giovedì 3 settembre 2009

L'acqua di Lourdes e altre storie della Via Lattea






I personaggi:
il credente: Fermo
il comunista: Daniele
l'agnostico: Fausto
il Chierico: Jaime
L'acqua di Lourdes e i miracoli
Come succede nel film, la via lattea di Bunuel, durante il cammino viene spontaneo parlare di religione e di spiritualità.
Durante queste discussioni, il Credente ha argomentato che, come insegna il catechismo, i miracoli sono peculiari del cattolicesimo e dimostrano che è la vera religione.
L'agnostico ed il comunista hanno contestato: miracoli o fatti prodigiosi sono raccontati in tutte le religioni Buddismo, Islam, Induismo! A questo punto il credente ha portato ad esempio Lourdes e la sua acqua che ha proprietà fisiche speciali, infatti non bagna!
L'agnostico però si ricordava della statuetta della Madonna di Lourdes della mamma che si era rovesciata sul cuscino spargendo l'acqua santa contenuta e bagnandolo tutto, eccome se si era bagnato!
Rettifica del Credente: sì, bagna ma si asciuga subitissimo!
A quel punto il tormentone era pronto e per tutto il resto del viaggio ogni occasione è stata buona per ricordare l'acqua miracolosa che non bagna, anzi asciuga immediatamente!
(Sul miracolo dell'acqua che non bagna esiste un florilegio di interventi pro e contro su internet)
La vera religione
Per il chierico, la religione vera si riconosce dal tipo di civiltà che esprime, e indubitabilmente il Cristianesimo ha prodotto tra errori e cambiamenti, la società più libera ed avanzata.
Alla osservazione dell'agnostico, che tale società è più merito delle concezioni illuministiche della rivoluzione francese, il chierico ha osservato che liberté, egalité , fraternité sono l'essenza del Vangelo e quindi frutto della concezione cristiana della società.
Tutte le religioni, con i loro miti, cercano di dare un senso ed un'etica al mistero che circonda la nostra vita, puntino infinitesimale e brevissimo dei miliardi di vite apparse sulla terra che è a sua volta punto infinitesimale dei miliardi di galassie dell'universo.
Sembra che un'etica di base comune sia iscritta nel DNA di ogni uomo e distingue i comportamenti virtuosi da quelli errati. Ovviamente l’etica è condizionata dall'ambiente e dalla società perchè comunque sottoposta alle leggi della conservazione della specie. (esempio: anche nella Bibbia ammissione della poligamia in particolari situazioni etc.)
Una piccola osservazione agnostica: la resurrezione dopo il sacrificio di Dio, mistero centrale del cristianesimo, è gia presente nel mito di Osiride degli antichi Egizi e ricorre nei miti Indiani, Assiri e delle civiltà Amerinde, probabilmente è una conseguenza necessaria alle speculazioni religiose.
L’agnostico
In realtà il definirsi agnostico, cioè dichiarare di non essere in grado di sapere se Dio esiste oppure no, è sempre un poco incrinato dal sentimento religioso assorbito in famiglia da mamma e nonne da bambino, dalle emozioni che i riti religiosi suscitano, e dalla consolante necessità nei momenti critici della vita di non sentirsi soli, ma protetti dalla Madonna, dagli Angeli e dai Santi.
Per l'agnostico non è una contraddizione sostenere le opere sociali della Chiesa e riconoscerne il valore né seguire l’etica cristiana con la prudenza del laico: può comunque non essere d’accordo con il magistero su molte questioni: sull’eutanasia, la contraccezione etc..
Il Comunista:
1 Il viaggioIl significato del viaggio va ben al di là delle convinzioni più o meno forti di tipo religioso.Il cammino, la partecipazione ad una prova in comune con tutti i diversi momenti di riflessione, di gioco, di discussione sui grandi e piccoli temi della vita , il darsi reciproco sostegno nei momenti di crisi, mi hanno fatto provare una sensazione di scoperta interiore che non sapevo di possedere. Sono convinto che l'emozione provata sia la prova che dentro di noi ci sia una spiritualità inespressa che necessita di essere liberata. Io sento di aver bisogno di verificare ancora tramite esperienze di questo tipo che cosa sia questo magone che ancora emerge quando ripenso al nostro arrivo a Santiago, e mi sento in dovere di ringraziarvi per avermi accompagnato in questa bellissima avventura.

2 La Compostela.
L’ultimo sforzo , dopo l’arrivo a Santiago, la visita alla Cattedrale ed alle reliquie di San Giacomo, la messa ed le ultime foto ricordo, è stata quella di farsi rilasciare la Compostela, il fatidico diploma del pellegrino che attesta l’avvenuto pellegrinaggio (e conseguenti garanzie di perdono celeste quando saremo chiamati al cospetto di S.Pietro).
In un vetusto palazzo adiacente la Cattedrale vi è la Casa del Pellegrino, ed è in questo posto dove tutti i pellegrini sono registrati, verificati e diplomati; dapprima una lunga attesa su per le scale, in ordinata fila assieme ad una moltitudine variopinta di pellegrini arrivati come noi a Santiago dopo percorsi più o meno lunghi, dalle provenienze più diverse con una preponderanza di spagnoli, italiani e portoghesi.
Guardandomi intorno non ho potuto fare a meno di notare che io, Fausto e Fermo eravamo i più anziani e la cosa mi ha fatto piacere perché tutto sommato ce la siamo cavata senza particolari problemi nonostante l’età, il peso e la mancanza di precedenti esperienze.
Mi ha fatto sorridere la ragazza che mi ha registrato, dopo aver visto l’età sul foglio e le credenziali del Camino ha insistito parecchio con aria scettica sul fatto che io non avessi utilizzato i pullmann, alla fine , convinta, ha scritto il mio nome in latino sul diploma e me lo ha consegnato.
Ora la Compostela è già incorniciata e fa bella mostra di se nel mio soggiorno.
Con Fausto, Fermo e qualche altro allegro sessantenne ed ultra abbiamo già deciso di rifare il Camino il prossimo anno, magari aumentando i chilometri e facendo un altro sentiero.
Perché?
Perché la prima volta si è mossi dalla curiosità, dalla sfida con se stessi, dalla verifica della possibilità di vivere ad un ritmo più umano, dalla necessità di staccare, dalla conoscenza più o meno approfondita della storia della Via Lattea.
La seconda, per me, è perché questa esperienza mi ha cambiato dentro, lo stare con se stessi lungo il cammino, riflettere sulle alternative offerte dalla vita, le scelte giuste e sbagliate, la revisione dei propri convincimenti, la ricerca della propria spiritualità , il pensare a persone, episodi, parole, gesti, luoghi che in questa vita che sta per volgere all’ultimo periodo sono state dei cardini, elaborare il pensiero secondo schemi alternativi sulla propria esistenza, ecco questa è la motivazione forte che mi spinge ad una seconda esperienza.
L’aspetto anche ludico del viaggio (la zingarata), le discussioni a volte serie altre meno con i compagni di viaggio, servono per darsi forza durante la fatica , ma non sono le cose più importanti, la forza che io Fausto e Fermo abbiamo trovato durante il Camino è stata di tipo interiore ed oggi credo che nella vita quotidiana il nostro reagire sarà diverso, la dimensione interiorizzata è stata una assoluta scoperta.
Un grazie di cuore a Fermo e Fausto che mi hanno coinvolto in questa esperienza ed a Mariuccia, Margherita e Mariella (le nostre stupende mogli) che non ci hanno ostacolato e ci sono state vicine durante i quotidiani resoconti telefonici.

Il Credente
NON PERVENUTO (forse in fase di elaborazione)

Pensieri (agnostici) in Cammino
Nelle uniche due sere limpide e nel buio totale, ho visto in tutto il suo splendore la via Lattea e ho avuto la visione "dell'amor che move il sole e l'altre stelle" come dice Dante nel paradiso, la forza poderosa che pervade l'universo.
Il cammino di Santiago anche nei brevi giorni che abbiamo passato condivendo la improba fatica del camminare, ha fatto sedimentare le ansie contingenti ed emergere il valore e la forza di ciascuno nella determinazione di arrivare ad una meta comune, sicuramente più difficilmente raggiungibile da soli.
Sul cammino non si è mai soli, ed anche il semplice saluto che ci si scambia: Buen camino! ci rende partecipi di una forza che spinge tutti ad andare avanti insieme.

Ringraziamenti:A Grazia-tour Espana per la preziosa traduzione di ‘calzada cortada con desvio” e per i consigli telefonici dispensati alle 23,00 sui locali di Valladolid: purtroppo andati a vuoto per eccesso di avventori.
Ad Alessandro per la preoccupata partecipazione all’evento: ribadisco che abbiamo solo sfiorato il pronto soccorso a Valladolid e non siamo stati ricoverati neppure un minuto nel manicomio di Santiago (anche perché non ci siamo fatti prendere).
A Margherita per i messaggi di felicitazioni all’arrivo a Santiago ma anche per la valigia extra peso che ci è costata 60 euro in più all’andata ma che abbiamo svuotato buttando tutto al ritorno.
A Mariella e Maria per l'amorosa presa in giro iniziale che pungolandoci ci ha deciso ad andare, per la trepida partecipazione durante il percorso e la festosa accoglienza da eroi nell'insperato ritorno.
E' stata una bella avventura!