Marzo 2021
Rieccoci: Lombardia zona arancione e conseguente confinamento all'interno del comune di residenza, chiusura delle attività culturali e commerciali, divieto di ogni contatto sociale etc.....
Unico rimedio possibile il vaccino esteso possibilmente a tutta la popolazione con l'obiettivo di impedire al virus di mutare fino a creare varianti che sfuggano al controllo.
Purtroppo la sensazione è che invece di concentrare le forze per raggiungere l'obiettivo nel più breve tempo possibile si perda troppo tempo in improbabili strategie: Prima i sanitari e gli insegnanti, poi gli over 80, poi la riserva per il secondo richiamo poi ... e nel frattempo non si organizza la risolutiva vaccinazione di massa che Israele e Regno Unito in primis hanno dimostrato essere possibile, veloce e risolutiva.
La seconda considerazione riguarda l'opportunità e l'efficacia di molti dei divieti che il CTS (comitato tecnico scientifico) ha suggerito di istituire per limitare i contagi:
in primis l'assurdità di definire il rischio per tutta una regione e non per aree più ristrette, per esempio per insiemi omogenei di comuni visto che i dati dei contagi sono rilevati con questo dettaglio. Le grandi città richiedono regole diverse dai centri della provincia.
Inoltre definiti i protocolli di sicurezza differenziati per le varie attività - distanziamento, mascherina, obbligo di prenotazione e limitazione di capienza, orari di coprifuoco etc.... si possano tenere aperti scuole, ristoranti, bar, musei, cinema, negozi, palestre e impianti da sci organizzando in modo opportuno la gestione per azzerare i rischi di contagio.
Infine basta con le montagne russe di aperture e chiusure senza preavviso seguendo l'andamento dei contagi, senza alcuna visione che vada oltre il giorno dopo.....
Come vivo il tempo del Covid?
Dopo una prima fase di condivisione e grande partecipazione anche emotiva alle restrizioni imposte alla propria vita personale e sociale, il giornaliero rosario di notizie e annunci è diventato sempre più pesante sia psicologicamente che socialmente. Ogni minimo rallentamento dei divieti come è successo dal passaggio nei vari gradi di chiusura dal rosso all'arancione e infine al giallo genera una forte reazione di riappropriazione dei normali spazi di libertà personale e di vita sociale. Non capisco perchè poi autorità, media etc. stigmatizzino questi comportamenti pienamente legittimi.
Il mio atteggiamento è fatalista nel senso che non vado a cercare il virus, però neppure mi barrico terrorizzato come vedo fare da molte persone. Lo stare chiuso in casa è contrario al mio modo di vivere, mi mancano gli amici, le cene conviviali, la stretta condivisione dei momenti sereni con figli, fratelli e nipoti, i viaggi, le attività culturali. In pratica solo internet e la televisione mi permettono un poco di attività sociale. Per fortuna nei periodi gialli posso ritornare a incontri in presenza e passeggiate in regione, alleviando la cappa di sofferenza che altrimenti mi soffoca.
Abbiamo una casa molto grande che è da un lato un grande vantaggio, ognuno si ritaglia i propri spazi e non è necessario sgomitare alla ricerca di un proprio angolo privato; ma per quanto riguarda l'accumularsi di oggetti inutili è un disastro. Una delle attività che per fortuna mi stanno impegnando è fare l'inventario delle cose accumulate in una vita: documentazione di lavoro, arredi obsoleti, collezioni di riviste, libri, giocattoli dei figli etc. e poi iniziare a sbarazzarmene. Mariella prende settimanalmente a prestito libri della biblioteca comunale, in genere gialli che ci permettono insieme ai miei acquisti di saggi e di qualche e-book di evadere con la mente dalla monotonia imposta dalla situazione. Anche la possibilità con sky di vedere i canali sportivi, tanti films e tutti gli episodi di seguito delle serie televisive è una attività molto stimolante.
La forzata ignavia e il rimpicciolirsi degli spazi vitali mi sta logorando a tal punto che a tratti sento spegnere la naturale predisposizione alla vitale curiosità e alla ricerca di nuove esperienze. In questo stato d'animo che si alterna a fasi di ribellione e rabbia per l'evidenza di costrizioni contrarie al senso comune, qualsiasi contrarietà diviene fonte di insicurezza ed ansia. Vedere scorrere il tempo rubato ad un periodo d'oro della propria vita ancora molto attivo, subire la distanza dai figli e nipoti, sentire la consapevolezza che l'invecchiamento porterà progressivamente sempre più limitazioni alle proprie facoltà fisiche e psichiche è devastante.
Questa notte mi sono svegliato con la respirazione corta e un forte affanno. Subito ho pensato al Covid e mi sono immaginato con terrore intubato con la maschera dell'ossigeno. In realtà questi primi giorni tiepidi di vento leggero hanno portato il risveglio delle piante e come tutti gli anni in primavera devo tenere a bada la mia asma allergica con i farmaci appositi che hanno rimesso le cose a posto velocemente e con grande sollievo.
La mia generazione nata alla fine della guerra ha visto l'energia vitale dei nostri genitori con grandi sacrifici sviluppare dalle macerie una fase di progresso economico e civile che ci ha permesso di studiare e lavorare in una grande Europa prospera e libera. Abbiamo imparato vivendo che ogni periodo è complicato e difficile e ci rendiamo conto che questa pandemia in particolare lascia una situazione economica e sociale sempre più precaria. Tirarsi su le maniche e lavorare con determinazione e competenza è l'unica ricetta sicura.
Mi attendo che il governo guidato da Draghi faccia la sua parte per affrontare i nostri problemi riformando in modo incisivo la Repubblica in ogni settore economico e lavori per portare a compimento l'Unione Europea.
Mi auguro che i nostri nipoti possano andare fieri dei loro genitori come noi lo siamo dei nostri.