immobiliarista in via Crescenzi nella zona dello stadio e in via Scuri. Inoltre grazie alla dote di Elisabetta acquista una cascina a Lallio con diversi ettari di terreno.

Nel 1970 fa costruire come regalo di nozze a Mariella la casa in zona Dorotina a Mozzo e si trasferisce con la famiglia nell’appartamento al piano terra. Ristruttura successivamente  la cascina di Lallio che regala a Margherita in occasione del matrimonio. 


I Degiovanni



Giovanni, Giacomo, Dino, Elisabetta Lucia e Margherita

Elisabetta Degiovanni nata nel 1913 a Celle Macra (CN) e residente nella frazione del Soglio Sottano con tutta la famiglia : i fratelli Giovanni, Giacomo, Dino e le sorella Lucia e Margherita. Giacomo arruolato negli alpini è disperso  nella campagna di  Russia. Giovanni si trasferisce a Reggio Emilia dove apre una salumeria e dopo la morte della moglie in un incidente stradale, si risposa con Alma e adotta suo figlio Maurizio. Dino è funzionario dell’INPS a Dronero, poi a Bergamo ed infine a Rovigo. Lucia dopo aver perso oltre al fratello,  il fidanzato in Russia si trasferisce prima a Caraglio, poi a Cuneo alla Madonna delle Grazie. Negli anni 70 la frazione del Soglio Sottano è spopolata e cade in rovina e così Lucia ed Elisabetta vendono i terreni e i boschi di loro proprietà ad una delle famiglie rimaste. Lucia infine acquista un appartamento vicino alla sorella Elisabetta e si trasferisce a Mozzo.

Ad oggi anno 2021  Celle Macra  conta 94 abitanti,   la frazione Soglio Sottano  zero abitanti, il Soglio Soprano 3 abitanti, il Soglio Belloni 7 abitanti.






 

 

 

 

 

lunedì 23 agosto 2021

Siamo vaccinati!

 Finalmente siamo vaccinati !!

Con un grande sospiro di sollievo siamo contenti di avere quantomeno minimizzato la probabilità di  trasmettere il virus  ad altri e di essere contagiati in modo grave dal Covid-19.

Penso francamente che il green pass debba essere esteso a tutte le attività che richiedono il contatto con più persone senza alcuna deroga.

Così come per guidare un'auto dobbiamo presentare la patente, per ritirare un raccomandata la carta d'identità, per entrare in un cinema o allo stadio il biglietto e via discorrendo,  dover mostrare il green pass cartaceo o informatico non abbia alcuna controindicazione  sostanziale e solo benefici per tutti.

Dato per consolidato al 4-5% il numero dei no-vax irrecuperabili il compito del green pass è anche quello di convincere gli indecisi a vaccinarsi offrendo tangibili vantaggi. Personalmente sono per l'obbligo vaccinale per tutti, obbligo che senza alcuna obiezione è già operante per tutta una serie di malattie, morbillo, pertosse etc. e nel caso di viaggi in paesi a rischio le profilassi contro malaria, malattia del sonno e varie altre malattie tropicali.

Con molta meraviglia e dispiacere ho alcuni amici, peraltro colti e stimabilissimi, che si arrampicano sui vetri per giustificare il rifiuto ai vaccini. Alcuni aderendo a filosofie orientali considerano le malattie come espressione degli squilibri metafisici e quindi risolvibili con yoga, meditazione e altri rimedi spirituali, altri tra cui un medico ospedaliero ritengono i vaccini non sicuri, per non parlare di chi nega decisamente la pandemia.

Hanno tutti più paura del vaccino che della malattia. Gli  amici e conoscenti che hanno sperimentato loro malgrado il contagio, il ricovero in ospedale e i pochi sopravvissuti all'intubazione  in terapia intensiva raccontano di sofferenze alleviate solo da sedazioni profonde, di compagni di stanza morti nel letto accanto  e di problemi respiratori persistenti anche dopo la guarigione. 

Anche Papa Francesco ha evitato il millenario concetto del castigo di Dio all'umanità peccatrice che può risolversi solo con un miracolo sollecitato a qualche Santo con preghiere e penitenze... vedi la recrudescenza della peste in conseguenza delle processioni espiatorie di San Carlo Borromeo a Milano raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi.

Che dire? Penso all'aforisma di Friedrich Schiller: " Mit der dummheit Kampfen die Gotter selbst vergebens"  "Contro la stupidità neanche gli dei possono nulla"

E' anche il titolo di un romanzo di fantascienza scritto da Isaac Asimov, scienziato e scrittore fantastico.