Io e la mia signorina Wanda |
Era già un bel pezzo che eravamo in viaggio sulla carrozza con i sedili di legno lucido, un poco annoiati e preoccupati per le buie gallerie che oscuravano per lunghi tratti la luce sul treno.
Improvvisamente uscendo da una galleria il fischio del treno ed il grido 'il mare, il mare..... ' si propagò di carrozza in carrozza alla vista dell'immensità azzurra e luccicante che appariva all'orizzonte poi spariva e riappariva tra case e giardini che sembravano rincorrere il treno. L'emozione della prima vista si ripeteva ad ogni uscita dalle gallerie successive ed una grande eccitazione ci fece dimenticare lo sconforto del distacco.
Il mare.... una emozione fortissima ... così luminoso e... sconfinato e... azzurro.
All'arrivo alla stazione di Varazze, eravamo impazienti di correre sulla spiaggia a bagnarci in quel mare, di provare a bere l'acqua per vedere se era veramente salata come ci avevano raccontato.
Invece siamo arrivati alla Stella Maris e subito inquadrati in cortile, come soldatini tutti con la nostra valigia accanto. Prima una preghiera di ringraziamento per il buon esito del viaggio e poi la spiegazione delle regole della colonia ed un breve ristoro. Infine l' assegnazione dei letti in una bianca camerata in mezzo alla quale un grande baldacchino nascondeva il letto della nostra signorina. Tutto era di un bianco accecante, pareti e lenzuola, mentre persiane e porte erano di un azzurro tenue.
Poi, in fila per due siamo usciti e passando dallo stretto sottopasso della ferrovia siamo sbucati sulla spiaggia per un primo contatto con l'ambiente. Il giorno dopo tutti in spiaggia con i costumini di lana con le bretelle e ben sotto le tettoie di paglia all'ombra. Vietato avvicinarsi al mare! Alle 11,00 se l'onda non era più alta di qualche centimetro il fischietto della suora chiamava un gruppetto alla volta e ci faceva mettere i piedi in acqua.
Dopo qualche minuto il fischietto ci costringeva a uscire e a ritornare correndo sulla sabbia bollente fino alla tettoia. Non sapevo ancora nuotare, ma di sicuro avrei voluto saltare tutto il giorno nell'acqua e giocare con la sabbia umida. Per tutto il mese invece riuscii ad entrare in acqua solo per pochi minuti nei giorni di mare calmo alle 11,00 ed alle 17,00. Ci furono anche alcuni giorni di burrasca, quando il mare cambiò colore e le onde rumorosamente si abbatterono sulla spiaggia dove il bagnino espose la bandiera rossa di pericolo. Andavamo in spiaggia lo stesso e l'acqua marina polverizzata dal vento ci inumidiva tutti.
Uno strano effetto mi fecero le gambe delle suore quando anch'esse entravano in acqua rimboccandosi l'abito e spruzzandosi l'un l'altra per gioco. Le stesse serissime e piissime suore che ogni sera, prima di mandarci a dormire ci facevano cantare davanti alla statuetta della Madonna in cortile : 'Bella più della luna, bella più delle stelle e le stelle più belle non son belle al par di te" .
Ricordo l'odore di caffè e latte a colazione, quello di alcool dell'infermeria e di mensa a pranzo e a cena; la conta delle carrozze dei treni che passavano "pacco, posta, visita e partenza"; la canzoncina del bagnino: "caro bagnino aprici il cancello che il tempo è bello e noi vogliam partir". E finalmente il rientro a casa abbronzatissimo con negli occhi ..... il blu del mare.
Altri tempi, altre consuetudini, i miei figli, da piccoli hanno passato le loro vacanze nei mari più lontani in villaggi turistici con tutte le libertà possibili, gli animatori, gli spettacoli e gli sport. Non hanno idea di cosa sia l'esperienza di una vacanza in comunità con regole e orari. Per loro la vacanza è fare quello che gli pare senza curarsi d'altro che del proprio piacere. Per fortuna Paolo ha poi fatto il militare, ma ad Emilio questa esperienza manca! Speriamo bene!