Nonno Elia con tutti i suoi figli
Il nonno rimasto vedovo ha continuato a gestire le sue attività affiancato dai figli. Ma poi a 56 anni si è invaghito della giovanissima Gina di 20 anni che aveva assunto come fantesca per le pulizie in trattoria. Mio padre e tutti i fratelli si sono fermamente opposti, arrivando a piantare un coltello sul tavolo: "Questo matrimonio non s'ha da fare né ora né mai".
La ragazza di famiglia povera e chiacchierata era agli occhi dei figli inaccettabile. Ma il nonno ha imposto come sempre la sua autorità e l'ha sposata!
Così a noi nipoti è stato insegnato che la moglie del nonno non era la nostra nonna ma che dovevamo chiamarla zia! Zia Gina in effetti è sempre stata una moglie devota, con il tempo si è fatta accettare da tutti in famiglia e ha collaborato validamente alle attività commerciali del marito.
Il nonno con zia Gina a Montecatini
Venduta la trattoria del Seré al Brembo, lasciato mio padre a condurre la salumeria di Curno, il nonno si è trasferito a Bergamo e ha aperto una salumeria in via Previtali dove con Enrico ha continuato l'attività commerciale.
Il negozio di Bergamo con Elia, Enrico ed Elia Jr.
Come parecchi anni dopo ebbe ad ammettere mio padre, il nonno aveva avuto come al solito ragione: il matrimonio è durato felicemente 46 anni, la grande differenza d'età si è rivelata positiva e ha permesso alla zia di accudire amorevolmente il marito fino alla veneranda età di 102 anni.
I miei ricordi di bambino riportano rarissime visite alla casa del nonno a Bergamo, mentre mio fratello Marcello ai tempi del liceo è stato suo ospite fisso a pranzo per mesi. Un'incauta contestazione anticlericale, tipica dell'adolescenza ribelle ha fatto infuriare il nonno che non ha più voluto quel nipote alla sua tavola.
Bellissima ed emozionante la festa per i suoi cento anni dove centoquaranta tra figli, nipoti, bisnipoti, parenti e amici lo hanno festeggiato insieme a tutto il paese con una bella cerimonia in chiesa e un pranzo nella sua vecchia trattoria al Brembo.Un ricordo vivo però mi è rimasto due anni dopo quando sono andato in clinica dove era stato ricoverato per una polmonite. Alla fine della visita, per la prima volta mi ha chiesto di abbracciarlo perchè 'non ci saremmo più visti'. Era guarito e il giorno dopo sarebbe stato dimesso, per cui stupito ne ho chiesto ragione. Mi ha risposto in dialetto stretto: sono stanco, per scendere due scale ho bisogno di due bastoni e di qualcuno che mi aiuti, questa non è più la mia vita. In effetti non l'ho più rivisto vivo, nel giro di due settimane si è spento a 102 anni passati.
Il nonno con figli, generi e nuore