Da Leon a Sarria 185 Km. a piedi
Ritrovo alle 16,00, mettiamo scarpe, bastoncini e beauty case con i coltelli svizzeri nel borsone (che va come al solito sopra il limite dei 15 Kg). Pesiamo gli zaini 7-8 kg l'uno. Andiamo in aereoporto affollatissimo e carichiamo il borsone senza che al check-in ci venga fatto alcun rilievo.
Siamo a 4 km dalla meta, ci facciamo due limonate ghiacciate allungate con acqua e poi chiamiamo il taxi che ci riporta velocemente alla Virgen del Camino. Riprendiamo la nostra auto e arriviamo a Hospital di Orbigo dove troviamo alloggio all'Hotel del Paso Honroso. Doccia e riposo. Decidiamo di andare ad Astorga a 15 km per cena. Arriviamo al tramonto nella piazza principale davanti alla magnifica cattedrale ed entriamo in un ristorante molto invitante sulla piazza. Sopa de pescado con un forte sapore di stoccafisso e un piatto di pesce a la plancia. Niente di eccezionale. Ai tavoli diversi italiani, facciamo così quattro chiacchiere con una simpatica coppia di turisti lombardi. Rientriamo in Hotel e confermiamo la camera anche per la sera successiva. Decidiamo di alzarci presto e di camminare solo fino alle 3 evitando il caldo del pomeriggio.
Ma i danni sono fatti, io ho una bolla dolorosa sopra il mignolo, Daniele un graffio sulla caviglia e Fermo mal di gambe. Visita in farmacia con compeed e crema labiale per l'herpes che mi sta dando molto fastidio. Dopo colazione zaino in spalla, prima andiamo sul duecentesco Puente del paso Honroso, dove nel medioevo un cavaliere spagnolo, per conquistare la sua dama sfidò a duello per una settimana tutti i cavalieri che volevano passare sul ponte e secondo la leggenda ne sconfisse 300.
Io devo tornare in albergo a riprendere il telefonino che ho dimenticato in camera. Poi procediamo verso Astorga, 15Km e quattro-cinque ore di cammino. Il sentiero è bello e si sale e scende a fianco della strada. Facciamo circa 1 km ogni 10 minuti. Buona media e finalmente arriviamo a vedere Astorga nella valle sotto di noi.
Passiamo da San Justo de la Vega e poi entriamo nella città e andiamo a pranzare in un bel locale. Io ordino il piatto regionale: il cocido Maragato. In effetti è un bollito misto molto abbondante di varie carni con una salsa a parte di senape. A seguire prevede un piatto di ceci e cavolo lessato ed infine un piatto di brodo con spaghettini spezzati per digerire il tutto. Alla fine avevo le visioni. Molto prudentemente Daniele e Fermo hanno invece ordinato altro (Baccalà alla romana e Ternera). Fermo ha il morale basso per la fatica e discutiamo sulla sua condizione psicologica cercando di stimolarlo a cambiare atteggiamento.
Dopo pranzo andiamo alla stazione dei bus ma dovremmo aspettare 3 ore per ritornare. Richiamiamo il taxi del giorno prima che ci riporta felicemente all'Hotel. Doccia e riposo, la sera ci fermiamo a cena nel restaurante dell'hotel, ceniamo con del risotto di mare e dell'insalata mista. Incontriamo un simpatico Senegalese con la cittadinanza italiana che, ha lavorato 18 anni come responsabile della linea di produzione del Filadelfia alla Galbani di Misano in provincia di Bergamo. Quando la società è passata prima alla Kraft e poi alla Nestlè è stato trasferito con tutti i macchinari in Spagna. Ricorda con nostalgia il periodo passato in Italia. Aveva la famiglia in Africa e stava mantenendo i figli all'università.
Colazione spartana presto, poi andiamo in auto oltre Ponferrada fino a Cacabelos. Il mattino è limpido ma fa freddo. In centro non c'è nessuno tranne sotto i portici dove davanti ad una churreria c'è un andirivieni di persone che escono con dei sacchetti in mano. Daniele si incuriosisce ed entra scoprendo così i churros, bastoncini di farina estrusa fritti nell'olio e mangiati caldi con il caffè del mattino. Ne acquistiamo un sacchetto che ci dividiamo con gusto. Poi ci facciamo il sello grazie alle signore che stanno pulendo la chiesa parrocchiale e partiamo per Villafranca del Bierzo.
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Cacabelos - il ponte all'uscita |
I primi chilometri sono sulla strada che per fortuna è poco trafficata. Sul percorso siamo sorpassati di corsa da due angeliche ragazzine che portano zaini che pesano il triplo dei nostri. Poi finalmente arriviamo a Villafranca del Bierzo, una città antica, con varie chieseed il castello perfettamente conservato.
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Villafranca del Bierzo - il castello |
Proseguiamo per la
calle dell'agua contornata da palazzi antichi pieni di simboli nobiliari e passiamo davanti al
palacio de Torquemada. Finalmente sbuchiamo sul ponte del
rio Burbia e proseguiamo lungo la via sotto i viadotti dell'autostrada che incombono sulla statale sottostante a fianco della quale, protetto dai new-jersey passa il nostro percorso. A sinistra nella valle sottostante scorre il
rio Valcarce con belle viste. Finalmente arriviamo a Pereje abbastanza stanchi, è ora di pranzo e ci facciamo tentare da un bar dove su di un prato all'ombra di grandi ombrelloni ci sediamo e dopo le canoniche birre ghiacciate, mangiamo delle tortillas ovvero frittate di patate. Poi Fermo e Daniele si mettono in siesta mentre io chiamo un taxi che mi riporta a riprendere l'auto. Al ritorno li raccolgo e in macchina andiamo in avanscoperta fino al
Cebreiro, il passo che divide le regioni di Leon e Galizia. Passiamo da Pedrafita do Cebreiro sulla strada ampia e saliamo fino ai 1296 metri del passo.
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La chiesa di o' Cebreiro |
Facciamo fatica a riconoscere il luogo, diventato molto turistico, poi imbocchiamo una strada e proseguiamo scendendo in una vallata laterale dove ci perdiamo finendo in piccole frazioni con strade strettissime e ripide. Poi pian piano con l'intuito ed la posizione del sole riusciamo a ritornare alla strada principale e scendiamo fino a
Las Herrerias dove inizia il sentiero a piedi e troviamo uno splendido hostal
El capricho de Josana con 3 camere per noi.
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Las Herrerias - el Capricho de Josana |
L'ambiente è rustico-raffinato, i soffitti sono a travi di legno. Ci riposiamo e poi scendiamo per cena.
La cucina è veramente buona ed il cuoco è il proprietario Josè che con la moglie Ana conduce l'hostal. A cena incontriamo una coppia di cinquantenni milanesi che sta compiendo tutto il camino. La signora bella e gentile è architetto e hanno lasciato a casa i due figli trentenni che sentono ogni sera, lui è molto atletico e si fa carico anche dello zaino della moglie trascinandosi un carrello monoruota con il bagalio.
Fa freddo e corriamo sotto le coperte. Alle quattro del mattino vengo svegliato dal rimbombo sul soffitto di due scarponi che camminano pesantemente. Per fortuna la cosa dura dieci minuti e poi posso riprendere sonno.
Domenica 24 Agosto
Las Herrerias - O Cebreiro Km 8
Al mattino di buon'ora sveglia, colazione, zaini in spalla e partiamo alla conquista del passo. La giornata è splendida ma nel fondo valle all'ombra fa freddo.
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Si parte per la scalata del Cebreiro |
Il primo tratto è impegnativo ma su strada asfaltata e ombrosa a lato del fiume. Poi saliamo con fatica ed il sole ci scalda facendoci spogliare i maglioni. Poi a
la Faba prendiamo una mulattiera sassosa che si inerpica faticosamente sul colle. Veniamo sorpassati da un pastore a cavallo seguito dai suoi cani. A metà ci fermiamo ad un bar e prendiamo due limonate Kas gelate e ci riposiamo.La vista è meravigliosa su tutta la regione di Leon. Ad una curva sul sentiero sulla costa del pendio una signora offre spremute fresche di aranci in cambio di un euro. Fermo è davanti a noi e non lo rivedremo che al passo, io e Daniele poi usciamo dalla mulattiera e preferiamo salire sulla strada asfaltata con i ciclisti, anche loro appiedati dalla pendenza ripidissima.
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In cima al passo O' Cebreiro |
Finalmente arriviamo in cima al passo e ci godiamo l'aria fresca ed il meraviglioso scenario della Galizia e del Leon a perdita d'occhio. Poi scendiamo nel paesino di pietra con la chiesa romanica, il convento e un sacco di negozietti turistici con una folla di ciclisti, pellegrini e visitatori.
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Il villaggio in pietra e paglia di O' Cebreiro |
Troviamo Fermo in chiesa dove ha già fatto mettere il sello al frate francescano alto e segaligno che sorveglia il luogo sacro.
Poi con Daniele chiamiamo un taxi (il mitico Luis sparso su tutti i pali della zona) e arriva la sua signora che ci riaccompagna a las Herrerias.
Mangiamo due tortillas con due belle birre da Josana. Ritorniamo in auto a prendere Fermo e andiamo a Triacastela, il paesino galiziano ai piedi del Cebreiro. Troviamo 3
abitaciones a casa David in centro, ci laviamo e riposiamo. Poi vado in farmacia preoccupato perchè l'herpes mi da sempre più noia mentre le bolle sul piede sono in via di guarigione e comincio a camminare bene. Chiedo l'aciclovir, ma la farmacista mi da delle pillole omeopatiche. Io non ci credo, però le prendo e devo dire che nei giorni seguenti piano piano l'herpes è migliorato molto.
A cena andiamo a Samos nel ristorante dell'hotel dove già nel 2009 abbiamo fatto un ottimo pranzo.
Arriviamo alle nove di sera ed è ancora chiuso, lo aprono per noi mentre gli altri avventori arrivano intorno alle dieci.
Ceniamo ottimamente, torniamo a Triacastela e dormiamo tranquillamente.
Lunedì 25 agosto
da Triacastela a Samos km. 12
Dopo la colazione frugalissima, ci incamminiamo lungo la statale tra rocce a strapiombo ed il Rio Oribio. Camminiamo in silenzio e passo passo distanzio i miei due compagni e cammino solitario abbandonando la strada asfaltata per passare nei paesini di San Cristovo do Real, Lusio. Imbocco un bellissimo sentiero ombroso sulla destra della valle tra prati e casolari sparsi nel verde.
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San Cristovo do real |
Incontro poi due operai cantonieri che manutengono il percorso pulendolo dalla spazzatura lasciata dai passanti e falciando la vegetazione troppo sporgente. Li saluto e cammino di buon passo fino ad una discesa molto ripida dove vengo quasi investito da tre pellegrini ciclisti che non riescono a controllare la bici sulle pietre della mulattiera. Poi finalmente arrivo a San Martin, dove scorgo il cartello Samos a 500 metri. In realtà al monastero mancano ancora un paio di chilometri.
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Un chiostro del monastero di Samos |
Arrivato al monastero attendo l'arrivo dei miei due amici e insieme andiamo all'entrata dove frate Lorenzo ci accoglie nel negozietto di ricordi e ci vende i biglietti per la visita del complesso monastico. Sono in tutto 11 frati ed il convento è splendido, recuperato dopo un devastante incendio che lo aveva distrutto nel 1959 quando erano scoppiati i magazzini di alcohol della farmacia. Ritroviamo la coppia di milanesi che esce dalla visita precedente e ci salutiamo. Facciamo la visita con la guida del frate priore, insieme ad un gruppo di spagnoli, ad una coppia di Firenze (lei galiziana con spiccato accento fiorentino) e ad una simpatica ragazza neozelandese di Wellington, che non capisce una parola delle spiegazioni in spagnolo e per cui le faccio da interprete con il mio pessimo inglese . Alla domanda ma come ti è venuto in mente di venire in Spagna dall'altra parte del mondo? Risponde con un bel sorriso, per colpa di Shirley Maclein l'attrice che in una trasmissione televisiva ha raccontato l'esperienza del cammino. Perciò ha lasciato il lavoro da un mese e deciso di girare il mondo, dopo la Spagna pensa di andare in India. Che tipo! Alta un soldo di cacio ma piena di ottimismo. Osserviamo i singolari affreschi moderni che non piacciono neanche al nostro priore e usciamo sulla piazza dove troviamo subito un taxi con il quale torniamo a Triacastela a recuperare l'auto e depositiamo finalmente gli zaini!
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All'arrivo nel 2014 |
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Alla partenza nel 2009 |
Abbiamo completato il cammino e ci abbracciamo. Facciamo una fotografia al cartello Samos che fa il pari con quella di 6 anni fa.
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Portomarin - Igrexia |
In auto andiamo a Sarria girando nella parte storica. La parrocchiale è chiusa e ci facciamo mettere il sello dall'Hostal vicino. Poi Fermo ci spinge ad andare a Portomarin a pranzo nel ristorante di 6 anni fa, ci sono sempre giovani ragazze che servono e si mangia bene a buon prezzo guardando il lago sottostante.
Partiamo poi in auto verso Santiago e qui la mano di San Giacomo ci assiste, improvvisamente mentre guido ho un colpo di sonno, e l'auto sbanda. Daniele mi scuote e riesco istantaneamente a riprendere il controllo fermandomi in uno spiazzo a lato della strada. Per fortuna non veniva nessuno dall'altra parte. Lascio subito il volante a Daniele e salgo sul sedile posteriore ringraziando Santiago. Andiamo all'Hotel Ruta Xacobea di Labacolla che conosciamo bene. Essendo pellegrini invece di 66 euro a notte paghiamo 49 compresa la ricca colazione. La sera andiamo a cena al Sanpaio a farci la sopa di pescado e l'arroz con mariscos.
Martedì 26 agosto 2014
Santiago
Colazione alle 9,30 e poi passiamo in auto sul Monte di Gozo solcando i pellegrini in marcia e andiamo in città parcheggiando vicino a plaza de Galicia. Piove e passiamo sotto i portici fino alla cattedrale. restiamo di stucco vedendo sui terrazzi della casa di fronte statue nude di uomini massicci con enormi membri esposti.
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Davanti alla cattedrale |
Non siamo bacchettoni ma la provocazione ci sembra senza senso e fuori luogo. Sono le 11, con Fermo entro nella cattedrale ci sediamo in attesa della messa del pellegrino mentre Daniele esce per lo shopping. Prima che inizi la funzione vengono allontanati i turisti e chiuse le porte. Vengono citati i numeri dei pellegrini tra i quali un gruppo di coreani con i loro sacerdoti che concelebrano la messa. Questa volta non c'è la suora con la voce d'angelo, ma un baritono ben impostato. Alla fine del rito, con grande sorpresa di tutti viene sollevato il botafumeiro che mi sfreccia a lato e si innalza nella navata. ! La sorpresa e l'emozione sono intense e non penso di fotografarlo, conservando così solo nella mia memoria questo momento fantastico.
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Il bar - ristorante in centro |
Andiamo poi a pranzo in un bar ristorante classico, come nei romanzi di Hemingway con boiserie scura, specchi, lampadari, poltrocine fine secolo. L'attesa del servizio è lunga ma poi mangiamo bene.
Giriamo per acquistare piccoli ricordi e qualche cartolina e poi torniamo in hotel a riposare.
Dobbiamo rinnovare le chiavi elettroniche per rientrare in camera.
La sera andiamo a
Vilanova de Arousa sull'oceano e ceniamo al club della vela. Poi torniamo tranquillamente a dormire.
Mercoledì 27 agosto 2014 -
Fermo rientra - andiamo a La Coruna
Ci alziamo tardi, il cielo è nuvoloso e dopo colazione riempiamo gli zaini e aggiungiamo a Fermo le racchette e poche altre cose nel borsone.
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Un'edificio della citade |
Poi insieme andiamo a vedere la
cidade de la cultura: una serie di edifici monumentali di uno dei progetti più ambiziosi della regione: i documenti, i reperti e i libri
della cultura galiziana in un unico grandioso complesso, costruito
dall'architetto statunitense Peter Eisenman, sulle pendici del Monte Gaiás, alle
spalle della Cattedrale di Santiago. Passeggiamo fuori dagli edifici deserti e poi entriamo nell'immensa biblioteca semivuota.
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La torre dell'agua |
Visitiamo la cafeteria 'più bella del mondo' , i plastici del progetto, le torri con l'installazione dei sacchetti trasparenti pieni d'acqua ed infine una bella mostra sull'
agua douce dove su quattro piani si trovano quadri e installazioni interessanti. Sono un po' sconcertato soprattutto perchè l'opera è stata bloccata a metà per il triplicamento dei costi. Sono stati completati due edifici su quattro e alcune finiture delle vetrate con il silicone mi ricordano stranamente i supermercati Lidl.
Terminata la visita ritorniamo a Lavacolla a pranzo al Sanpaio.
Nel pomeriggio passiamo dalla Solmar a prolungare il noleggio dell'auto per ulteriori 5 giorni compresa la casco senza franchigia: in totale 176 euro. La metà circa di quanto ci sarebbe costata la Hertz.
Portiamo Fermo in aeroporto, e verso le 18 lo salutiamo. Prendiamo l'autostrada e in un'ora arriviamo a La Coruna, andiamo ad alloggiare all'Hotel Plaza vicino al porto e parcheggiamo l'auto in un garage vicino. Ceniamo parcamente nella cafeteria dell'Hotel.
Giovedì 28 agosto
La Coruna - Muxia - Fisterra
Dopo colazione alle 9,30 portiamo gli zaini in macchina e poi a piedi partiamo alla scoperta della città. Prima passiamo per il porto, poi attraversiamo il quartiere del vasco antiguo e arriviamo alla baia con il lungomare che fa un semicerchio intorno alla grande insenatura.
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la Coruna - lungomare |
Ovunque vediamo vie con più saracinesche abbassate che negozi aperti. Restano le insegne di centinaia di attività chiuse dalla crisi, un sacco di cartelli con si affitta e si vende, molti edifici praticamente abbandonati e fatiscenti. Intorno la gente cammina come sempre.
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La Coruna - il centro |
Pochi questuanti e quasi tutti spagnoli anche giovani, che con aria rassegnata ma dignitosa tirano sera con i pochi spiccioli racimolati nella giornata. Con l'aiuto del telefonino ci dirigiamo poi verso la torre di Hercules, uno dei luoghi da visitare per il panorama sulla città. Sul lungomare molti runners e ciclisti in allenamento. La torre, di origine romana svetta sulla cima di una collina in mezzo ad un parco molto grande. Giriamo ai piedi della torre e poi ritorniamo con un lungo cammino fino alla macchina. Lungo la via Daniele vede un negozio di scarpe dove sono esposti i mocassini blu da barca. Entriamo e li compriamo in saldo per 29,99 euro. Usciamo dalla città e prendiamo la strada per
Muxia che dista una novantina di chilometri. Alle 14,00 ci fermiamo sulla strada a
Coristanco in una birreria con cucina. Servizio approssimativo e cibo dozzinale non sono esattamente quello che cerchiamo.
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Muxia il faro |
Ripartiamo e arriviamo agevolmente a
Muxia. Parcheggiamo e assaporiamo il vento che ci porta l'odore dell'oceano. Onde bianche e spumeggianti si infrangono con fragore sulle rocce.
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Muxia la Virgen de la barca |
Il tetto della chiesa della
Virgen della Barca è in restauro dopo l'incendio causato da un fulmine e intorno pochissimi pellegrini e turisti. Ci godiamo il momento magico. Poi andiamo verso capo Finisterre e ci fermiamo a
Sardineiro al solito
El Merendero.
Il proprietario è sempre quello e ci da due camere adiacenti a piano terra. La sera ottima
parillada di pescado con patate e insalata mixta.
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El merendero |
La notte passeggio davanti al mare e cerco di identificare le stelle con l'aiuto dell'applicazione di astronomia dell'Ipad. Il cielo è nerissimo e nel buio profondo brillano tutte le stelle mentre la via Lattea, che guida i pellegrini è una grande striscia luminosa da est a ovest.
La marea sta rimontando e si sente distintamente lo sciabordio delle onde che risalgono. In lontanza la luce del faro intermmitente segnala le rocce alle poche barche di pescatori con le lampare in cerca di polpi e calamari.
Venerdì 29 agosto
Finisterre - Muros - Ames casa Gasamans
Facciamo colazione e alle 9 e mezza siamo già a capo
Finisterre.
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Capo Finisterre - il faro |
L'oceano sotto il faro è molto agitato. Lo spettacolo è bellissimo e la giornata stupenda. Rari pellegrini girano sulle rocce e l'aria è frizzante. Ci facciamo fotografare da una giovane pellegrina di Monaco di Baviera davanti al cippo del km. zero. Poi in auto saliamo per una stradina asfaltata che passa in parte al parcheggio dei camper e si inerpica sulla collina finendo davanti ad una postazione radar abbandonata. Il panorama spazia sui promontori e sulle cittadina della costa. Lasciamo il capo e entriamo in paese a
Fisterra. Sulla via per il porto c'è il mercato e veniamo deviati su una laterale dove troviamo parcheggio. Siamo di fronte al piccolo
castillo posto a guardia del paese sul promontorio. Un gentile signore ci chiede se vogliamo visitarlo e ci introduce nel cortiletto di entrata portandoci in una grande sala dove c'è il piccolo museo del pescatore. 1 euro per la visita.
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Museo del pescatore Fisterra |
Dentro ci sono una decina di persone che ascoltano in spagnolo spiegazioni sugli attrezzi di pesca in mostra. Conclusa la loro visita la guida e custode del museo ci accompagna nella stanza ed in italiano e spagnolo ci spiega in modo appassionato strumenti e tecniche di pesca del mare cantabrico e l'evoluzione nel tempo: le nasse per granchi, aragoste e polipi, i rastrelli per i cannolicchi, i palamiti per i pesci più grossi, le reti per i banchi di sardine. E' un ex pescatore e con competenza risponde alle nostre domande. Alla fine lo ringraziamo e gli chiediamo un ristorante buono ma non caro in paese e ci indica il Don Percebe di cui ci lascia un cartoncino. Passiamo dal mercato e poi passeggiamo per il porto davanti al quale si affacciano ristoranti e bar tipici. Poi risaliamo verso la strada nazionale, dove su indicazione di una gentile passante troviamo il ristorante. Ci facciamo una
parillada di più di un chilo di pesce buonissimo e senza spine. Pian piano il locale si riempie e tutti prendono come antipasto il
percebe, un piccolo crostaceo che esiste solo in Galizia e in Portogallo, difficilissimo da pescare e che bisogna imparare ad aprire per poterlo gustare. L'abbiamo provato a Viana e non ci fa impazzire. Facciamo poi una passeggiata digestiva ritornando alla macchina e Daniele propone per la sera di trovare un posto sull'oceano dove dormire.
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Muros il porticato in pietra |
Puntiamo su Muros a sud facendo la bella strada costiera e dopo più di un'ora di viaggio arriviamo in paese. E' un tipico villaggio di pietra, con portici imponenti. Guardiamo i possibili alloggi ma li scartiamo per cui proseguiamo. Passiamo da Noia un bel paesotto ma con Daniele alla fine decidiamo di puntare verso Santiago. A venti chilometri dalla città ci fermiamo sulla nazionale per bere ed andare in bagno. Consulto sull'Iphone l'app di
trip advisor che consiglia nei dintorni una casa rural per la notte.
Invece dell'oceano saremo in mezzo alle colline ed al verde. Andiamo ad Ames e poi ci perdiamo in una serie di stradine tra case sparse sulla collina. Non c'è in giro nessuno, fortunatamente vediamo una casetta con l'uscio aperto e ci fermiamo per chiedere. Busso ed entro chiedendo permesso fino a che non mi viene incontro un uomo che con fare diffidente ed aggressivo mi chiede '
que pasa?'. Faccio vedere sul Iphone il nome e l'indirizzo che cerchiamo e subito cambia atteggiamento e gentilissimo ci fornisce le indicazioni.
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Amès - Casa Gasamans |
Casa Gasamans è un insieme di case rurali in pietra e legno completamente ristrutturate con ampio verde ed una piscina. Ci danno un open space con due vani al primo piano di una casa vicina con un letto matrimoniale nel primo spazio e tre letti singoli in quello adiacente. Ceniamo nel ristorante con alcune famiglie con bambini. La cameriera è molto gentile e finiamo per fare quattro chiacchiere dopo cena poi tutti a letto.
Sabato 30 agosto
Ferrol
La mattina ci alziamo verso le nove e dopo colazione decidiamo di andare ancora al mare e puntiamo verso Ferrol la cittadina a nord di La Coruna. Seguiamo la bella strada nazionale fino a Betanzos una grossa cittadina alla confluenza di due fiumi con un porto fluviale a pochi km. dal mare. Cerchiamo l'hotel a quattro stelle indicato dall'Iphone ma è collocato accanto ad una casa popolare enorme e fatiscente vicino alla palude. Per cui ripartiamo e andiamo direttamente a Ferrol. Arriviamo diritti in Plaza de Espana e parcheggiamo sotto la vicina stazione.
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Plaza de Espana - Ferrol |
Ci orientiamo e andiamo al vicino quartiere storico della Maddalena costituito da varie vie parallele al mare intersecate da traverse perpendicolari che scendono dalla collina.
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Ferrol - il porto turistico |
La maggior parte del grande porto è riservato all'arsenale dell'Armada, la marina Spagnola e infatti notiamo numerose navi militari alla fonda. Passeggiamo per le vie e oltre ad una normale animazione notiamo anche qui i segni della crisi, molti negozi chiusi e case in vendita.
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Ferrol - La cattedrale |
Notiamo diverse chiese importanti e l'atmosfera è gradevole. Andiamo a pranzo in un locale tipico alla Hemingway e poi su consiglio dell'Iphone troviamo l'hotel Odeon quattro stelle a prezzo contenuto vicino ad un grande centro commerciale con multisala in periferia.
La sera usciamo ed andiamo verso il porto e cerchiamo il ristorante 'O camino Ingles' vivamente consigliato. Fa freddino, e sono disponibili solo posti al bancone o all'aperto sulla piazzetta antistante.
Ci rassegnamo e andiamo a cena al ristorante dell'albergo.
Domenica 31 Agosto
Ferrol - Lugo - Lavacolla
Dopo colazione, carichiamo gli zaini e torniamo al porto turistico parcheggiando sotto gli alberi.
Prendiamo la nave e facciamo il giro della grande baia e del porto osservando dal mare i forti seicenteschi messi a difesa della città e l'arsenale con le navi da guerra alla fonda.
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Ferrol - Arsenale Militare |
Andiamo di nuovo al ristorante
el Camino Ingles e troviamo finalmente l'unico tavolo non riservato. In effetti è ottimo: ci viene servito un piatto particolare e leggero di pesce crudo e poi scegliamo una tartare di carne fresco e deliziosa.
Lugo.
La città arrivando da nord presenta un muro impressionante di nuovi edifici sul fianco della collina. Entrati in città si sale fino alle mura che circondano la città vecchia. Entriamo a piedi dalla porta nuova e andiamo fino alla cattedrale il cui interno è grandioso. Saliamo poi sopra le mura e percorriamo tutta la cinta che chiude tra alte torri la città antica e si affaccia sugli edifici della città moderna.
Poi riprendiamo la strada fino a Lavacolla e ritorniamo al solito hotel Ruta Xacobea.
Ceniamo per l'ultima volta al Sampaio con l'ottimo
arroz di mariscos.
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Lugo le mura |
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Lugo - la cattedrale |
Lunedì 1 Settembre
Santiago de Compostela- volo
Andiamo in centro a Santiago e dopo aver parcheggiato in plaza de Galicia, facciamo il giro esterno ed entriamo dai mercati generali, passiamo per l'università e scopriamo un lato monumentale della città che non conoscevamo.
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il Coro di San Martin Pinario |
Entro nell'imponente chiesa di
San Martìn Pinario ed è una visita spettacolare al museo del
Seminario minor. Poi andiamo verso la cattedrale e troviamo casualmente un ristorante consigliato dalla guida Michelin nella Rua di Troya dove pranziamo. Dopo pranzo facciamo un giro in auto sul monte di Gozo in cerca di un posto all'ombra per la siesta ma poi torniamo al bar dell'hotel dove beviamo due limonate e passiamo il tempo sotto l'ombrellone sul prato. Alle 17,30 riportiamo l'auto alla Sol-mar dopo aver fatto il pieno prescritto e veniamo accompagnati velocemente all'aereoporto. Partenza in orario, volo tranquillo e atterraggio con 20 minuti di anticipo alle 23,12. Abbiamo solo bagaglio a mano e troviamo subito all'uscita Mariella che ci porta casa.
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Il percorso 'pedibus calcantis' |
Che dire, il percorso fatto in questi sei anni, visto sulla cartina sembra incredibile, facendo i conti ci abbiamo messo 30 giorni di effettivo cammino per circa 740 km, ai quali si aggiungono i circa 140 Km fatti sul cammino portoghese da Puente de Lima in altri 7 giorni.
Al di la di questi numeri è un'esperienza che ti cambia in meglio! Non si può spiegare a parole l'emozione dell'arrivo a Santiago la prima volta, la serie di incontri con gli altri pellegrini, la condivisione della fatiche e delle gioie con i compagni d'avventura, la determinazione e la pazienza che occorre mettere in campo per guardare il mondo a passo d'uomo. Si entra in una dimensione diversa del tempo.
Questo avevo scritto nel 2009 all'inizio:
Uno dei desideri che da sempre sono sepolti nel profondo sopiti dalla frenesia tutta occidentale del nostro vivere, è improvvisamente riemerso : il viaggio ..... ma non quello solito da turista, ma quello del pellegrino con la bisaccia in cerca di sè stesso e di una lontana meta che si perde all'orizzonte......
Più prosaicamente con tre amici vorrei percorrere una piccola parte del cammino di Santiago , praticamente quello che si può fare in una settimana a piedi e cioè 100-120 km.
.....camminando ..... camminando..... camminando.... mi aspetto di riscoprire la dimensione del tempo legata al passo dell'uomo come è stato per millenni.
Curare così la fatica del vivere che ci ha bruciato in un attimo tutto il passato e sedersi sulla riva del tempo, apprezzando ogni nuovo attimo senza fretta.
Avere il tempo di vedere dentro me stesso sperando di non trovarmi davanti ad un abisso vuoto coperto solo dalla sottile superficie del vivere quotidiano.
Nella fatica del viaggio e degli incontri completamente casuali con gli altri , che siano pellegrini, abitanti dei luoghi o passanti, avere la possibilità di ricercare una realtà più vicina all'essenza della vita.
Ovviamente gustare anche il polipo alla Galliega, il vino di Rioja, e tutto quello che la grande tradizione popolare della Spagna offre ai pellegrini di Santiago .
Tutte queste aspettative si sono realizzate durante il cammino anche se con molta più fatica ed intensità di quanto mi potessi immaginare.
L'anno prossimo abbiamo promesso alle nostre mogli di rifare il percorso in auto insieme per condividere i luoghi dell'avventura.
Poi inventeremo nuove mete.
Ad maiora!