Dopo aver visto tutti insieme il bel film di Emilio Estevez con Martin Sheen "Il cammino per Santiago" abbiamo deciso di proseguire nel progetto di arrivare a compiere tutto il percorso del Cammino (769 Km). Ripresa la credenziale con l'ultimo sello di Estella in Navarra l'anno scorso, abbiano pianificato le 6 tappe giornaliere fino a San Juan de Ortega alle porte di Burgos (+150Km). Tutte le cose si sono incastrate perfettamente: il rientro di Daniele dal lavoro in Nigeria, i problemi familiari di Fermo, e i miei appuntamenti d'affari. Così sabato 11 agosto alle 14,20 siamo partiti con Ryan Air alla volta di Saragozza. Praticamente io avevo nel mio zaino da 40 litri tutto il bagaglio della settimana tranne il necessaire con le lamette da barba, il coltellino svizzero e le racchette che ho dovuto mettere nel borsone comune da imbarcare nella stiva dell'aereo. Il volo è stato rapidissimo e siamo arrivati con 10 minuti di anticipo. Nel breve spazio dall'aereo al gate dell'aereoporto un vento caldo oltre i 40 gradi ci ha dato il benvenuto. Dopo un poco di attesa abbiamo ritirato l'auto noleggiata per la settimana. Ci siamo fatti un po' prendere la mano ed alla fine, invece della piccola Ibiza ci siamo ritrovati su di una lussuosa Volvo nuova di zecca. (50 euro a testa più del previsto). Quest'anno per la prima volta abbiamo stipulato anche la polizza di viaggio Europe Assistance, alla nostra età non si sa mai! Il viaggio da Saragozza a Larraga è stato tranquillo al fresco dell'aria condizionata ed in un paio d'ore di autopista e di belle strade provinciali siamo arrivati a destinazione. Il paesino vicino ad Estella era deserto tranne nella piazza del nostro Hostal casa Perico dove avevamo prenotato 3 camere con bagno. I vari bar del posto erano pieni di gente festante con camicia bianca e fazzoletto rosso al collo. Abbiamo così scoperto che era il giorno che chiudeva la fiesta de San Miguel Arcángel durata tutta la settimana. Infatti in una piazza vicina, chiusa da una staccionata e circondata da gradinate tutto il paese assisteva all' encierro, dove i giovani del luogo, al suono di una banda con squillanti trombe, sfidavano un toro nell'arena correndogli davanti e saltando la staccionata per non essere incornati.
Larraga l'encierro |
Dopo colazione, andiamo in auto a Estella, parcheggiamo al medesimo posto dell'anno scorso e iniziamo il cammino visitando la chiesa di San Pedro de la rua dove mettiamo il primo sello e poi ci incamminiamo fuori dalla città in direzione di Torres del Rio.
La fonte del vino |
VIANA
Passiamo da Torres del Rio tra vigneti e strade di campagna senza ombra, salutiamo la Navarra ed arriviamo prima a Viana, una gran bella cittadina dove pranziamo nella calle fresca serviti da una bella e gentile biondina. Poi riprendiamo il cammino e arriviamo accalorati a Logrono (cammino 27 km) , la bella città capitale della Rioja, regione di grandi vini. Il primo Hotel è al completo per cui ci incamminiamo sulla strada della cattedrale e ci fermiamo per bere ad un grande bar. Una pinta di birra a prezzo di una caña (= 1/2 pinta). Lascio lo zaino e proseguo verso il centro di informazioni turistiche dove però c'è un po' di gente in coda. Mentre aspetto vedo all'esterno un bell' hotel a pochi metri. Lascio la fila ed entro nella hall, dove una gentile ma pedante signorina ci assegna le tre camere dopo mezz'ora di maneggi sul computer.
Doccia, ciabatte e via per la bella città piena di vita. L'ultimo autobus per Estella è partito alle 19,00 per cui rinunciamo a recuperare l'auto ed andiamo a passeggiare ed a cenare in Plaza Major all'aperto.Ensalada ilustrada e due pinte di birra mentre bella gente passeggia su e giù per il corso.
La mattina dopo, sempre alle prime luci dell'alba partiamo attraversando il grande e ombroso parco cittadino della Granera e costeggiamo il piccolo lago .
Non facciamo colazione perchè secondo il libretto di Fermo dovremmo trovare un bar che però è ancora chiuso per cui facciamo scorta di acqua ad un distributore e proseguiamo a stomaco vuoto salendo per le colline in mulattiere senza ombra. Dopo molte ore di cammino arrivo per primo a Najera (cammino 29Km) nel pomeriggio assolato, mi cambio la maglietta inzuppata di sudore e mi tolgo gli scarponcini nella stazione dei bus deserta. Fermo e Daniele, che arrivano dopo, invece vanno alla ricerca di un hotel. Io ritorno in bus a Logrono dove aspetto il bus delle 19,00 per Estella passeggiando in ciabatte due ore per la città. La crisi si vede: sulla Gran Via ribassi e negozi chiusi, cartelli di vendite di immobili, di affitti e cantieri fermi.
Finalmente arriva il bus che in 40 minuti mi riporta a los Arcos dove recupero l'auto e ritorno a Najera.
Il mattino dopo quando ci svegliamo alle otto, grande sorpresa, il cielo è coperto, c'è vento e qualche goccia di pioggia. Facciamo colazione con calma e andiamo a visitare il Monastero di Santa Maria la Real con il pantheon dei re di Navarra. Lì scopriamo che Daniele, che ha chiesto lo sconto over 65 (-1 euro) è un Jubilado! In spagnolo significa pensionato, mentre in italiano ha un significato più divertente per cui lo prendiamo festosamente in giro. Con l'auto andiamo a San Millan de la Cogolla (16 km) dove sono gli antichi monasteri benedettini de Yuso e de Suso. Visitiamo il primo con la guida che parla in spagnolo e poi andiamo nell'Hostaria dove pranziamo alla grande con vino de crianza (= barricato) del monastero.
Nel pomeriggio arriviamo a Santo Domingo de la Calzada (a 18 Km). e troviamo posto alla Posada Floren, un vecchio mulino. Mi viene assegnata una mansarda bassissima dove si può stare in piedi solo nella doccia. Usciamo ed andiamo prima alla messa del pellegrino e poi a cena sulla passeggiata nel locale 'la strada' .
Poi un bel sonno perchè spengo il condizionatore e apro l'abbaino ad un metro sopra il mio letto. Una deliziosa arietta fresca invade la stanza mentre disteso guardo le stelle e mi addormento. Al risveglio, dopo tre clamorose testate nel soffitto, riesco a scendere per la colazione.
L'abbaino a Santo Domingo de la calzada
Prendiamo gli zaini e ci avviamo verso Belorado (cammino 22Km) su di una strada completamente assolata che ci porta su per le colline in piccoli paesini sperduti. Improvvisamente un grande cartello segnala il confine tra la comunidad de la Rioja e la regione di Castilla Y Leon. La strada è ancora lunga ed assolata ma poi finalmente ecco il cartello di Belorado. Arrivo un po' prima degli altri e mi siedo in piazza con una bellissima birra gelata ed una insalata freschissima (ma non più ilustrada). Poi arrivano anche Daniele e Fermo e pranziamo assieme. Giriamo nel pomeriggio torrido alla ricerca di un hotel che dopo un largo giro troviamo a 100 metri dalla piazza da cui eravamo partiti. Pulito e fresco è l'ottimo Hotel Jacobeo. Io prendo un taxi e ritorno a Santo Domingo a riprendere l'auto.
Sveglia molto presto, colazione e poi decidiamo di saltare il tratto in piano del percorso da Belorado fino a Villafranca, ai piedi dei monti della Oca dove andiamo a parcheggiare. Zaino in spalla saliamo nel bosco fino al colle del Puerto de la Predaja oltre i 1100 metri di altezza e poi sempre lungo larghe strade tagliafuoco camminiamo nella pineta fino ad arrivare verso mezzogiorno a San Juan de Ortega (cammino 14 km) .
Il paesino è isolato e piccolissimo: due case con un solo bar e la chiesa del monastero che custodisce le spoglie del santo. Daniele si accorge che sto camminando con i suoi scarponcini da due giorni; io porto il 43 e lui il 45 ma a me vanno bene lo stesso, anzi il piede respira meglio. Ci ristoriamo e chiamiamo casa annunciando la fine del percorso. Purtroppo però scopriamo che non ci sono mezzi per tornare all'auto, nè è conveniente far venire un taxi da Belorado. Per cui io e Daniele decidiamo di riprenderci lo zaino e tornare indietro a piedi rifacendo il percorso a ritroso, mentre Fermo prosegue verso la provinciale per Burgos e va ad aspettarci nel Bar Atapuerca. Il ritorno è duro, specialmente la salita che porta al monumento dei caduti sulla cima della Predaja: 700 metri di strada bianca diritta con una pendenza impressionante dal fiume fino al monumento sotto il sole cocente. Incontriamo parecchi pellegrini che salutiamo con Buen camino, e che si chiedono dove stiamo andando, visto che Santiago è dall'altra parte. Dopo oltre 3 ore e mezza di cammino arriviamo infine stanchi alla macchina, ci cambiamo le magliette fradice e gli scarponcini e restiamo felicemente in ciabatte.
Con l'auto prima andiamo verso Burgos a riprendere Fermo ad Atapuerca poi torniamo verso Logrono e prendiamo l'autostrada verso Saragozza. Man mano si scende verso sud la temperatura sale fino ai 38-40 gradi. Facciamo gasolio lungo il percorso e poi arriviamo nella calda ed assolata Saragozza. Non riusciamo ad intenderci con il tomtom di Daniele ma tenendo come riferimento l'imponente cattedrale riusciamo ad arrivare al centro della città. Passato il ponte sull'Ebro scopriamo che il corso Cesar Augusto è tutto chiuso per lavori. Facciamo il punto e poi con una certa disinvoltura girando attorno al mercato coperto riusciamo ad arrivare a Los girasoles dove abbiamo prenotato un appartamento di 3 stanze per la notte. Mettiamo l'auto in garage e poi saliamo a casa. Ci distribuiamo nelle stanze e ci laviamo e riposiamo. La sera affrontiamo il caldo africano che si è un poco attenuato e passeggiando nel centro ci fermiamo al restaurante Corinto dove mangiamo discretamente.
Il mattino l'aria è più fresca per cui visitiamo la cattedrale dedicata alla Vergine del Pilar dove Fermo bacia il Pilar (la colonna su cui è apparsa la Vergine). Poi girovagando in una piazzetta assistiamo ad un matrimonio dell'alta società, con gli uomini in frac e le donne con cappellini eccentrici tipo Ascot e abiti lussuosi. Arriva la rolls royce bianca dello sposo con la mamma in mantiglia, poi dopo un po' arriva la rolls d'epoca della sposa in abito bianco di pizzo con velo e strascico. Uno spettacolo!
Andiamo poi a mangiare sulla piazza del Pilar, Daniele ordina un kebab mentre io e Fermo l'insalata fresca del locale. Ci infiliamo poi nei caratteristici vicoli alla ricerca del Corte Ingles per stare al fresco, visto che i musei aprono dopo le 17,00. La temperatura continua a salire e così ci rifugiamo nel bar Roma, condizionatissimo dove bevo una granatina di caffè ed infine su indicazione della graziosa barista entriamo nel vicino Corte Ingles dove girovaghiamo al fresco negli otto piani e dove Daniele compra dei pantaloni tecnici che indossa subito. Dopo una coca cola nella cafeteria torniamo all'auto e arriviamo dopo 14 km all'aereoporto dove la riconsegnamo alla Hertz: facciamo il check in ed aspettiamo di partire mangiando un ottimo panino con salsichon (salame). Partenza anticipata di qualche minuto, volo tranquillo e arrivo con mezz'ora di anticipo sull'orario previsto, valige sbarcate in pochi minuti e.... tutti a casa! Il Camino è veramente duro ed è un peccato interromperlo quando ormai il fisico è allenato e la mente è serena, speriamo di avere a disposizione due settimane per il prossimo viaggio.
Finalmente arriva il bus che in 40 minuti mi riporta a los Arcos dove recupero l'auto e ritorno a Najera.
Bello l'hotel dei duchi di Najera e carina la ragazza della hall che mi porta in cucina e mi fornisce di acqua, bicchiere con ghiaccio e limone e mi spedisce in doccia. La sera ci sentiamo un poco giù, le tappe sono lunghe, il paesaggio bello ma monotono, il sole del pomeriggio pericolosamente cocente, pochi villaggi e poca acqua, serve alzarsi all'alba per evitare di camminare nell'afa del pomeriggio. Così decidiamo una sosta e domani faremo i turisti per evitare insolazioni e disidratazione. Ceniamo in riva al fiume e ci godiamo il fresco fino a mezzanotte, Najera è tra una parete di rocce rosse molto caratteristica ed il fiume Najerilla attraversato da un ponte.
Il mattino dopo quando ci svegliamo alle otto, grande sorpresa, il cielo è coperto, c'è vento e qualche goccia di pioggia. Facciamo colazione con calma e andiamo a visitare il Monastero di Santa Maria la Real con il pantheon dei re di Navarra. Lì scopriamo che Daniele, che ha chiesto lo sconto over 65 (-1 euro) è un Jubilado! In spagnolo significa pensionato, mentre in italiano ha un significato più divertente per cui lo prendiamo festosamente in giro. Con l'auto andiamo a San Millan de la Cogolla (16 km) dove sono gli antichi monasteri benedettini de Yuso e de Suso. Visitiamo il primo con la guida che parla in spagnolo e poi andiamo nell'Hostaria dove pranziamo alla grande con vino de crianza (= barricato) del monastero.
Nel pomeriggio arriviamo a Santo Domingo de la Calzada (a 18 Km). e troviamo posto alla Posada Floren, un vecchio mulino. Mi viene assegnata una mansarda bassissima dove si può stare in piedi solo nella doccia. Usciamo ed andiamo prima alla messa del pellegrino e poi a cena sulla passeggiata nel locale 'la strada' .
Poi un bel sonno perchè spengo il condizionatore e apro l'abbaino ad un metro sopra il mio letto. Una deliziosa arietta fresca invade la stanza mentre disteso guardo le stelle e mi addormento. Al risveglio, dopo tre clamorose testate nel soffitto, riesco a scendere per la colazione.
L'abbaino a Santo Domingo de la calzada
Prendiamo gli zaini e ci avviamo verso Belorado (cammino 22Km) su di una strada completamente assolata che ci porta su per le colline in piccoli paesini sperduti. Improvvisamente un grande cartello segnala il confine tra la comunidad de la Rioja e la regione di Castilla Y Leon. La strada è ancora lunga ed assolata ma poi finalmente ecco il cartello di Belorado. Arrivo un po' prima degli altri e mi siedo in piazza con una bellissima birra gelata ed una insalata freschissima (ma non più ilustrada). Poi arrivano anche Daniele e Fermo e pranziamo assieme. Giriamo nel pomeriggio torrido alla ricerca di un hotel che dopo un largo giro troviamo a 100 metri dalla piazza da cui eravamo partiti. Pulito e fresco è l'ottimo Hotel Jacobeo. Io prendo un taxi e ritorno a Santo Domingo a riprendere l'auto.
La sera partiamo in auto per Burgos (44Km) l'antica capitale del regno di Castilla dove arriviamo dopo 3/4 d'ora e parcheggiamo direttamente sotto la piazza di Spagna.
La città è animatissima e molto bella e la cattedrale toglie il fiato. Giriamo un poco e poi ci sediamo nella grande piazza dove ceniamo all'aperto con un fresco venticello che ci ristora. Io e Daniele mangiamo una buona paella di pescado mentre Fermo prende del maialino arrosto. Io poi assaggio anche la zuppa alla castigliana, veramente buona. Infine gelato, caffè e un chupito (bicchierino) di aguardiente con hierbas.
Dopo cena facciamo due passi nella notte sul lungo fiume pieno di verde, di monumenti e panchine. Torniamo poi in albergo a Belorado dove riposiamo tranquilli.
Sveglia molto presto, colazione e poi decidiamo di saltare il tratto in piano del percorso da Belorado fino a Villafranca, ai piedi dei monti della Oca dove andiamo a parcheggiare. Zaino in spalla saliamo nel bosco fino al colle del Puerto de la Predaja oltre i 1100 metri di altezza e poi sempre lungo larghe strade tagliafuoco camminiamo nella pineta fino ad arrivare verso mezzogiorno a San Juan de Ortega (cammino 14 km) .
Il paesino è isolato e piccolissimo: due case con un solo bar e la chiesa del monastero che custodisce le spoglie del santo. Daniele si accorge che sto camminando con i suoi scarponcini da due giorni; io porto il 43 e lui il 45 ma a me vanno bene lo stesso, anzi il piede respira meglio. Ci ristoriamo e chiamiamo casa annunciando la fine del percorso. Purtroppo però scopriamo che non ci sono mezzi per tornare all'auto, nè è conveniente far venire un taxi da Belorado. Per cui io e Daniele decidiamo di riprenderci lo zaino e tornare indietro a piedi rifacendo il percorso a ritroso, mentre Fermo prosegue verso la provinciale per Burgos e va ad aspettarci nel Bar Atapuerca. Il ritorno è duro, specialmente la salita che porta al monumento dei caduti sulla cima della Predaja: 700 metri di strada bianca diritta con una pendenza impressionante dal fiume fino al monumento sotto il sole cocente. Incontriamo parecchi pellegrini che salutiamo con Buen camino, e che si chiedono dove stiamo andando, visto che Santiago è dall'altra parte. Dopo oltre 3 ore e mezza di cammino arriviamo infine stanchi alla macchina, ci cambiamo le magliette fradice e gli scarponcini e restiamo felicemente in ciabatte.
Con l'auto prima andiamo verso Burgos a riprendere Fermo ad Atapuerca poi torniamo verso Logrono e prendiamo l'autostrada verso Saragozza. Man mano si scende verso sud la temperatura sale fino ai 38-40 gradi. Facciamo gasolio lungo il percorso e poi arriviamo nella calda ed assolata Saragozza. Non riusciamo ad intenderci con il tomtom di Daniele ma tenendo come riferimento l'imponente cattedrale riusciamo ad arrivare al centro della città. Passato il ponte sull'Ebro scopriamo che il corso Cesar Augusto è tutto chiuso per lavori. Facciamo il punto e poi con una certa disinvoltura girando attorno al mercato coperto riusciamo ad arrivare a Los girasoles dove abbiamo prenotato un appartamento di 3 stanze per la notte. Mettiamo l'auto in garage e poi saliamo a casa. Ci distribuiamo nelle stanze e ci laviamo e riposiamo. La sera affrontiamo il caldo africano che si è un poco attenuato e passeggiando nel centro ci fermiamo al restaurante Corinto dove mangiamo discretamente.
Il mattino l'aria è più fresca per cui visitiamo la cattedrale dedicata alla Vergine del Pilar dove Fermo bacia il Pilar (la colonna su cui è apparsa la Vergine). Poi girovagando in una piazzetta assistiamo ad un matrimonio dell'alta società, con gli uomini in frac e le donne con cappellini eccentrici tipo Ascot e abiti lussuosi. Arriva la rolls royce bianca dello sposo con la mamma in mantiglia, poi dopo un po' arriva la rolls d'epoca della sposa in abito bianco di pizzo con velo e strascico. Uno spettacolo!
Andiamo poi a mangiare sulla piazza del Pilar, Daniele ordina un kebab mentre io e Fermo l'insalata fresca del locale. Ci infiliamo poi nei caratteristici vicoli alla ricerca del Corte Ingles per stare al fresco, visto che i musei aprono dopo le 17,00. La temperatura continua a salire e così ci rifugiamo nel bar Roma, condizionatissimo dove bevo una granatina di caffè ed infine su indicazione della graziosa barista entriamo nel vicino Corte Ingles dove girovaghiamo al fresco negli otto piani e dove Daniele compra dei pantaloni tecnici che indossa subito. Dopo una coca cola nella cafeteria torniamo all'auto e arriviamo dopo 14 km all'aereoporto dove la riconsegnamo alla Hertz: facciamo il check in ed aspettiamo di partire mangiando un ottimo panino con salsichon (salame). Partenza anticipata di qualche minuto, volo tranquillo e arrivo con mezz'ora di anticipo sull'orario previsto, valige sbarcate in pochi minuti e.... tutti a casa! Il Camino è veramente duro ed è un peccato interromperlo quando ormai il fisico è allenato e la mente è serena, speriamo di avere a disposizione due settimane per il prossimo viaggio.