sabato 23 ottobre 2021

Evviva il GREEN PASS

23 Ottobre 2021

    

Sono rimasto malissimo! Sabato passeggiavo per Bergamo in un bel pomeriggio d'autunno e  sul sentierone rimiravo la bella esposizione di e.bikes. Improvvisamente è apparsa la manifestazione dei no-green pass. Erano più di mille persone con cartelli e slogan gridati che hanno attraversato il centro città in corteo, per fortuna in modo pacifico, tenuti sotto controllo dalle forze dell'ordine che provvedevano a deviare il traffico al loro passaggio.

Sinceramente mi hanno fatto pena e rabbia, strumentalizzati da opposti estremisti.   Che cosa possa unire quelli di forza nuova con anarchici, centri sociali e black block è sicuramente il tentativo di  manipolare la realtà per cercare visibilità mediatica.

Se stiamo ritornando alla normalità lo dobbiamo a chi si è vaccinato e cioè a più dell'ottanta per cento della popolazione a rischio. In una provincia come Bergamo che ha pagato con centinaia di morti la pandemia credo proprio che sia moralmente inconcepibile una manifestazione di questo genere, gli organizzatori dovrebbero vergognarsi.

La Costituzione è chiarissima sull'obbligo di sottoporsi ai trattamenti sanitari previsti per legge (art.32 comma 2) a protezione della collettività. Gli slogan libertà, libertà di scelta sono criminali in questa situazione. Non dubito della buona fede di molti dei manifestanti, ma sono  strumentalizzati con notizie false e mi auguro che possano trovare le ragioni per vaccinarsi. Ripeto:  Contro la stupidità dell'uomo neanche gli Dei possono trovare rimedio.

Per quanto mi riguarda  mi sento sicuro quando entro in un ristorante dove viene fatto il controllo del green pass come previsto dalla legge, lo stesso mi sento protetto quando entro  al lavoro, vado negli uffici pubblici o nei negozi per acquisti. Mascherina e distanziamento, disinfezione delle mani e accertamento dell'avvenuta vaccinazione riducono il rischio di infettarmi vicino allo zero. E vaccinarmi non mi è costato nulla, solo un poco di tempo per poi sentirmi vivo e libero.

giovedì 21 ottobre 2021

Storie di famiglia - Filippo ed Elisabetta (cenni)

 I Bianco


Le notizie storiche relative alle famiglie Bianco/Degiovanni sono affidate alla memoria della generazione ancora presente e all'album delle foto di famiglia. La val Maira, di cultura occitana, è la patria dei due ceppi familiari nativi di Celle Macra nelle frazioni del Soglio Sottano (Degiovanni) e Soglio Belloni (Bianco). La valle è stata per secoli comunità libera con propri statuti  nell'ambito dei possedimenti dei marchesi di Saluzzo ed entrata  infine a far parte del ducato di Savoia nel 1588. Come in tutte le comunità dell'arco alpino le storie di famiglia sono trasmesse tradizionalmente con i racconti dei vecchi ai nipoti, le fonti istituzionali come i registri parrocchiali e comunali a seguito dello spopolamento della valle sono in parte dispersi e di difficile consultazione. La diaspora verso le città ha interrotto il passaggio delle memorie poichè nelle nuove realtà socio economiche è venuta meno la  necessità del passaggio dei saperi  antichi. Per gli anziani il ricordo dei grandi sacrifici, delle guerre e delle vicissitudini familiari per la tradizionale riservatezza non doveva pesare sui figli e nipoti e solo occasionalmente venivano raccontate poche e frammentate storie di famiglia. 

Filippo Bianco è nato a Bellinzona nel 1911. La mamma Maria gestiva una privativa sempre in Svizzera a Losone con  il papà Giacomo (classe 1883)  originario di Celle Macra (CN). Negli anni successivi nascono Margherita (1912) Michele (1914), Giovanni (1920).

Nel 1922 venuta a mancare la mamma Maria, il padre si risposa con la sorella Elisabetta che però muore anch’essa prematuramente. La famiglia ritorna in Valle Maira, e Filippo dodicenne viene mandato a Milano presso la ditta Salomone di Dronero che importa le acciughe all’ingrosso e le vende  alla sua rete di ambulanti tradizionalmente provenienti dalle valli del Cuneese. Durante la stagione alloggia in un camerone con altri dipendenti. Sapendo leggere, scrivere e far di conto diviene uomo di fiducia dell'imprenditore e partecipa attivamente allo sviluppo dell'attività.

Negli anni 30 il padre Giacomo trasferitosi a Curnasco, apre una trattoria, si risposa con Annetta da cui nascono Franca (1933) e Marisa (1940)

Nel 1938 Filippo si sposa con Elisabetta Degiovanni e trascorrono in viaggio di nozze a Roma.

Nel 1940 Filippo viene richiamato,  partecipa alla campagna di Francia con il reggimento del 5° Alpini inquadrato nella Divisione Tridentina con il grado di sergente maggiore. Fortunatamente non partecipa alla campagna di Russia da dove non tornerà però il cognato Giacomo. Dopo l'otto settembre torna in montagna al Soglio.

Finita la guerra sposta la famiglia a Bergamo ed esercita il mestiere di ambulante vendendo acciughe sui mercati della Bergamasca. Dopo aver perso il primo figlio maschio, nel 1946 nasce Mariella e nel 1950 Margherita.

Negli anni investe  acquisendo la cascina Spalenga con tutti i terreni  e costruisce due grandi case nel quartiere Celadina dove apre un negozio di alimentari e si trasferisce con la famiglia. Espande  l'attività di immobiliarista in via Crescenzi nella zona dello stadio e in via Scuri. Inoltre grazie alla dote di Elisabetta acquista una cascina a Lallio con diversi ettari di terreno.

Nel 1970 fa costruire come regalo di nozze a Mariella la casa in zona Dorotina a Mozzo e si trasferisce con la famiglia nell’appartamento al piano terra. Ristruttura successivamente  la cascina di Lallio che regala a Margherita in occasione del matrimonio. 


I Degiovanni



Giovanni, Giacomo, Dino, Elisabetta Lucia e Margherita

Elisabetta Degiovanni nata nel 1913 a Celle Macra (CN) e residente nella frazione del Soglio Sottano con tutta la famiglia : i fratelli Giovanni, Giacomo, Dino e le sorella Lucia e Margherita. Giacomo arruolato negli alpini è disperso  nella campagna di  Russia. Giovanni si trasferisce a Reggio Emilia dove apre una salumeria e dopo la morte della moglie in un incidente stradale, si risposa con Alma e adotta suo figlio Maurizio. Dino è funzionario dell’INPS a Dronero, poi a Bergamo ed infine a Rovigo. Lucia dopo aver perso oltre al fratello,  il fidanzato in Russia si trasferisce prima a Caraglio, poi a Cuneo alla Madonna delle Grazie. Negli anni 70 la frazione del Soglio Sottano è spopolata e cade in rovina e così Lucia ed Elisabetta vendono i terreni e i boschi di loro proprietà ad una delle famiglie rimaste. Lucia infine acquista un appartamento vicino alla sorella Elisabetta e si trasferisce a Mozzo.

Ad oggi anno 2021  Celle Macra  conta 94 abitanti,   la frazione Soglio Sottano  zero abitanti, il Soglio Soprano 3 abitanti, il Soglio Belloni 7 abitanti.